Capitolo 6.

3K 120 22
                                    




Mi ero accasciata per terra non appena Grayson Barley era riuscito a spegnere il fuoco con l'estintore.
Era in piedi davanti a me, mentre ciò che riuscivo a pensare era solo al fatto che avevo quasi bruciato e distrutto il loro FastFood.

Lasciò cadere a terra l'estintore e si sfregò il volto probabilmente traumatizzato quanto me, mentre un silenzio assordante si fece spazio in tutta la cucina.

<< Volevi per caso ucciderci? >> mi disse poi sbracciandosi mentre io rimasi seduta allungando le gambe.

<< Mi dispiace >> borbottai aggrottando le sopracciglia, seriamente scioccata.

<< Cosa stavi facendo? >> mi domandò, mentre io lo fissai.

<< La stavo pulendo >> gli risposi, mentre lui si girò a guardarla per un attimo.

Si poteva dedurre dalla vena che li era spuntata sul collo che fosse arrabbiato, non potevo biasimarlo d'altro canto, avevo combinato un casino e dovevamo ringraziare il cielo se eravamo ancora vivi.

<< E non potevi chiamarmi per
aiutarti? >> mi chiese poi ovvio, mentre io mi alzai dal pavimento, sotto il suo guardo adirato.

Probabilmente non li era chiaro quanto questa situazione in cui ero finita mi stesse stretta.
Probabilmente non glie ne fregava niente, ma invece a me si.

<< Non voglio il tuo aiuto >> sibilai concisa, non riuscendo a stare in silenzio.

<< Ma che significa? >> mi domandò accigliato.

<< Significa che con te non voglio avere nulla a che fare >> gli spiegai puntandogli un dito contro, mentre sembrò quasi che i suoi occhi verdi d'un tratto fossero diventati più scuri.

Se qualcuno ci avesse visti da fuori probabilmente mi avrebbero dato dell'immatura e dell'irresponsabile, ma potevo assicurare che dover stare con una persona meschina non era affatto semplice.

<< Questo è praticamente impossibile se lavorerai qui >> si sbracciò lui, mentre feci una smorfia.

<< Si che è possibile, basta che non mi rivolgi la parola >> affermai decisa, mentre lui scosse la testa.

<< Guarda cos'è successo quando non ti ho spiegato nulla >> indicò la friggitrice, mentre io sbuffai.

<< Mi è caduta la bottiglietta d'acqua per sbaglio, poteva capitare a chiunque! >> mi difesi.

<< Non importa, sarebbe potuta esplodere per quanto ne sappia! >> mi disse puntandomi questa volta lui l'indice contro << Si può sapere che cos'hai contro di me? >> mi chiese poi ancora più adirato, mentre io lo guardai sconvolta

<< Dici sul serio Barley? >> gli domandai per capire se stesse scherzando << Sei una delle persone che ho pregato di non rivedere più per il resto della mia vita, detto proprio sinceramente >> affermai con un sorriso maligno, mentre lui rimase accigliato.

<< Sei arrabbiata ancora per ciò che ti ho fatto al liceo? >> mi chiese sbigottito, come se il tempo passato fosse una soluzione a tutto ciò che mi aveva fatto stare male.

<< Io non sono arrabbiata, per me non
conti niente >> dichiarai guardandolo seria, mentre tutto ciò che avevo promesso a Chantel si stava facendo benedire.

<< Invece si che sei arrabbiata, basta vedere come mi stai parlando ora >> dichiarò mentre io feci una risata sarcastica.

<< Perché tu invece no? >> gli domandai retoricamente poiché chiunque avrebbe notato quanto fosse arrabbiato in quel momento.

Poco più di uno scherzoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora