5.

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Sentii Thomas entrare e parlare con Michael ma non ci feci più di tanto caso, ero troppo concretata a disegnare Il segreto di Grace; quella puledra mi aveva segnata, in un modo o nell'altro.

«Rose, raggiungimi in sala! Voglio che ascolti pure tu.» Chiusi gli occhi e presi un lungo tiro dalla sigaretta.

Ero così in pace con me stessa.
Perché doveva rovinare tutto?

Spensi la sigaretta ormai consumata e portai la matita che stavo usando per disegnare, dietro l'orecchio, scoperto dalla mia solita coda bassa.
Quando arrivai dagli altri mi appoggiai con una spalla ad un pilastro, incrociando le gambe e le braccia.

«John siediti, Finn puoi restare.» Quest'ultimo chiuse la porta e notai come si preparò al peggio.

Che aveva combinato John?

Si girò verso di me con sguardo pentito e Thomas gli fece voltare la testa. «Non guardarla. Fai finta come se fossimo solo io e te, intesi?» Tom si schiarì la voce ed io sospirai, guardando fuori dalla finestra.

«Bene. Dunque, John hai sfregiato la guancia di Angel Changretta.»

Spalancai gli occhi.
Ecco il perché dello sguardo pentito.

«E se Arthur e zia Polly ti avevano detto di sposarti con loro, tu hai deciso di non dargli ascolto ed adesso c'è un italiano, che vaga per il mio territorio dicendo che ucciderà mio fratello.»

Thomas prese un respiro profondo e poi sospirò.

«Secondo te che dovremmo fare? Chiedere scusa o rimediare?»

Dopo un po' Thomas diede ragione a John e disse a Finn di prendere due pub dei Changretta, mentre John rimaneva immobile.

Il mio sguardo si incrociò con quello di Thomas dopo tanto tempo e ciò mi diede una scossa lungo tutta la spina dorsale.
Aggrottò le sopracciglia, quando notò qualcosa sul mio viso.

Poi sorrise ed andò via.

Forse la matita.
In realtà non disegnavo da un po' e magari si sarà accorto di ciò.

Mi avvicinai a John e gli diedi una pacca sulla spalla, prima di rinchiudermi nel mio ufficio.

***

L'indomani ebbi una magnifica sorpresa a lavoro: la famiglia Shelby al completo.
Grace mi sorrise quando mi vide, mi venne incontro per un abbraccio, nonostante le mie proteste per il mio sudore.

Forzai un sorriso quando incrociai lo sguardo di Tom, ma poi vidi il bambino ed il mondo prese un'altra piega.

Mio nipote corse verso di me ed allungò le braccia, così da poter farsi prendere in braccio da me.

«Charles vorrebbe fare un giro su un cavallo.»

Alzai le sopracciglia. «Un cavallo? Per te è meglio il pony della scuderia! Vieni con me che te lo presento. È un maschietto come te.» Gli confessai, come se fosse un segreto enorme, mentre gli solleticai la pancia facendo ridere anche Grace.

Andammo verso il paddock ed aprii il cancello, facendo scendere Charles così da fargli fare subito amicizia.

Quel pony era ormai in pensione, ce lo lasciarono delle persone che non potevano più mantenerlo, ma per la famiglia Shelby quello ed altro.
Presi la cavezza per Dionisio, insieme alla longhina.

Mi avvicinai a mio nipote che già stava accarezzando i ciuffetti che cadevano davanti alla faccia di Dionisio e ciò mio fece ridere.

Mi piegai sulle ginocchia ed allacciai la cavezza e la longhina, così da poterlo portare vicino al cassone per dargli una spazzolata veloce, mentre i due sposini si godevano il panorama.

Charlie passò di lì e vedendo la scena, mi guardò ed io forzai un sorriso quando incrociò il mio sguardo, perciò mi diede una pacca sulla spalla.

«Sei forte.»

Sussurrò ed il suo gesto mi fece sorridere veramente, dandomi ancora più forza.

«Allora? Vuoi salire adesso?» Al suono di quella frase i due genitori si avvicinarono sorridenti.
Charles voleva provare a salire da solo, ma per evitare di farsi male lo afferrai dai fianchi, facendogli credere che c'era riuscito da solo; Grace applaudì per farlo felice.

***

«Vai in macchina con Charles, io un attimo devo dire una cosa a mia sorella.»

Sentii dire a Thomas, così mi preparai mentalmente.

Posai tutta l'attrezzatura per pony e poi tornai da Star, preparando l'occorrente per ferrarlo.
«Rose... grazie, di tutto. Grazie per non avermi voltato le spalle.»

Tolsi la sigaretta dalle labbra e lo guardai sorridendo.
«Questo ed altro per gli Shelby.» Alzai il cappello che tenevo sempre con me e poi lo riposai sulla testa, facendolo sorridere. Ed era quello che mandava all'aria tutto: un suo cazzo di sorriso.

***
Angolo scrittrice

Ed eccomi qui! Scusate per l'assenza ma ve l'ho detto: questa storia andrà più lentamente rispetto alle altre due.
Comunque sia in questi quattro giorni di vacanza pubblicherò! Fatemi sapere cosa ne pensate e grazie per continuare a leggermi😘

A f***ing mess 3 || Peaky BlindersWhere stories live. Discover now