48 To Go

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"È un mio diritto Louis" si impunta di nuovo Harry "non salgo in macchina se non me lo dici"

Il castano rotea gli occhi e ride "un tuo diritto...addirittura?"

"Si, se non mi dici dove andiamo può essere considerato un rapimento" aggiunge incrociando le braccia al petto.

"Non è un rapimento se vieni con me di tua spontanea volontà" Louis sta caricando in macchina i loro borsoni, mentre cerca di farlo ragionare.

Alla fine Harry ha stabilito che era il castano a dover decidere la destinazione, visto che è stata sua la decisione di partire, ci ha messo un po', ma l'ha convinto e nel giro di due giorni hanno comunicato a Kirsten e Daniel di voler fare un piccolo viaggio loro due. I genitori hanno pensato fosse una buona idea per far conoscere meglio la California ad Harry e hanno iniziato a proporre un sacco di mete possibili, che i due hanno semplicemente deciso di ignorare con gentilezza.

"Uf..mi sono pentito di averti dato la possibilità di decidere" si lamenta il riccio, a cui Louis non ha voluto comunicare la destinazione prescelta.

"Te lo dirò se farai il bravo" decreta infine il più grande, stanco di tutte le lamentele.

"Che vuol dire? lo faccio sempre il bravo, cosa dovrei fare?" esclama Harry impaziente.

"Devi smetterla di lamentarti, sali in macchina forza" lo esorta Louis, mentre sua madre e Daniel escono per fare loro le ultime raccomandazioni.

"Chiamate quando arrivate" dice l'uomo e "Lou vai piano, mi raccomando" aggiunge la donna.

"Non vi preoccupate" replica salendo in macchina, Harry è già sul sedile del passeggero con le braccia incrociate e l'espressione accigliata. Controlla di avere tutto ciò che gli serve, incluse le riserve di cibo per il viaggio, poi prepara la musica che, ha deciso, sarà sotto il suo totale controllo.

"Me lo dai un bacio?" chiede Louis con aria furba dopo essere usciti dalla via.

"No" sputa l'altro deciso "hai già avuto abbastanza stamattina" gongola allusivo al pensiero di ciò che gli ha fatto al risveglio. L'altro scoppia a ridere "non ne ho mai abbastanza della tua bocca, tesoro" ammicca nella sua direzione strappandogli un piccolo sorriso divertito "è inutile che lecchi il culo, non funzion...oooh Louis" esclama indignato prima di riuscire a finire la frase a causa del "mi pare ti piaccia" furbo dell'altro.

"Che battuta pessima, sei pessimo" ribadisce, ma scoppia a ridere con lui.

Due ore dopo stanno mangiando delle barrette al cioccolato, mentre ridono perchè Harry ha appena detto un cactus che hanno visto a lato strada assomigliava terribilmente alla sua professoressa di matematica del liceo e Louis sta cercando di fargli capire che è impossibile che un cactus assomigli ad una persona.

"Se ti trovo una foto ti dimostro che ho ragione" si impunta il riccio digitando velocemente qualcosa sul suo cellulare e infatti "eccola" urla mettendo lo schermo in faccia al più grande.

"Haz, sto guidando, aspetta" Louis guarda un'ultima volta la strada poi sposta l'attenzione sul cellulare e spalanca gli occhi sotto lo sguardo d'attesa dell'altro "cazzo, è uguale" ammette sconvolto.

"Te l'avevo detto" gongola Harry rimettendolo in tasca.

"Amore" sussurra Louis dopo pochi secondi ritornando serio di colpo "grazie" dice voltandosi verso di lui.

Il più piccolo sorride "non devi ringraziarmi" dice sporgendosi per lasciargli un bacio sulla guancia.

"Intendo...per tutto...per essere qua, e non intendo adesso, intendo per essere venuto qua quest'estate." precisa.

Driving Down The 101 | L.S.Where stories live. Discover now