Diagon Alley e lo shopping terapeutico

1.7K 80 9
                                    

<<Rosie, il campanello>>

<<Ho ordinato cinese>>

<<Lo sai vero che sei la mia figlia femmina preferita?>>

<<Mamma, io sono la tua unica figlia femmina>>

<<E in quanto tale mi aspetto che tu onori la tua cara progenitrice, andando ad aprire>>

<<Mamma?>>

<<Si?>>

<<Senti, ma questa non è la settimana di ciclo di zia Ginny?>>

<<Si, perché?>> rimane incantata a fissare il corridoio <<insomma lei, cioè... Sicuramente non è una che vive bene le mestruazioni... Ma comunque... Oh per le sottane di Morgana, Rosie! Il nostro cibo è in pericolo!>> esclama, alzandosi dal letto di scatto e ricordandosi di dover lavare la maschera di bellezza dal viso, prima di correre ad aprire al fattorino.

<<Mamma!>>

Non faccio in tempo ad avvertirla che si schianta contro la porta del bagno, dato che ha dimenticato le fette di cetrioli sulle palpebre.

<<Tutto apposto, tutto apposto>> ripete, sfregandosi freneticamente la faccia, chinata sul lavandino <<io distraggo tua zia, tu pensa al cinese>>

<<Vado>> annuisco solennemente e corro fuori dalla camera da letto che fino ad ora ha ospitato il Venerdì sera madre-figlia.

Sorpasso stanza di Albus e di Lily, dove, se non fosse stato per il bacio, al momento si troverebbe anche Scorpius... Oh, Rose! È stato meglio così... Tu non hai potere sulla tua mente o sulle le tue azioni, quando quell'individuo è nei paraggi... E lui, beh, pareva che anche lui avesse bisogno di pensare.

Non che questo pomeriggio, non ci abbiamo provato... A riflettere, intendo, e a risolvere la situazione rispetto a... Beh a noi due. Ma, ecco diciamo che trovavamo alquanto difficile non fiondarsi l'uno sulle labbra dell'altra mentre discutevamo fittamente a proposito del nostro destino.

Scivolo velocemente sugli scalini, una volta sbucata in salone mollo una leggera sberla sulla nuca di James, che ha passato l'intero pomeriggio sul divano, a cercare di battere Hugo ai videogiochi. Attraverso la cucina dove faccio finta di non vedere la nonna nascondere sotto il tavolo la metà dei maglioni che ci confeziona ogni anno per Natale, infine, mi arresto proprio davanti all'ingresso, sciolgo quello che rimane dello chignon e mi sbrigo ad aprire.

<<'Sera>> esclama il fattorino dai lineamenti asiatici, porgendomi il conosciuto sacchetto giallo ocra firmato Wong.

<<Shh! Abbassa la voce>> ordino, guardandomi con ansia le spalle, sperando che mia mamma trattenga zia Ginny ancora un po'.

<<Fanno ventidue e novanta>> bisbiglia sta volta.

<<Ecco a te... Sei nuovo?>> domando, accogliendo tra le braccia il pacchetto dall'invitante profumo orientale.

<<Si, ma sono ancora in prova. Il signor Wong non è un tipo facile>>

<<Fidati, lo so. Ma tu non esci anche con sua figlia?>>

<<Si. Conosci Skipper?>>

<<Abbiamo fatto le elementari assieme>> spiego, rabbrividendo al solo pensiero di quell'inquietante bimba dai boccoli castani e gli occhi rossi che mi seguiva ovunque andassi.

<<Figo>>

<<Già, beh allora buona fortuna>> mi stringo nelle spalle <<sia con il lavoro che con lei>>

What's in a name? That which we call a RoseWhere stories live. Discover now