11. Retaggio

203 14 0
                                    

 Steve non aveva assistito alla partenza del Quinjet. Si era asserragliato come un animale ferito nella tana, rifiutandosi di uscire e rimpiangendo di non aver baciato il suo Alpha prima che partisse.

Era stato il dottor Banner a riportarlo all'ordine, un paio di giorni dopo, chiedendogli di raggiungerlo nel suo laboratorio.

Per quanto non ne avesse alcuna voglia, si costrinse a raggiungerlo; l'ansia lo assalì non appena fu fuori dalle pareti domestiche. I suoi sensi impazziti lo misero in guardia su un nemico inesistente, ma si sforzò di andare avanti, teso come era stato forse solo prima di sottoporsi all'esperimento Rinascita.

Banner era al telefono, ma gli rivolse un sorriso cordiale e gli fece cenno di accomodarsi. Si sbrigò a chiudere la telefonata e riportò su di lui la propria attenzione. Nel suo sguardo non c'era traccia di biasimo per la scenata in sala riunioni, e Steve gliene fu grato. Aveva creduto, temuto persino, che lo avrebbero giudicato debole o irrispettoso. Era un concetto così antiquato, in quel nuovo secolo, da apparirgli persino ridicolo, eppure faceva parte della sua educazione, dei valori che gli avevano insegnato, di una vita e di un ruolo che gli erano stati stretti anche settant'anni prima.

«Non volevo interrompere la tua chiamata».

«Avevo concluso, e comunque ne parleremo tra poco. Come ti senti?».

Il Capitano si strinse nelle spalle, un nodo a chiudergli la gola. «Un idiota. Credo». Sospirò a fondo. «Di cosa volevi parlarmi?». Guardò il telefono, sperando di cambiare discorso.

Banner intrecciò le dita sulla scrivania. «Prima di partire, Tony si è messo in contatto con l'equipe medica che ha assistito Pepper durante il parto. Sono medici molto preparati e firmeranno un accordo di riservatezza».

Steve si agitò sulla sedia. «Non è un po' presto per pensare al parto?».

«Sì», lo tranquillizzò il dottor Banner. «Ma è bene che cominci a programmare le visite e gli esami di cui avrai bisogno nei prossimi mesi. Inoltre mi hanno suggerito di farti usare dei plug per abituare i tuoi muscoli alla dilatazione».

L'espressione smarrita che doveva esibire in quel momento bloccò il dottore, che sorrise in modo bonario.

«Forse è meglio se partiamo dall'inizio». Banner si sistemò gli occhiali sul naso. «Immagino di non doverti spiegare che la gestazione degli Omega maschi è più corta di circa due mesi rispetto a quella femminile. So che ai tuoi tempi questo causava una mortalità infantile molto alta, ma la medicina neonatale ha fatto passi da gigante da allora».

«Come tutto il resto». Non riuscì a mascherare l'amarezza, anche se quello era di certo uno degli aspetti migliori del ventunesimo secolo.

Banner annuì. «Alla trentesima settimana un bambino è perfettamente formato e ha all'incirca il 90% di possibilità di sopravvivere. È per questo che Tony vuole tu abbia a disposizione i medici migliori».

Steve si sforzò di sorridere, ma gli parve di risentire la voce di Bucky che lo metteva in guardia da tutte le cose che avrebbero potuto andare storte.

«Data la tua particolare condizione, però, dovremo monitorare la crescita del feto. Ti prescriverò delle vitamine che dovrai prendere ogni giorno e fra un paio di settimane farai la prima ecografia... Sicuro di stare bene?».

Steve si riscosse e tese le labbra in un sorriso mesto. «È solo un po' d'ansia».

«È normale, Steve. Pensiamo sempre alla gravidanza come a qualcosa di bello, ma è un periodo stressante per il corpo ed è normale avere paura. Inoltre, non sei abituato a stare lontano dal tuo Alpha».

File Ω: [Documento Classificato]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora