Capitolo 9;

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«papà!»

La bambina senza neanche degnare di uno sguardo qualsiasi cosa o persona non fosse suo padre, si catapultò tra le sue braccia e gli stampò un forte bacio sulla guancia.
Intanto Adriano era rimasto paralizzato davanti alla figura di Giusy all'interno della macchina, ancora non riusciva a crederci.
Lei con un sorriso in volto gli lasciò un forte abbraccio, poi fece conoscenza con la ragazza di fianco a lui.

«Giù lei è Eleonora, la mia ragazza» la presentò Adriano mentre le due si scambiarono due baci sulle guance.

Eleonora era a conoscenza di alcuni particolari della storia, Adriano le aveva raccontato diverse vicende e già poteva vedere che Giusy non era per nulla una ragazza antipatica o snob, anzi.
Quest'ultima sentì un colpo di tosse dietro di lei, così si voltò piani verso la figura del suo ragazzo con sua figlia tra le braccia.
Adriano fece segno a Niccolò che stavano andando via per lasciargli semplicemente spazio, eppure Giusy non sapeva cosa fare.
Si era incantata a guardare quella bambina così piccola eppure così bella, data la notevole somiglianza con Niccolò.
Lei la guardava accigliata e cercava di capire chi fosse, e soprattutto cercava di capire il perché fosse stata vicino a tuo padre.

«e tu chi sei?» chiese senza staccarle gli occhi di dosso.

Giusy guardò Niccolò in cerca delle parole da usare, come poteva mai dirgli che era lei quella mamma che per cinque anni non aveva mai visto?

«che ne dici se andiamo sopra dato che qua fa freddo? Tu sei ancora influenzata signorina, mangiamo e poi dritta a dormire»

«no papà è presto dopo mangiato!»

Niccolò alzò gli occhi al cielo e con la mano libera afferrò quella di Giusy, ancora sotto lo sguardo attento di sua figlia che non stava capendo nulla.
Nessuno proferì parola nel mentre che salivano alle scale, almeno finché Niccolò fece segno alla piccola di andare in braccio a Giusy per prendere le chiavi ed aprire la porta.
Appena la ragazza se la ritrovò tra le braccia quasi non sentì il pavimento sotto i piedi, l'ultima volta che aveva provato un emozione del genere lei era piccola quanto un suo braccio.
Entrarono in casa e, quando la bambina scese dalle braccia di Giusy per correre nella sua cameretta, lei respirò a pieni di polmoni quel profumo così familiare.
In quella casa ci era stata solo pochi anni, eppure la considerava più "casa" di quella in cui c'era la sua famiglia.

«vado a posare questa roba» la informò il moro indicando lo zainetto e il cappotto della bambina, per poi lasciarle un bacio sulle labbra e sparire in uno dei corridoi della casa.

L'attenzione di Giusy venne attirata da varie fotografie e quadri nella stanza, così si prese il suo tempo per guardare tutto.
C'erano foto di Niccolò e sua figlia, foto con gli amici, poi sorrise incoscientemente quando vide che le foto con lei c'erano ancora, non si erano smosse di una virgola.
Continuò a guardare quell'inchiostro su carta, finché davanti non le si parò un enorme gigantografia appesa al muro.
Riconobbe subito lo stadio olimpico, Niccolò l'aveva portata un paio di volte con sé a vedere le partite, ma chi chi era quella piccola sagoma in nero voltata verso il pubblico?
Quando tutto le fu più chiaro, spalancò gli occhi e portò le mani sulla bocca, il ragazzo raffigurato lì era lui.

«che guardi?»

«Niccolò quando volevi dirmelo!?»

Lei gli gettò le braccia al collo e lo strinse più forte che poteva, aveva realizzato quel sogno che aspettava da una vita, finalmente anche lui aveva fatto conoscere ciò che aveva da dire al mondo.

«beh prima o poi l'avrei fatto no?»

«sese, più poi che prima per come sei, Dio sono così felice, ma possibile che in pochi anni hai fatto tutto questo?»

«lo so me lo dicono sempre, però non so mai cosa rispondere a dire il vero, faccio solo quello che mi riesce meglio, scrivere e cantare»

«papà io ho fame»

Ed ecco che ad interromperli fu la solita vocina, così la bambina fece il suo ingresso nel salone.
Sembrava avere qualche potere magico, come se nulla fosse quando Giusy la vedeva diventava muta come un pesce.
Niccolò annuì e seguito dalle due raggiunse la cucina, prendendo poi una pentola con dell'acqua e mettendola sui fornelli.

«papà però mi dici chi è lei adesso?»

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