«Il palazzo va a fuoco!»
Seguirono altre grida, passi tra i corridoi del Sogno d'argento e anche chi non era stato svegliato dalle voci in strada fu destato da quel trambusto.
Giampiero si vestì in fretta, comprendendo che non c'era un minuto da perdere. Non osava immaginare nulla, sapeva che doveva verificare con i propri occhi che quelle urla all'albeggiare non fossero solo dettate da suggestioni degli abitanti di Mitreluvui.
Scese al pianterreno, dove i clienti della locanda si erano radunati attorno ad alcune persone che parlavano in maniera concitata.
«Ho portato mia figlia lontana da lì, lei voleva continuare a vedere... non aveva mai visto un incendio, ma avevo paura che ci saremmo rimasti secchi anche noi, ma il fuoco si è fermato al muro e si è spento, di colpo. Di colpo, vi dico!»
Il marchese vide Bianca De Ghiacci scuotere lievemente il capo, come se non riuscisse a credere a tali parole. Era impeccabile persino a quell'ora, con un abito blu a fasciarle il corpo, con il collo niveo adornato da quello zaffiro di famiglia.
Si avvicinò alla locandiera che stava versando del caffè in numerose tazzine.
«Eleonora, è vero?»
La donna sollevò gli occhi su di lui, ancora assonnata. «Pare di sì... se la regina e il principe erano lì... siamo senza sovrani. Sarà un dramma enorme per tutti noi. I Lotnevi erano saggi e sempre attenti alle esigenze del popolo, è difficile che chi li sostituisca riesca a essere come loro. Sono una famiglia rara.»
Giampiero sospirò, devastato da quella notizia. Non si trattava solo dei Lotnevi, c'era ben altro in gioco...
«Devo andare a vedere con i miei occhi. Si può andare?»
Lei gli porse una tazza e dello zucchero. «Nessuno ha vietato nulla» gli rispose. «I soldati non si sono visti, forse quelli al palazzo...»
La locandiera si interruppe, e posò la mano sul bancone, cercando di fermarne il tremolio.
«Era un mostro di fuoco, vi dico!» stava raccontando un altro uomo alla folla radunatasi. «Un mostro che ha divorato tutto!»
«Eleonora...» mormorò il Tirfusama. Aveva immaginato quali pensieri avessero attraversato la mente di quella donna tanto gentile. «Sono certo che suo figlio non era a palazzo. Sarà insieme agli altri al confine...»
«Lo voglio sperare» sussurrò lei. «Non ho sue notizie da molti giorni, stanno portando avanti delle operazioni segrete e non vorrei che...»
Non terminò la frase, travolta dalla paura di non vedere più il suo bambino ormai diventato uomo.
«Questo caffè arriva?» sbraitò qualcuno tra gli avventori.
La locandiera posizionò le tazze su un vassoio e con uno sguardo malinconico si congedò dal Tirfusama, che venne subito affiancato da un'altra figura.
«Nicola era tenuto lì, vero?» mormorò Bianca, con aria grave.
Lui chinò il capo. «Anche Luciana.»
«Questa storia non mi piace... voglio tornare a casa prima che la situazione precipiti. Non mi sento sicura a rimanere qui, stanno accadendo troppe cose che non posso controllare.»
«Le controllerete, Bianca. Siete una donna intelligente e molto dotata per le strategie, sono certo che ve la caverete» disse Giampiero, prima di buttare fuori un profondo sospiro. Non le aveva mai detto cosa pensava sul suo conto, e non si voltò a guardarla, tanto era concentrato nel seguire ogni movimento di Eleonora, ignorata dai suoi clienti eppure tanto più turbata di loro a quella tremenda notizia.
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Selenia - Trono rovesciato
FantasyLIBRO I - COMPLETO «Agli Autunno piacciono gli scacchi» ribatté lei con dolcezza. «Si racconta di un loro avo che sfidava i condannati a morte a giocarci... se lo sconfiggevano avevano salva la vita. Viceversa... [...] Quella con Raissa è una par...