1.13 - SONO ERRORI?

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2 aprile 1986
<Will> Sussurrò Jen, costringendomi a riportare gli occhi su di lei.
Lei disse qualcosa, che non capii. Un po' per la mia confusione, un po’ per il chiasso della festa.
Lanciai un'ultimo sguardo a Mike, che mi stava guardando in modo strano.

Improvvisamente, sentii le labbra di Jen sulle mie.
Cosa cavolo...
Cosa dovrei fare?
Dopo un secondo di confusione e impanicamento, lei si staccò.

Era stato un semplice bacio a stampo, che però mi aveva provocato una fitta strana allo stomaco.
Mi sentivo male, perché non avrei voluto ricevere quel bacio.

Lei mi stava guardando un po' confusa.
Non volevo offenderla qui davanti a tutti, ma non volevo nemmeno continuare a mentire.
<Ehm... possiamo parlare un'attimo?> Le chiesi intento a chiarire la situazione. Lei fece un'espressione interrogativa annuendo.

Le strinsi la mano e la condussi fuori dalla calda e chiassosa palestra, incontrando il fresco della sera e il suo silenzio.
Lei aveva la faccia di chi aveva capito tutto e cercava di escogitare come andare avanti.
Si vedeva dai suoi occhi lucidi e tenuti bassi, e dalla camminata lenta.

Non volevo fare questo discorso.
<Io...Ehm...> Presi un respiro più profondo.
<Tu sei davvero fantastica Jen... solo che io non credo di essere la persona giusta per te... m-mi dispiace... Ma possiamo restare amici> Dissi. Sapevo che lei non avrebbe voluto restare mia amica, ma invece, forse, mi avrebbe odiato.
Dai suoi occhi le scese una lacrima.
<Will... ho rovinato tutto, vero?> Disse. Oddio, era a pezzi. Senza neanche pensarci, mi avvicinai e l'abbracciai.
<No, non hai rovinato niente> Dissi piano. Lei ricambiò l'abbraccio, mentre il suo pianto si faceva un po’ più forte sulla mia spalla.
Restammo così per un po'di tempo.

Ero rimasto seduto fuori tutto il tempo, ma adesso che il ballo era quasi finito, avrei voluto avere un po'di tempo per finire i miei pensieri.
C'era un vento fresco, e a ogni soffiata più forte, rabbrividivo.
In più, la gradinata su cui ero seduto era gelida.
Avrei avuto tutte le ragioni per tornare in palestra, ma non ci riuscivo. Già pensavo alle domande che mi avrebbero rivolto, dato che mi avevano visto baciare Jennifer, o a tutte quelle persone che non conoscevo ballare felici.
Non avevo il coraggio.
Jen dopo quel discorso se n'era andata, visibilmente triste.
Già, anche nella bella atmosfera del ballo sono riuscito a rovinare la giornata a qualcuno. Chissà a chi rovinerò la giornata domani...

Mi sentivo uno scemo a stare qui, fermo a non fare niente, quando magari qualcuno oggi faceva la mossa più importante della sua vita.
Intorno a me c'era il vuoto e il silenzio, cosa che a me aveva sempre messo paura.
Ma ora, al contrario, erano il chiasso e la felicità a spaventarmi. Perché io non le avevo, e mi sembra di non conoscere più quelle sensazioni.
E tutto ciò che non conosci fa paura.
Più che far paura l'emozione in sé mi spaventa quello che una persona potrebbe fare pur di avere anche solo poca di quella felicità altrui.

<Will?> Disse El che mi ritrovai vicino.
Era in piedi poco dietro di me.
<Ah, ciao El> Dissi cercando di fare un sorriso.
<Sei triste?> Chiese lei sedendomisi di fianco.
Credo che lei sapeva già la risposta che le avrei dato e sapeva già che non era vera.
<No... sono solo stanco> Dissi evitando il suo sguardo.
<Perché sei triste?> Chiese ovviamente non credendomi.
Non volevo rispondere.
Guardai in basso, pensando a cosa inventare.
<Io ci ho provato, Will. È da giorni che ti chiedo come stai e non rispondi! Si può sapere che cos'ho fatto?!> Tuonò lei, leggermente arrabbiata.
Oh... non pensavo se la sarebbe potuta prendere.

Poi, forse perché non avevo qualcun'altro su cui sfogarmi, o perché era tarda sera ed ero semplicemente stufo, o per quella gelosia che mi stava divorando già da un po' ogni pezzo del mio cuore, la mia mente cambiò. Sentii una piccola scossa prima di capire che la mia pazienza si stava esaurendo. La pazienza che mi faceva anche solo fare un sorriso, o a nascondere con cura quello che provavo.
Lei cosa ne può sapere?
Nessuno le ha mai chiesto come stava, perché finché c'è Mike lei sta bene, no? Bene, per me è lo stesso.
Diventando improvvisamente irritato, sputai delle parole amare lasciando trasparire la mia frustrazione più di quanto volessi in realtà.

°○◎※That Right Time※◎○°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora