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Taehyung sbuffò con frustrazione quando, per la terza volta, non riuscì ad allacciarsi il bottone della camicia a causa delle mani che gli tremavano troppo.

L'orologio segnava già le quattro e mezza e quel ticchettio continuo che segnava l'avvicinarsi dell'uscita con Jungkook lo stava facendo impazzire, letteralmente.

Provò nuovamente ad infilare il piccolo cerchietto nell'asola e per poco non urlò di gioia nel farcela: aveva optato per qualcosa di neutro, dei semplici jenas neri abbinati ad una camicia bianca oversize, non avendo la più pallida idea di dove sarebbero andati.

In un ristorante elegante? Al parco? In un centro commerciale? Al cinema?

Jungkook non aveva specificato nulla e la cosa non faceva altro che far aumentare la sua agitazione, dato che non sapeva proprio che cosa aspettarsi.

Sperò solamente che si trattasse di un luogo sufficientemente tranquillo per parlare un poco; finalmente si sentiva pronto per discutere col corvino di quello che li aveva portati a quella situazione scomoda ed imbarazzante e Taehyung era sicuro che se non fosse riuscito a prendere la palla al balzo, probabilmente non ne avrebbero più parlato.

Entrò nel bagno ed iniziò a truccarsi leggermente, quel tanto che bastava a nascondere le imperfezioni della pelle e a dare un aspetto migliore agli occhi contornati da occhiaie.

A causa dell'agitazione per quell'incontro non aveva chiuso occhio nemmeno per un istante, tormentato da mille pensieri: e se non fosse riuscito a fare un discorso sensato? E se avesse avuto un attacco di panico?

Il campanello suonò nell'istante esatto in cui finì di spruzzarsi il profumo e trattenne il fiato, il cuore che batteva all'impazzata all'idea di rivedere il corvino.

Uscì dal bagno, sbloccò l'entrata del condominio al corvino e si mise le scarpe, il cellulare in tasca e le chiavi fra le dita che tremavano leggermente.

"Dai Taehyung, ce la puoi fare."

Fece un respiro profondo e poi abbassò finalmente la maniglia.

La prima cosa che si trovò davanti nell'aprire la porta fu un enorme mazzo di fiori, per la precisione di alcune orchidee biance ed altre nere che subito invasero Taehyung col loro intenso profumo.

Ricordava perfettamente come quei fiori fossero simbolo d'amore, motivo per il quale Jungkook ne aveva tatuato uno, ma non capiva il perché fossero di quei due colori specifici.

Alzò lo sguardo e, nascosto dietro tutti quei petali, Jungkook sembrava quasi brillare di luce propria per quanto era bello: indossava skinny neri ed una camicia di seta dello stesso colore, i primi due bottoni sbottonati e le maniche arrotolate ai gomiti.

I capelli solitamente spettinati erano invece tenuti a bada in un codino alla base della nuca, le orecchie lasciate scoperte ed adornate da piercing argentati.

"Hey..."

Taehyung salutò timidamente e con le guance rosse il minore che, tutto sorridente, lasciò il mazzo fra le sue braccia, in modo che potesse lasciarlo sul tavolo della cucina, in un vaso d'acqua.

L'aria era tesa fra i due, specialmente a causa del silenzio totale siccome non sapevano cosa dirsi.

"Partiamo?"

Annuì in risposta e, chiusa la porta, scesero nel parcheggio dove si trovava la Harley Davidson di Jungkook, tirata a lucido per l'occasione.

Taehyung si sentì a disagio: non credeva che quell'incontro sarebbe stato un appuntamento vero e proprio, si aspettava una semplicissima uscita per discutere...

Dirty Dreams [KOOKTAE]Where stories live. Discover now