Capitolo 19

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Mark stava controllando i dati relativi al bilancio del Global Lux quando ricevette la comunicazione da parte di Missy, confermò che sarebbe andato e chiuse la chiamata

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Mark stava controllando i dati relativi al bilancio del Global Lux quando ricevette la comunicazione da parte di Missy, confermò che sarebbe andato e chiuse la chiamata. Aveva sperato che l'incontro con Joshua si sarebbe risolto in tempi brevi, ma sembrava che fosse una questione che richiedeva più tempo. Sbuffò infastidito, provvedendo a disdire la prenotazione al ristorante che aveva fatto per se stesso a pranzo; avrebbe mangiato con il capo della Century nel suo ufficio, di sicuro doveva parlargli di qualche losco piano per concludere degli affari.

"Ieri lo spocchioso, oggi il re delle tenebre" pensò, massaggiandosi le tempie con dei lenti movimenti circolari delle dita, per calmarsi.

Decise di non starci troppo a pensare; mosse il mouse per togliere lo screensaver dello schermo, e tornò a concentrarsi sui dati relativi al bilancio mensile dell'albergo. La sua struttura andava davvero molto bene, i conti erano a posto e gli affari crescevano. Sapeva, però, che senza quella spinta iniziale datagli da Joshua l'albergo avrebbe chiuso da un pezzo; i debiti lasciati da suo padre erano molto ingenti e non avrebbe mai potuto sostenerli se non con la vendita dell'hotel.

Aveva salvato il Global Lux alla fine, ma il prezzo era stato davvero alto. Non era per niente fiero di certe sue azioni. Quando la sera rientrava a casa e si metteva a letto, gli capitava spesso di ripensarci, nel buio, in solitudine. Prima di addormentarsi riviveva una scena in particolare: lo sguardo deluso di Astrid; la donna che aveva amato con tutto se stesso. Il ricordo dei suoi occhi blu spenti e tristi gli bruciava ancora, faceva male.

Era stato un colpo al cuore non poter dire la verità, era una ferita che non si era più chiusa: eppure ci aveva provato a rimangiarsi tutto. Il giorno dopo la furiosa lite che aveva portato alla loro rottura, Mark si era deciso a raggiungerla per dirle ogni cosa; si era recato al ristorante dove sapeva che Astrid stava cenando, ma, proprio mentre entrava, era stato intercettato da Joshua che gli aveva intimato di andare via e di rispettare il loro accordo.

Si era sentito come un maledetto codardo, non aveva fatto niente per agire contro Joshua e aveva accettato di tornarsene a casa. Sapeva che non sarebbe riuscito ad affrontare le conseguenze del suo gesto, teneva troppo all'albergo e teneva troppo alla sua incolumità.

Codardo.

Strinse la pallina antistress nel palmo della mano, imprimendo più forza possibile; era meglio smettere di rimuginare su tutto e iniziare ad avviarsi: Joshua non tollerava chi non rispettava i suoi orari, anche se trovare qualcosa che non infastidisse il capo della Century era davvero complicato.

Si alzò recandosi nel bagno personale, a cui si accedeva tramite una porta interna nel suo ufficio. Lo specchio sopra il lavandino gli restituì l'immagine di un uomo che, in apparenza, aveva tutto. Un imprenditore di successo di trentasette anni, in salute, con il viso incorniciato da una barba curata, dal naso dritto e non troppo grande, con gli occhi verde scuro, smeraldini, che lo avevano da sempre contraddistinto; sua madre era solita chiamarlo "il suo gioiello", perché il colore delle iridi le ricordavano le pietre preziose. Infine aveva una folta chioma di ricci castani, ereditati dal padre. Il suo aspetto curato e impeccabile raccontava molto di lui, ma nessuno avrebbe mai compreso il dolore che si portava dentro.

Chronoma - I colori del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora