Capitolo 9

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Tutto quello che successe quella sera mi sembrò un sogno. Ogni momento, ogni parola e ogni gesto erano diversi, come se mi fossi tolto un peso. Il giorno successivo ci svegliammo presto per fare colazione, non so se fosse stata la sera precedente ad avvicinarci così tanto, ma fui felicissimo di stare con lui, soprattutto dopo avergli confessato i miei sentimenti. << Dormito bene Natsumi? >>. Non avevo più quella timidezza di prima, forse aver fatto certe cose con lui mi ha liberato da quel peso. << Io molto bene, posso anche dire che sono stato benissimo ieri sera con te >>. Mi scocciava il fatto di vederlo sempre così formale e distaccato da tutto, quindi gli dissi di smetterla di parlare in questo modo e di iniziare a parlare come facevano tutti. << So di aver detto di voler cambiare il mio modo di essere in modo positivo, ma non posso farlo di punto in bianco, dopotutto è una scelta difficile >>. Non potetti biasimarlo di certo, cambiare sé stessi è quasi impossibile. Reputavo impossibile cambiare tutto in una persona, la personalità, il modo di parlare e di relazionarsi con le persone sono aspetti unici di una persona, ma Natsumi riuscì a distinguersi da tutti sempre in modo diverso... La sua famiglia gli rovinò la vita, chiedeva disperatamente aiuto senza saperlo, ed io fui l'unico ad accorgermi dei suoi enormi problemi. << Non hai tutti i torti Natsumi, ma non si può cambiare tutto, alcune cicatrici continuano a far male nonostante siano passati anni, bisogna solamente assecondare quelle parti che odiamo di noi stessi >>. Tutti noi abbiamo cambiato qualche nostro aspetto per piacere a qualcuno, io cambiai il mio atteggiamento per piacere a Natsumi e a tutti gli altri, ma lui non ha mai avuto una vera e propria identità. All'epoca avrei detto che Natsumi fosse il solito ragazzo altruista e rispettoso delle regole, ma ora non saprei dire nulla di preciso su di lui. << Sinceramente hai ragione, ma cerco in tutti i modi di non far vedere tali cicatrici, fanno male ogni volta e non riesco a non soffrire... Potrei sembrare un ipocrita dopo tutto questo tempo, ma non riesco a non piangere ogni volta che ci penso. Pensavo che sorridere fosse la cura a tutto, ma invece peggiorò solo le cose facendomi sentire ancora più dolore >>. Mi resi conto che Natsumi soffriva ogni volta che parlava del suo passato, era una sofferenza vederlo soffrire in quel modo, anche io passai momenti difficili nella vita che mi distrussero, ma riuscii ad andare avanti grazie all'aiuto di qualche "persona". << Natsumi so di non poter risolvere ogni problema che ti è capitato nella tua vita, ma proverò in qualsiasi modo, ti aiuterei anche se dovessi dire addio a tutti pur di aiutarti >>. Forse esagerai con quelle parole, ma Natsumi ne sembrò veramente colpito, riuscii a rassicurarlo almeno un po', ero probabilmente l'unico a farlo sentire meglio. << So che tu fai del tuo meglio per farmi stare meglio e lo apprezzo molto, ma come hai detto tu reinventare sé stessi è quasi impossibile, ogni sfaccettatura di una persona la rendono quello che è >>.

Parlammo per molto tempo dell'argomento, fino a che non decidemmo di fare una passeggiata per distrarci. Entrammo nel bosco lì vicino, vedemmo un sacco di animali tra cui gli scarabei, proprio quelli che piacevano a Natsumi. Ad un certo punto durante questa passeggiata trovammo un piccolo lago con l'acqua abbastanza calda, come se fosse una sorgente termale. Natsumi voleva farsi un bagno, ma pensava che dicendo di non aver portato il costume saremmo tornati indietro, ma invece io andai comunque nell'acqua, senza vestiti e costume. Dopo un po' entrò anche Natsumi che all'inizio sembrava a disagio, però dopo essersi reso conto di essere solo con me, il disagio andò via e iniziò a rilassarsi insieme a me.

Ad un certo punto Yoichi si addormentò sulla mia spalla rendendomi incapace di ogni movimento. Pensai alla serata precedente e quanto stetti bene con lui, ma sentivo che qualcosa fosse sbagliato in quello che facemmo. Quella sensazione mi fece ribollire il sangue nelle vene, confondendo le mie idee. Se fosse sbagliato stare con Yoichi? Se stessi facendo un errore a voler cambiare ancora una volta? Ognuno di questi pensieri mi tormentò ogni secondo, però mi vennero in mente tutti i momenti che trascorsi con lui durante l'anno e tutte le dolci parole che mi disse per farmi stare meglio. Tutti questi pensieri confusero le mie idee, sentii varie emozioni tra cui il dispiacere di non aver conosciuto Yoichi molto prima, la dolcezza di sentirmi bene con me stesso, il dolore del mio passato e tanti altri fattori che forse riuscirono a creare una vera e propria personalità che facesse al caso mio. Se dovessi dire qualcosa su di me, direi che sono un codardo. Un codardo che non ebbe il coraggio di dire no. Se solo avessi detto no ai miei genitori tempo fa, non mi sentirei così afflitto dalle mie decisioni passate. Ma se avessi detto no, non sarei stato con Yoichi, che mi consolò per giorni cercando di diminuire la mia sofferenza. Non era semplice pensare che le mie decisioni sbagliate mi avevano portato ad un piccolo granello di felicità, dopotutto all'epoca stare con Yoichi era l'unico modo per non sentirmi solo al mondo.

Passò un'oretta e iniziai a chiedermi se svegliare Yoichi dal suo sonno profondo. Decisi di svegliarlo, ma sapevo che svegliarlo a parole era impossibile, quindi gli gettai un po' di acqua in faccia e la sua reazione non fu proprio una delle migliori. << Che diamine fai Natsumi!? Perché mi hai svegliato proprio sul più bello!? E poi sai che nessuno deve disturbarmi quando dormo! Dovrei annegarti per quello che hai fatto! >>. Fu esilarante vedere Yoichi arrabbiato in questo modo per così poco, infatti scoppiai dalle risate facendolo rimanere a bocca aperta. << Ma allora sai ridere?! Che scoperta meraviglio- volevo dire perché stai ridendo!? >>. Continuai a ridere fino a perder fiato, forse fu la prima volta in tutta la mia vita che risi così tanto. << È difficile non ridere quando ti arrabbi in questo modo Yoichi! E poi siamo a mollo da un'oretta quindi credo sia l'ora di andarcene >>. Conoscendo Yoichi sapevo già la risposta che avrei ricevuto, quindi cercai di corromperlo dicendo che avrei fatto qualunque cosa che avesse voluto pur di tornare nella tenda. << Qualunque cosa? >>. Pensai che mi scavassi la fossa da solo ma invece Yoichi fu clemente e quando tornammo alla tenda mi chiese solamente di tornare al Camp Buddy entro il pomeriggio. << Come mai vuoi già tornare, ti annoi in questo posto? >>. Inizialmente pensai che fosse colpa mia se volesse andare via così presto, però mi confessò che voleva solamente tornare nella cabina perché non ha dormito molto bene.

Nel pomeriggio tornammo al Camp Buddy e notai che c'erano tantissimi scout che Yoichi evitava, forse erano gli scout che venivano ne periodo invernale. Capii solo in quel momento il motivo per il quale tornammo lì al Camp Buddy. Una volta entrati in cabina sistemammo le nostre cose e andammo in bagno per farci una doccia. << Ora capisco come mai sei voluto tornare presto >> gli dissi con il mio solito fare pacato, non volevo sembrare sgarbato, dopotutto lo fece per non far occupare la nostra cabina. << Mi spiace non avertelo detto prima, ma avresti detto che non ne sarebbe valsa la pena tornare soltanto per la cabina >>. Non ebbe tutti i torti perché i primi anni trovavo sempre la cabina in disordine al mio ritorno al Camp Buddy, ma quest'anno la trovai come la lasciammo a fine anno. << Questo è vero, ma sono felice che tu mi abbia mentito a fin di bene, però non credi che solleverà qualche sospetto avere una cabina solo per due persone? >>. All'epoca m'importava troppo dell'opinione della gente e questo fu uno dei vari motivi del mio sembrare perfetto in tutto. << Credi che m'importi dell'opinione di alcuni ragazzini? La Capo Scout Yuri mi ha dato questa cabina per viverci, non per farci entrare degli sconosciuti che la rovinerebbero >>. Yoichi in quel momento mi fece riflettere molto. Per Yoichi era normale chiamare un posto del genere "Casa" dopotutto visse lì per anni dopo ave subito l'abbandono dei genitori, per me quel posto era un metodo per fuggire dai problemi che nascevano nella mia vita. Mi chiesi spesso se a Yoichi piacesse rimanere chiuso in quel posto per tutto il tempo, senza avere la libertà di conoscere il resto del mondo, volevo fare qualcosa per sdebitarmi dopo tutto la sua premura. << Yoichi che ne dici se in questi giorni andiamo a fare un giro in città? Potrei chiedere alla Capo Scout Yuri se possiamo >>. Yoichi rimase di stucco dalla mia domanda, forse non ne aveva tanta voglia, anche perché non rispose subito, ma quando lo fece sembrò molto entusiasta dall'idea.

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