What am I even feeling?

Capitolo 36

Io e Knox andammo a parlare fuori dalla cabina. Stavano ancora tutti dormendo e quindi non volevamo svegliarli. << Dimmi Natsumi, di cosa volevi parlarmi? >>. Gli parlai del mio sogno, che stranamente ricordavo alla perfezione. Però solo mentre lo descrissi, mi resi conto che quella non era una Lupa, ma era Yuki, il cane di Yoichi. Però non mi feci distrarre da questo dettaglio e continuai a raccontargli tutto. Quando terminai il mio racconto, gli chiedi di dirmi che cosa avrei potuto fare per stare meglio una volta per tutte. << Dovresti semplicemente piangere... Tu ci stai male, e so che hai pianto quando eri da solo sul bus, ma non hai mai fatto davvero vedere a tutti noi quanto davvero soffri >>. Aveva ragione, stavo soffrendo e non poco, però come potevo dirlo a tutti? Non potevo, anzi meglio dire che non volevo... << Natsumi, guardami negli occhi e dimmi cosa senti pensando a Yoichi, altrimenti non uscirai mai da questo circolo vizioso >>. Feci proprio come mi chiese, e la prima cosa che mi venne in mente, fu quando si fece perdonare al Campo Sportivo, mi asciugò le lacrime, e nonostante gli avessi detto di andare via, era rimasto lì per me. Solo a pensarci iniziai a sorridere, ma allo stesso tempo a piangere dalla malinconia di quei momenti. Volevo tornare a quei tempi per stare di più con lui più di ogni altra cosa. Continuavano a riaffiorare ricordi passati insieme a lui, dai più felici a quelli più tristi. << Eravamo felici... Ogni giorno gli chiedevo se stesse bene, e lui puntualmente mi diceva "Ovvio che sto bene, perché me lo chiedi ogni giorno se sai già la risposta?" e solo ora so la vera risposta a tutto questo >>. << Non potevi di certo saperlo all'epoca, Yoichi era bravo a mantenere i segreti, quindi nessuno di noi poteva sospettare tutto questo >>. Mi davo la colpa per tutto questo, ma alla fine non avevo fatto nulla di male. Cercavo di farlo sentire bene tutti i giorni, gli chiedevo come stava ogni singolo giorno, e stavo con lui tutto il tempo possibile. Era stupido pensare che fosse colpa mia, ma quel giorno stava per dirmi che voleva suicidarsi, ma era tardi e quindi dovevamo andare a dormire. Se solo una volta avessi infranto le regole, probabilmente nulla di tutto questo sarebbe successo. << Devi smetterla di darti tutta la colpa Natsumi, cosa devo fare per fartelo capire!? >>. << Non devi fare nulla, so che non è colpa mia e che ho fatto il possibile, ma volevo darmi la colpa di tutto questo perché volevo fare di più per lui. Sapere che ora non lo rivedrò mai più mi fa soffrire molto >>. Knox mi sorrise, e mi disse che prima o poi tutto questo sarebbe passato, e che presto mi sarei sentito bene. Lo ringraziai e gli dissi che mi sarei sentito bene molto presto proprio come lui stesso mi disse. Andammo via dal Camp Buddy e nessuno di noi ci tornò più. Tutti noi rimanemmo in contatto, e ogni tanto riuscivamo a vederci, ma tra la scuola, il lavoro e altro, uscire tutti insieme era difficile.

<< Anche ora mentre racconto questa storia a te, mi viene quasi da piangere. Ogni volta mi chiedi sempre di raccontarti un episodio della mia vita, e visto che hai diciotto anni, meritavi di conoscere l'episodio più triste della mia vita. Sei mio figlio, e non ho nulla da nasconderti ormai. Sai già che vostra madre è morta da parecchio, e che ho dovuto lavorare sodo per far crescere bene te e le tue sorelle. Quindi ti chiedo solo di divertirti e di vivere al meglio finche puoi figliolo.>>. << Ora capisco perché non ci hai mai forzato a fare quello che volevi, tu non volevi diventare come i tuoi genitori e non volevi compiere i loro stessi errori >>. << Esatto >>. Per lui questa storia sembrava all'inizio una come tante, ma non gli avevo mai raccontato del Camp Buddy e di tutto quello che io avevo provato in quel posto. E devo dire, che non mi sono mai pentito di esserci stato, e mai me ne pentirò. Senza di esso non avrei mai conosciuto Keitaro e gli altri. Non mi sarei mai fidanzato con Yoichi, non mai sofferto a causa sua, e di certo non avrei mai incontrato il mio migliore amico. Prima o poi ogni storia giunge al termine, proprio come la mia.