Capitolo 2. Amsterdam ( Part I).

1.4K 50 2
                                    

Revisione 11/11/19

_____________


{Cake.} 

POV Luke.

Odio le regole, ma pur odiandole solo una semplice e stupidissima regola mi ero imposto di rispettare quando ho deciso di avviare la mia vita sessuale.
Mai andare a letto con lo stesso ragazzo per più di una volta. 
Bene, Michael Clifford ha rovinato tutto!
In questo momento io non dovrei essere qui con lui. Nel suo letto. Avvinghiato a lui come se non ci fosse un domani. Eppure ci sono, il mio corpo c'è, la mia mente anche. Insomma, tutti presenti! Non scopo con qualcun altro che non sia Clifford dalla sera della festa a casa mia. Sono passate esattamente due settimane. Quattordici giorni. Solo Michael Clifford. Pompini fatti da lui. Orgasmi raggiunti grazie alla sua innata capacità di farmi eccitare in modo del tutto esagerato. Baci che, Dio no...i suoi non sono semplici  baci...sono qualcosa che ti spingono a volerne altri, così da poter decidere se sono davvero baci o qualcosa di ancora indefinito.
"Domani possiamo saltare scuola e andare al mare. Mai scopato sulla spiaggia?" mi chiede improvvisamente, interrompendo un lungo bacio. Io lo guardo. Penso sia davvero un'ottima idea...oserei dire quasi romantica. Peccato solo che in Michael Clifford non ci sia proprio niente di romantico. Prima di rispondere ricordo della gita ad Amsterdam. Quindi:
"Domani parto. Noi del terzo andiamo in gita. Starò via cinque giorni...mi sono dimenticato di dirtelo. Scusami." dico.  Michael si irrigidisce di colpo, lasciando cadere la mano che aveva appoggiato contro il mio collo.
"Hemmings, no...non chiedermi scusa. Io non voglio sapere i cazzi tuoi. Io e te scopiamo. Solo questo." con un mezzo sorriso sulle labbra, faccio cenno di sì con la testa.
"Bene." dico. La sua mano ritorna sul mio collo. La stretta è più decisa.
"E dove andate?" mi chiede avvicinando il viso al mio.
"Amsterdam, te l'ho detto."
"Amsterdam. " ripete lui con un sorriso. "La città delle puttane, insomma il tuo ambiente naturale. Sei felice piccolo Lukey?" mi chiede curioso.
"Sarò felice se troverò qualcuno con cui scopare. Cinque giorni senza sesso non resisto." dico, però non lo penso davvero. Perché l'ho detto?
Per far ingelosire Michael. mi suggerisce una voce nella mia testa.
"Piccolo ninfomane!" Michael  ride, mordendomi il labbro inferiore.
"Se non trovi nessuno...basta che mi chiami. Il sesso telefonico è pur sempre sesso."
"Sesso telefonico? Uhm...ottimo."
"Però adesso sei qui...quindi il telefono non ci serve." sussurra piano. E la mia mano, come incitata dalla sua affermazione, accarezza il suo interno coscia, risalendo fino all'altezza del suo membro eccitato.
"Quindi...mi vuoi ancora?" gli sussurro all'orecchio.
"Ti voglio per tutta la notte." risponde saltandomi di sopra a cavalcioni.
 

*-*-*-*-*-

 
Se pensate che il "ti voglio per tutta la notte" di Michael sia figurale, vi sbagliate di grosso. Scopiamo fino alle prime ore del mattino. Verso le quattro mi accompagna a casa e  prima di andarsene mi stringe i fianchi e mi avvicina a lui, sussurrandomi:
"Cerca di fare il bravo." Poi mi bacia per dei secondi interminabili. Questo bacio non mi sembra uguale a tutti gli altri. Non mi sembra minimamente un bacio malato e rude, tipico di Michael. Per la secondo volta nello stesso giorno mi ritrovo a pensare che forse sta provando ad essere dolce con me. Perché? 
Prima che io possa dire qualsiasi cosa, anche un semplice ciao, lui entra in macchina e se ne va. Io rimango immobile in mezzo al marciapiede, con lo sguardo fisso sull'orizzonte. Troppi pensieri mi frullano per la testa e sono decisamente troppo stanco per pensarci.
Con fare furtivo raggiunto la mia stanza, stando attento a non svegliare i miei. Sicuramente non si sono accorti che mancavo, ma evito di dar loro la possibilità di potersi comportare come farebbero due genitori normali nel vedere loro figlio rientrare alle quattro del mattino.
Tiro fuori dall'armadio la valigia e, del tutto noncurante, butto dentro quello che penso mi potrebbe servire. E quando arriva il fatidico momento dei preservativi (come se in Olanda non ci fossero), esito. Lo faccio perché un pensiero assillante, che porta il volto di Michael Clifford, mi invade ogni singola parte del cervello. Ma che sto facendo? Non posso essermi affezionato a lui...è contro natura affezionarsi ad uno come Michael. Devo smettere di pensare che tra di noi potrebbe esserci qualcosa di...tangibile.
Quindi, sì, i preservativi li predo!
Appena chiudo la valigia e provo a spostarla dal letto a terra, mi rendo conto che è decisamente troppo pensate. Ecco, questo è uno dei momenti peggiori nella vita di ogni essere vivente: la paura di non riuscire ad imbarcare la valigia perché pesa troppo. Insomma, esasperante!
Sono quasi le cinque. Alle sette e mezza devo essere in aeroporto. Mi getto sul letto, intenzionato a riposarmi un po', però non ci riesco. Mi rendo conto che tutto attorno a me sa di Michael, perché l'abbiamo fatto così tante volte nel mio letto da impregnargli dentro la nostra essenza. Forse dovrei chiarire la situazione con lui. Forse il nostro rapporto è davvero cambiato. Forse, e solo forse, lui prova qualcosa per me. Qualcosa di reale. Ovviamente qualcosa che non sia voglia di sfondarmi il culo. Prendo dalla tasca dei jeans il cellulare. Apro i messaggi: l'ultima conversazione è proprio con lui. Con mani tremanti, comincio a scrivere e ripetutamente a cancellare ogni parola. Dopo il terzo tentativo di concludere la prima frase, decido di arrendermi. Trovo assurdo che io abbia pensato di dirgli che per me è molto di più che un semplice corpo al quale mi unisco in cerca di piacere. Davvero assurdo.
"'Fanculo Michael Clifford."
 

Take me hard|| 5SOSWhere stories live. Discover now