-•Capitolo 16

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Ancora non riuscivo a crederci.

Non riuscivo a credere di essere in macchina in direzione di Edimburgo, con mio padre alla guida, con Beth che sonnecchiava a bocca spalancata, adagiata sulla mia spalla, ma soprattutto con Luke, dalla parte opposta alla mia sul sedile posteriore, che guardava fuori dal finestrino con aria annoiata.

Forse Arianna aveva una sorta di potere su di lui. Avrei dovuto essere gelosa?

Quando gli avevo proposto di accompagnarmi alla festa di compleanno di Ari, lui aveva sorprendentemente annuito. Probabilmente sperava che il compleanno si svolgesse nella prestigiosa, meravigliosa, enorme e ricca villa della sua famiglia, nel quartiere residenziale di Edimburgo, ma non era così. Per le vacanze, i genitori di Arianna l'avevano spedita contro la sua volontà da un suo zio che viveva in campagna, Frank, e quindi ci aveva invitato lì.

Altrettanto sorprendentemente Luke non aveva detto nulla al riguardo ed era venuto con noi lo stesso. Forse avrei dovuto davvero essere gelosa di Arianna.

Quanto a mio padre, era bastato dirgli che Frank era un contadino come lui per assicurarsi un viaggio di andata e di ritorno per Edimburgo, nonostante fossero più di sei ore di macchina. Solidarietà fra contadini.

Beth aveva coraggiosamente invitato John a venire con lei alla festa e lui, contro ogni previsione, aveva detto di sì, così ci eravamo incaricati di accompagnarlo. Era di Londra come noi e saremmo potuti passare a prenderlo senza problemi, prima di recuperare Luke a Edimburgo e dirigerci verso la campagna.

John però aveva gentilmente rifiutato, dicendo che sarebbe venuto in treno, e Beth era così emozionata all'idea di vederlo nelle vacanze, ma allo stesso tempo così titubante che, dopo aver sussurrato per tutto il tempo Verrà o non verrà?, era crollata addormentata circa a metà tragitto.

«Kia» mormorò Luke ad un punto.

Mi voltai verso di lui, sorpresa. Era la prima volta che apriva bocca da quando eravamo passati a prenderlo a casa sua, nel centro di Edimburgo.

«Sì?»

«Perché i genitori di Arianna l'hanno spedita in campagna?»

Era la prima volta che apriva bocca e già parlava di Arianna. Forse avrei dovuto seriamente essere gelosa, pensai, trattenendo un gemito.

«Arianna odia la campagna, ma i suoi sono convinti che un periodo lontano dalla città le faccia bene» spiegai, evitando il suo sguardo.

«Come può odiare la campagna?» intervenne mio padre, che probabilmente mi aveva sentito.

Poi cominciò a elencare tutte le meraviglie che, secondo lui, rappresentavano vivere in campagna, in mezzo alla natura, senza neanche rendersi conto che né io né Luke lo stavamo più ascoltando.

Incrociai le braccia al petto, abbandonandomi con la schiena contro il sedile posteriore.

Sarebbe stato un viaggio molto lungo.

****

La proprietà dello zio di Arianna era veramente vasta, constatammo mentre attraversavamo il vialetto diretto a casa sua con la macchina.

Ai lati della strada si estendevano centinaia di ettari di campi coltivati stagliati contro il sole, che iniziava a tramontare proprio in quel momento e, ancora più lontano, si intravedeva la cima di un silos e quella di un mulino. Qua e là, nei pochi campi non ancora coltivati, pascolavano gruppi di mucche e di pecore e si respirava finalmente aria pulita, come a casa mia.

«Che meraviglia» disse Beth, ormai sveglia, sapendo di parlare a nome di tutti e quattro.

La nostra auto procedeva piano, permettendoci di osservare incantati il paesaggio.

Love School - La scuola dell'amoreWhere stories live. Discover now