Tredici

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-Ti ho detto di andartene Mark-

-Axel per favore, lasciami almeno spiegare! Non sai niente di come stiano le cose fra me e Nathan, ti stai basando solo su delle tue supposizioni infondate!-

-Ti ho detto di andartene, mi fai solo schifo- aveva ribadito il biondo, del tutto intenzionato a non aprire la porta al castano, che lo aveva seguito fino a casa.

-Lascia almeno che ti medichi il naso, che ti guardi i bambini mente vai in ospedale!-

-Non ho bisogno del tuo aiuto-

-Si che ne hai bisogno! Hai il naso rotto e due bambini piccoli che non puoi portarti dietro, non hai scelta Axel!-

Il biondo aveva sbuffato, poi aveva atteso qualche secondo per poter pensare ed infine aveva aperto, giungendo alla conclusione che l'aiuto di Mark in quel momento, fosse proprio necessario.

-Dio, Axel finalmente!-

-Non mi toccare- aveva detto l'altro allontanandosi dal castano -i bambini sono di la, cerco di fare in fretta-

-Axel per favore, dammi solo un minuto per spiegare-

-Non ce n'è bisogno, so quanto ti piaccia scoparti quel poveretto come se fosse una ruota di scorta, mi fai vomitare Mark-

-Ma Axel non è affatto vero, lasciami spiegare!- aveva insistito Mark, così Axel gli aveva chiuso la porta in faccia, dirigendosi verso la propria auto per raggiungere il pronto soccorso.

Aveva atteso a lungo, prima che suo padre si accorgesse di lui; quando lo aveva finalmente notato, lo aveva fatto passare avanti e lo avevano medicato subito.

Come aveva sospettato, il naso era rotto ed il padre, un uomo orgoglioso e rigido, insisteva affinché il figlio denunciasse il ragazzino che lo aveva colpito.

Per Axel però, l'intera situazione era abbastanza assurda già così, quindi assecondò il padre solo per non farlo arrabbiare e finalmente, quando le sue povere orecchie furono libere dalle sue lamentele, uscì dall'ospedale, senza alcuna intenzione di proseguire in termini legali come aveva insistito l'uomo più grande.

Quando però realizzò che sarebbe dovuto tornare a casa, una profonda angoscia lo invase.

Era deluso da Mark anzi ne era disgustato; aveva visto negli occhi di Nathan il suo odio per lui ed in quel momento aveva desiderato con tutto se stesso di poter scomparire.

Non gli andava affatto di rivedere Mark, di doverlo sopportare ancora mentre insisteva come un bambino, inventandosi una scusa dopo l'altra per il suo comportamento.

Era insistente e stupido, proprio come lo era da ragazzino; non capiva quando esagerava e soprattutto non si rendeva conto della gravità delle proprie azioni, delle loro ripercussioni sugli altri.

Ed Axel non aveva la forza di averci ancora a che fare, perché quello che stava facendo a Nathan gli dava la nausea; gli ricordava troppo quello che lui aveva fatto ad Austin.

Passeggiava distrattamente mentre pensava a tutto ciò, stringendosi nel suo lungo cappotto nero.

Ormai si stava facendo sera e presto le luci per le strade avrebbero cominciato ad accendersi.

Le vetrine dei negozi, illuminate e ben decorate, coloravano la via lungo la quale il ragazzo camminava, perso nei propri pensieri.

Un profumo familiare e piacevole gli stuzzicò le narici, facendogli notare di essere vicino ad un fioraio, davanti al quale erano allestite delle graziose fresie, i fiori preferiti da Austin.

Il vuoto oltre noi [Goutora/Gouendo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora