E poi il rimpianto

3 0 0
                                    

Quando mio padre morì, ebbi a malapena il tempo di realizzare che non lo chiamavo ormai da anni. E adesso, pensai, ho il suo numero di cellulare salvato in rubrica, ma non potrò più sentire la sua voce. Una risata amara con le lacrime scaturì da quel volto in cui ormai era impressa l'angoscia dei figli. Il mio volto. Quando andavo all'asilo, mio padre aveva voluto fare il cuoco, pur di farmi mangiare cose decenti in mensa. Se adesso fosse vivo, come mi capita spesso di immaginare, probabilmente si batterebbe per farmi misurare la febbre e portare la mascherina, senza dover impazzire. Abbiamo passato gli ultimi mesi nelle nostre case, in isolamento, come fossimo in vacanza. Le famiglie improvvisamente costrette ad essere riunite: genitori e figli finalmente seduti allo stesso tavolo a pranzo e a cena. Ma siamo sicuri che funzioni? In un mondo ideale, sarebbe bello che genitori e figli andassero d'accordo. 

Ora vi racconterò le cose come sono andate, dal mio punto di vista. Ho vissuto il distacco parentale come qualcosa di innaturale, per me la famiglia è, ed è sempre stata, qualcosa di irrinunciabile. fin da piccola, aspettavo il momento in cui, durante il sabato e la domenica, si partiva per andare a trovare i nonni.

Riflessioni interioriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora