Capitolo due - Università Dei Tre

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Okay, forse Louis non ci ha pensato bene.
Non è che non crede più alla sua causa; è ancora determinato a scoprire cosa c'è di così terribile in quel ragazzo.
È solo che, beh, non ha assolutamente idea di dove guardare. Non sa dove Harry sceglierebbe di trascorrere il suo tempo libero. Non sa se ha degli amici, non sa se è riservato oppure no, se sta seduto da solo nel suo dormitorio e ignora gli altri o se ama socializzare con le persone.
Dopo aver camminato senza meta per il campus, Louis sa che deve chiedere a qualcuno, il che è leggermente umiliante.
Cosa avrebbe dovuto dire? Ehi ciao, quindi, c'è questa creatura chiamata Harry che non ho mai incontrato, mai visto, e di cui non ho mai sentito parlare prima di questo pomeriggio. Sai dove potrei trovarlo?
Rabbrividisce solo al pensiero.
Forse potrebbe introdurre l'argomento come uno scherzo. Non ci crederesti mai, ho appena perso una scommessa con i miei amici e ora devo andare a cercare questo tizio di nome Harry Styles. Sai chi è?
È una cosa che potrebbe fare? Un qualcosa di accettabile?
Louis non lo sa.
Non ci sono molte persone nel campus, in quel momento, e la maggior parte sta entrando all'interno dell'università perché il sole sta tramontando, quindi sa che deve agire rapidamente. Sembra che non abbia molta scelta, dopotutto.
È come strappare un cerotto, pensa.
(Non che lui sappia come ci si sente, è una frase che ha sentito utilizzare da un essere umano, una volta. Immagina stia a significare qualcosa di veloce e innocuo. Almeno spera).
Con la mente che corre in modo incomprensibile, punta una centauressa seduta tranquillamente sotto ad un albero vicino ai gradini di marmo. Sembra abbastanza cordiale. Da quello che Louis sa, i centauri sono perlopiù creature simpatiche, un po' sfuggenti ed eccentriche, ma può affrontarle.
Quando Louis si ferma di fronte a lei, si schiarisce goffamente la gola per attirare la sua attenzione e la ragazza smette di pettinarsi i capelli biondo platino per fissarlo.
"Ciao," dice Louis, e riesce a sentire le sue guance diventare rosse. "Scusa se ti disturbo ma- sai dove potrei trovare Harry Styles?"
La centauressa lo guarda dall'alto in basso con un cipiglio sul volto. "Perché qualcuno come te vorrebbe avere a che fare con Harry Styles?"
"Um." Louis guarda verso il basso, posando lo sguardo sui suoi piedi nudi. "Non è- non è niente. Una stupida scommessa. E sai, non l'ho mai visto prima d'ora e io – pensavo che forse tu potresti conoscerlo?"
Beh, sicuramente non è il suo miglior approccio. Davvero, congratulazioni Louis, si rimprovera internamente, e deve sforzarsi parecchio per non prendersi a calci da solo o fare qualcos'altro di imbarazzante. Lei ora sarà sicuramente in grado di guardare oltre il tuo aspetto fragile, quando arrossisci come una siepe di rose e balbetti peggio di un bambino.
"Oh, tesoro." La centauressa lo guarda preoccupata, e sì, Louis odia essere una fata. Fanculo tutti i vantaggi dell'essere una creatura fatata, vorrebbe diventare un gigante spaventoso. Vuole essere un drago feroce, un qualcosa che faccia si che le persone lo guardino con rispetto e paura, non un qualcosa che le persone guardano dall'alto in basso come se fosse fragile come una foglia d'autunno.
"Fatti un favore e vattene, ok?" Continua la ragazza, aggrottando le sopracciglia e facendo impazzire Louis. "Torna da dove sei venuto e di ai tuoi amici che sono anime terribile per aver scommesso su questo. Non è qualcosa che dovresti fare."
Non sono un bambino! Non sono un bambino!
"Sì che lo è, invece." Replica Louis con tono fermo. "Ho davvero bisogno di farlo."
"Senti, Harry non è un'anima buona. Non è qualcuno che vuoi conoscere."
"Santo Odino, non sono fatto di vetro!" Esclama il giovane, alzando le mani per sottolineare la sua frustrazione. "Senti, se non vuoi aiutarmi capisco, ma non cambierò idea. Sai dove si trova o no?"
La centauressa bionda lo guarda per qualche secondo con le labbra increspate, pensando se sia una buona idea dire la verità. Probabilmente non lo è. Sicuramente non lo è, lei lo sa, e anche Louis lo sa. Ma ormai vuole disperatamente dimostrare di essere forte come chiunque altro in quel posto, e guarda la creatura con uno sguardo supplichevole.
Alla fine, lei sospira e scuote la testa. "Di solito gironzola dietro l'edificio principale. Probabilmente non è da solo. Ha la sua folla di ammiratori e di solito non sono molto simpatici. Fai attenzione, per favore."
Louis sospira profondamente. "Grazie mille, davvero. Sono in debito con te."
E poi se ne va il più velocemente possibile. Si ritrova persino sospeso a pochi centimetri dal suolo, non essendo nemmeno in grado di controllare la sue ali per l'impazienza.
Improvvisamente sente delle voci, e capisce che ci sono delle persone dietro l'edificio, come ha detto la centauressa. Le voci sono ruvide, forti, e li sente ridacchiare incessantemente. Quasi gli fanno venire i brividi lungo la schiena.
Louis non è stupido, sa che questa cosa potrebbe essere pericolosa, quindi invece che marciare verso quegli estranei in tutto il suo orgoglio, opta per dare prima una sbirciatina, nascondendosi dietro l'angolo dell'edificio. È sempre un vantaggio sapere in cosa ti stai cacciando, e al momento Louis ne ha bisogno. Può anche sentirsi forte e sicuro grazie all'adrenalina e al desiderio di dimostrare a se stesso che può farcela, ma non è completamente spericolato.
Sono tutti seduti sull'erba- ma non c'è un numero eccessivo di creature. Louis ne conta sette e si sente sollevato. Almeno Harry non si è procurato un vero esercito di disadattati; quelli lo avrebbero spaventato un po' (molto, in realtà. Lo avrebbero spaventato molto). C'è differenza tra essere coraggiosi e fuori di testa.
Adesso, qual è Harry?
Louis studia da vicino ogni creatura, osservando ogni singolo dettaglio che potrebbe risultargli utile per identificare chi sta cercando.
Ci sono molti ibridi. Una ragazza ha il torso di un essere umano, ma al posto delle gambe ha una lunga coda di serpente. Le squame luccicano alla luce del sole, abbinate alle foglie verdi sopra di lei. La creatura che ha accanto Louis l'ha vista un paio di volte. È il ragazzo con un paio di zanne e la pelle pallida che camminava dietro di lui il primo giorno. Louis ora sa che si tratta di un vryolaka, un vampiro.
(Una parte di lui si chiede in che modo queste creature possano contribuire ai vari universi, cosa fanno per essere additati come 'aiutanti' di qualsiasi tipo. Prende atto mentalmente di cercare informazioni a riguardo).
Individua un paio di centauri maschi e un paio di quelle che sembrano Valchirie- poi i suoi occhi cadono su un ragazzo al centro.
Louis ricorda vagamente di aver detto a Stan che non c'è niente di più bello della natura durante l'alba. Vorrebbe rimangiarsi tutto quanto adesso.
La creatura ha la mascella affilata e gli occhi spalancati, le sue labbra sono rosse come ciliegie e la sua pelle è liscia, di un color avorio ipnotizzante. Louis osserva il vento che gli scompiglia i riccioli, e gli fanno venire in mente il colore delle castagne mature.
Avrebbe quasi scambiato quella creatura per un umano, ma probabilmente è impossibile per un umano mantenere quel tipo di perfezione fisica. Quello, e i segni neri e ricurvi a spirale che corrono su e giù lungo le sue braccia nude.
Louis ha ormai capito che quei tatuaggi neri devono essere un segno distintivo di uno spirito discendente dai Romani o dall'Olimpo, dal momento che gli spiriti della foresta li hanno di colore blu. Non sa se ciò accade quanto entri in un corpo ospite, o se è solo un segno che non sei effettivamente fatto di carne e ossa, è solo certo del fatto che indicano uno spirito. Gli spiriti hanno un loro corpo? È una cosa che possono fare, quella di spostarsi da un corpo all'altro? Louis non ne sa molto a riguardo.
Tranne che sono stupendi, a quanto pare.
I minuti passano e Louis resta immobile. È quasi intimidito più dalla bellezza dello spirito che dalla sua reputazione; forse dovrebbe rivalutare le sue priorità. In quel momento si rende conto di trovarsi in difficoltà e completamente spaesato: cosa diavolo dirà a quelle creature? Qual era il suo piano in primo luogo?
Una cosa è avvicinarsi e chiedere aiuto ad una centauressa. Ma questo è completamente diverso.
Cosa stava pensando, onestamente? Di poter andare da Harry, salutarlo e tornare a casa? Dovrebbe fargli delle domande? Che tipo di quesiti potrebbe fargli per non sembrare uno stupido?
Le fate possono essere molte cose, ma non sono le creature più brillanti, pensa Louis tra sé e sé mentre si insulta per le sue azioni sconsiderate.
Forse dovrebbe voltarsi e andarsene. Può mentire, può farlo. Può dire a Eleanor e Stan che lui ed Harry hanno avuto una conversazione pacata e civile per dimostrare loro che hanno torto e a se stesso che invece ha ragione.
Louis lancia un'ultima occhiata al bellissimo spirito, preparandosi per voltarsi e tornare indietro in punta di piedi, cercando di passare inosservato.
Non va esattamente come previsto.
Proprio mentre sta per girarsi, il vampiro alza la testa e lo fissa negli occhi fino ad arrivare in fondo alla sua anima. È penetrane e terrificante e tutto ciò che riesce a fare per alcuni secondi è fissarlo a sua volta, pietrificato.
E poi il vampiro inizia a ridere. Ride e dà una gomitata ad Harry, indicandogli la direzione dove si trova la fata.
No, no, no, no –
All'inizio Harry aggrotta le sopracciglia per lo stupore, e poi guarda nella direzione indicatagli dal vampiro.
I loro occhi si incrociano per un secondo e Louis spalanca la bocca dalla paura. Harry stringe le labbra in un sorrisetto canzonatorio e il giovane sa di essere fottuto.
Con un sibilo terrorizzato si allontana dall'angolo dell'edificio, volando via più velocemente che può. Le sue guance sono rosse per l'umiliazione e fa del suo meglio per fuggire alla velocità della luce fino al dormitorio. Le sue ali stanno svolazzando disperatamente, trasformandosi in nient'altro che una macchia di luce e argento.
In realtà non entra nemmeno nell'edificio; trova la finestra della sua stanza aperta e vola all'interno, atterrando a faccia in giù sul letto ed emettendo un gemito.
Il naso gli fa male e si mette subito a sedere con un movimento rapido, massaggiandolo per assicurarsi che sia tutto a posto. Gli piace il suo naso, è una caratteristica del viso molto importante e il suo è piccolo è delicato. Ha visto il naso del troll, e okay, a lui non piace essere scortese o cattivo, ma probabilmente preferirebbe morire piuttosto che avere quel nasone gonfio che occupa metà faccia.
Stan è sdraiato sul letto con le mani dietro la testa, mentre lo guarda divertito e ride della sua goffaggine. Louis non si è accorto della sua presenza appena entrato nella stanza, è stato troppo preso dall'adrenalina e dall'imbarazzo per ciò che è successo.
"Quindi, presumo che tu l'abbia trovato?"
Il castano sussulta sorpreso, rivolgendo gli occhi spalancati verso il fauno.
"Oh, ciao," Louis raddrizza la schiena, incrocia le braccia al petto e alza il mento. "In effetti si, l'ho trovato."
Il sorriso di Stan è meno impressionato e più consapevole e tutto ciò lo infastidisce parecchio. "E stavi volando come se ne dipendesse la tua vita perché...?"
Louis sbatte la palpebre un paio di volte, cercando di pensare ad una risposta appropriata. "Non stavo volando in quel modo! E certamente non perché qualcuno mi ha fatto male o altro. Stavo solo... vedendo quanto veloce posso andare."
"Oh, capisco." Stan annuisce.
"Fottiti," mormora la fata, abbassando lo sguardo sulle caviglie. "Io ho ragione e tu hai torto."
"Sì sì, come vuoi. Ma davvero, cos'è successo?"
Louis rimane in silenzio per alcuni secondi, poi sospira, libera le braccia in grembo e si mette a giocare con le sue stesse dita.
"In realtà non ho parlato con lui, l'ho solo visto. Non ho interagito verbalmente con lui, però."
"Va bene, allora... perché sei scappato?" Chiede Stan.
"Beh..." Louis si sposta a disagio sul letto, rifiutandosi di guardare l'amico. "Mi ha tipo visto? Dietro l'angolo dell'edificio? Mentre li spiavo?"
Stan spalanca gli occhi e poi scoppia a ridere. Louis lo odia.
"Oddio, oh mio Dio. Mi dispiace davvero tanto."
"No, non è vero." mormora il giovane e non ha bisogno di guardare il suo amico per sapere che Stan sta ancora sorridendo.
"Non ha fatto niente però, giusto?"
"No, mi ha visto soltanto scappare via. Me ne sono andato prima che potesse fare qualsiasi cosa."
Stan scuote la testa, incredulo. "Questo è troppo divertente."
"Per favore, non dirlo a Eleanor." Sibila Louis con tono supplichevole. "Per favore, non me lo perdonerà mai, mi prenderà in giro a vita. Deve rimanere tra te e me, promettimelo."
"Sì certo, ovviamente."
"Non sembri molto convinto."
Stan alza gli occhi al cielo. "Non lo dirò a nessuno, ma probabilmente lo scoprirà lo stesso."
Potrebbe essere vero, ma Louis non è pronto ad ammetterlo.
Onestamente, non sarebbe così male. Louis può anche essersi spaventato dopo aver visto Harry e i suoi amici, ma adesso si sente ancora più incuriosito dallo spirito rispetto a prima.
(E se questo riguarda il fatto di voler rivedere quei riccioli castani, le labbra rosse e gli occhi verdi come una foresta beh, quelli non sono affari di nessuno e non ammetterebbe mai la verità).

Collision (Italian Translation)Where stories live. Discover now