Il mio uomo in rosso

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Intervista a: disorganizedvirgo_

Da quando nasciamo esistono dei fili immaginari che ci uniscono alle persone che ci stanno accanto. Durante l'adolescenza si cerca di tagliare questi legami e immaginare di essere invincibili, ma adesso che sei adolescente riconosci che da bambina avevi torto,quei legami non possono essere tagliati, ma soltanto accettati.

Non ricordo la prima corsa della Formula uno che ho guardato, poiché il mio approccio con il mondo dei motori è sempre stato un po' strano. C'erano dei pomeriggi a pranzo, dopo essere tornata dalle scuole medie che mi guardavo dei servizi sulla Formula uno, a cui non prestavo mai molta attenzione: un po' per la stanchezza e un po' perché, detto sinceramente, mi annoiavo a vedere quell'ammasso di ferraglia girare in un circuito a più di 300 km orari.

In ogni caso i nomi come Michael Schumacher, Kimi Raikkonen, Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, non mi sono mai stati del tutto estranei.

Se dovessi scegliere un mio pilota preferito sono sicura che sceglierei: Sebastian Vettel. Ma nello stesso tempo ho una cotta per un pilota monegasco che nemmeno due anni fa è approdato in Ferrari. Nonostante ho un debole per questi due piloti, riconosco la bravura di Lewis Hamilton anche se considerato nemico da tutti i piloti.

In quei momenti a pranzo con me c'era anche mio nonno o come a me piace chiamarlo: "Il mio uomo in rosso". Un uomo di poche parole, mi basti pensare che spesso durante le domeniche a tavola finiva di mangiare e scompariva lontano dal casino dei pranzi di famiglia per rintanarsi in cucina nel suo silenzio.

Il motivo?

Un giorno mi sono permessa di chiederglielo e lui mi ha risposto con testuali parole: "Io non vado a guardare la Formula uno. Io vado a guardarmi la Ferrari!"

"Il mio uomo in rosso" è sempre stato un ferrarista convinto, ma non una di quelle persone tossiche ed ignoranti come ne esistono in questo periodo. Era un uomo che amava la Ferrari al dì la della passione. Perché per mio nonno, la Ferrari non era solo un marchio, ma uno stile di vita!

Credo che per vari motivi quando la vita decide di farti affrontare una corsa estremamente difficile, l'unico pensiero che hai è allontanarti da ciò che ti fa ricordare i bellissimi momenti che hai passato con quella persona. Ma quando metabolizzi, capisci che tutto è un messaggio. Passo un sacco di Domeniche senza sentire parlare di gomme, Gran Premi e piloti dai nomi strampalati, perché vederli correre mi fa male.

A Giugno di quest'anno mi è capitato di vedere un video su YouTube di una gara molto ricca di emozioni.

Gran premio di Stiria 2020

Presa non so da quale coraggio decido di accendere il televisore, collego il computer e premo play. I semafori si spengono e sento un grande vuoto accanto a me. Prima curva e poi rettilineo, fino a ritrovarmi con un grosso disastro rosso sulla televisione.

Le Ferrari di Sebastian e Charles si sono toccate concludendo la gara delle Ferrari. Gocce di lacrime scendono lungo il viso, il silenzio che mi porto dentro è troppo grande.

Il significato di quel pianto è tutt'ora complicato da spiegare.

Oggi guardare la Formula uno è un po' come andare su una montagna russa. Vedere le monoposto posizionate sulla griglia di partenza mi fa sentire tanta adrenalina in corpo, eccitazione e tachicardia, ma ci sono anche delle brutte sensazioni come la rabbia, la malinconia e il rimorso.

Rabbia poiché lui non è qui con me, non è qui a spiegarmi qualunque cosa che non capisco di meccanica, o anche a gioire con me quando la Ferrari fa un bel sorpasso.

Malinconia perché purtroppo il vuoto che si è lasciato dietro, andandosene via all'improvviso sarà incolmabile per tutta la vita.

Rimorso per non essermi interessata prima a questo sport, così da avere un motivo in più per stare insieme, e rafforzare il nostro rapporto.

Conoscete la leggenda giapponese del filo rosso? Quella secondo cui abbiamo dalla nascita un filo che ci collega alla nostra anima gemella? Quel filo che serve a trovare l'amore? Per me l'amore non è rappresentato solo da quello tra una coppia, quello romantico. Per me l'amore è anche quello che si prova per un genitore, l'amore che si prova per uno sport, l'amore che ho per la Formula uno.

Il mio filo è collegato al mio "uomo in rosso". E da quando seguo assiduamente, con una estrema passione questo sport, sento come se mi stessi avvicinando sempre di più alla mia meta. Secondo la leggenda infatti, tutti prima o poi troviamo l'amore. Io ci sto arrivando e alla fine sai cosa troverò? Troverò lui, con la sua polo rossa della Ferrari che metteva sempre a Natale, i suoi occhi verdi e il sorriso con qualche dente mancante.

Lo troverò seduto su una sedia con il telecomando in mano, mentre mi aspetta impaziente di vedere la rossa sul tracciato.

Perché la Formula uno è l'unica cosa che mi tiene fortemente legata al mio uomo in rosso.

Perché la Formula uno è l'unica cosa che mi tiene fortemente legata al mio uomo in rosso

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Questa è una storia che mi ha preso subito dalle prime righe. Una storia toccante, con delle radici molto profonde. A volte le passioni ci vengono trasmesse da persone che amiamo. Ed è questo che le rende così speciali.
Ringrazio Giulia per avermi aperto il cuore e fatto capire ancora l'importanza delle persone che abbiamo accanto.
Grazie

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