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Mi circonda il collo con un braccio ed inizia ad accarezzarmi la nuca, Dio, questo mi era mancato da morire «Mhhh questo mi era mancato tanto» ammetto sorridendo «Tanto» ripeto continuando ad annusarla, ma lei mi gira il viso con mio grande disappunto anche se poi unisce le nostre labbra e un po' mi rilasso «E a me eri mancato tu» sorrido leggermente «Alex voleva conoscerti» la guardo corrucciato non capendo «È mio fratello» il mio sorriso sparisce.

Quella famiglia ti odiava, figurati cosa farebbe questo tizio se ti avesse davanti, già, non ho per niente voglia di conoscerlo, sinceramente «Lui non ti odia» fissa quei suoi occhi celesti dritti nei miei «Gli ho spiegato tutta la situazione, ho omesso alcuni particolari ovviamente» resto sulla difensiva e non rispondo, non mi piace la piega che sta prendendo la conversazione «Lui ci appoggia e prima di venire qui mi ha augurato di trovarti, perchè sapeva che con te sarei stata felice e ho convinto i miei a ritirare la denuncia, ma il Dottor Johnson non ha ritirato la sua...sai per il fatto di Liam» mi accarezza una guancia ed io distolgo lo sguardo dal suo così magnetico per me, finirei per dirle che per me è okay addirittura tornare in America quando non è per niente così.

«E sono successe tante cose in tua assenza» mi sussurra ancora, ho sentito un suo sospiro, so che non la pensa come me «Ma non voglio dirle ora, non voglio che ti arrabbi» lo farei? Devo essere più normale e tollerante nei suoi confronti no? «Perchè so effettivamente che lo faresti se te lo dicessi» mi fa una pernacchia sul collo «Cosa è successo? Voglio sapere» la scaccio con la testa per impedirle di farmi altre pernacchie «Sicuro sicuro?» chiede ma non mi lascia rispondere, come al suo solito «Poi non voglio che mi tieni il broncio, come al tuo solito» mi bacia la guancia, non manca molto alla nostra fermata «Ho incontrato Harry al supermercato, voleva che io uscissi con lui per un appuntamento ma l'ho esplicitamente mandato a fanculo» ridacchio «Questa è la mia bambolina» le bacio il collo con un sorriso in faccia fin troppo palese.

«Non sei arrabbiato?» vorrei dirle che non ha senso che mi arrabbi perché lei l'ha respinto e lui non l'ha toccata, che non voglio rovinare il momento ma resto zitto e la lascio continuare «Wow, hai fatto grandi progressi con la rabbia, Tomlinson» si alza quando si rende conto di riconoscere il posto ed io faccio lo stesso «Ora possiamo andare» annuisco «Non chiamarmi con il mio vecchio cognome» mugugno stringendomi nella felpa e lasciandomi guidare da lei verso il suo hotel «Non posso?» scuoto la testa «Non mi piace chiamarti William» non vorrei mai che qualcuno avesse dei sospetti perché lei vuole chiamarmi con il mio nome di quando ero in America.

Entriamo in un hotel decisamente più bello di quello dove sono stato io all'inizio e Madelyn saluta il tipo alla reception, è solo un saluto, rilassati «E poi non ricordo il tuo cognome falso» afferra le chiavi della camera e mentre camminiamo un tizio ci fissa e saluta, non ricambio, non lo conosco e mi limito a prendere la mano che Madelyn ha allungato verso di me.

Entra subito in camera ed io la seguo come un cagnolino «Stasera stiamo qui? O vuoi andare a casa tua?» chiude la porta e corre subito alla valigia, sto per aprire bocca e dirle che voglio andare a casa ma riprende a parlare, la solita, ti chiede le cose e poi non ti lascia rispondere, le scaccio dalla testa «Sei pronto per il tuo regalo?» si gira verso di me, mi porge un piccolo pacchetto e mi avvicino subito a lei «Si» dico fin troppo entusiasta «Cioè...come vuoi» mugugno «Oh dai, aprilo, non vedo l'ora di fartelo vedere» me lo lascia e si siede sul letto, faccio lo stesso e strappo via la carta del piccolo pacchetto pressoché quadrato.

Mi ritrovo di fronte una copertina rigida semplicemente rossa tanto che penso si tratti di un libro ma quando lo apro mi rendo conto che sono foto, Le tue foto, è stata alla casa al lago, ho come un pugno allo stomaco a vedere la prima foto che ritrae i miei sorridenti, mia madre è ancora nel letto dell'ospedale e mi tiene stretto a sé, gli occhi chiari luminosi come ne li ricordavo, deglutisco guardando spaesato il regalo, come dovrei sentirmi? L'ha fatto per farmi piacere ma io mi sento solo strano «Sono belle» sussurra facendomi uscire dai miei pensieri «E ho pensato che le volessi tenere come ricordo» lo voglio? Non ne ho la più pallida idea...

𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻 Where stories live. Discover now