Capitolo 10

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"L'essenziale è invisibile agli occhi"
Piccolo principe
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Eli's pov

"Oggi ti è andata bene, ma la prossima volta non succederà lo stesso." Rimango ancora più terrorizzato di quello che non fossi già. "Chi è Eli?" Mi chiede Astrid. Non so cosa dirle. "Nulla." Le dico. "Era solo un'offerta da parte di un callcenter." Continuo. Mi sento stupido. Avrei dovuto dirle del messaggio, d'altronde è la sua di vita in pericolo, ma non ci sono riuscito. Forse avrà capito che in realtà non è così. Magari adesso l'ho solo fatta preoccupare. E adesso cosa faccio? Lo devo dire a qualcuno? Devo stare in silenzio? "Devo andare, ci vediamo domani mattina." Le dico e esco fuori dalla stanza di ospedale. "Avete messo qualcuno a guardia per Astrid?" Chiedo. "Certo Eli." Dice Adelaide. Tiro un sospiro di sollievo. "Andiamo Eli." Dice Ariele. Usciamo dall'ospedale e entriamo in macchina. Mette in moto e si dirige verso casa nel mentre che parliamo del più e del meno, con sottofondo la radio che annuncia la nuova notizia shock: Astrid Morningstar, figlia di Adelide Grimaldi e Adrien Morningstar, in ospedale. Il fatto che i giornali siano così ossessionati da noi mi da fastidio. Perchè la nostra vita è così importante per i giornali? Solo per due centesimi? Alla fine qualunque cosa succeda a noi non cambia l'esistenza. Non introduciamo novità tecnologiche che facilitano la vita con un'avvenimento triste. Arrivati a casa corro in camera mia. Prendo il mio PC e inizio a fare creare degli schemi. Allora tecnicamente Astrid alle 18:30 è andata all'allenamento di pattinaggio ed è stata lì trenta minuti, però, è da sola durante tutto l'allenamento eccetto il suo allenatore. Potrebbe essere stato lui, ma non avrebbe senso: è stato tutto il tempo ad allenarla e può entrare solo nello spoiatoglio maschile degli allenatori e dopo gli allenamenti. Quando avrebbe avuto il tempo per mettere nella sua borraccia l'alfabloccante? Ha avuto mezz'ora di spacco per mangiare e poi andare all'allenamento di equitazione. In quello spacco si tempo non si sa chi ha visto quindi devo mettere un punto interrogativo. All'allenamento di equitazione c'erano lei e la sua allenatrice. Potrebbe altrettanto essere la sua allenatrice, ma non sarebbe sensato: lei di solito lascia lo zaino in macchina, e l'allenatrice non può staccarsi da lei dato che la sta preparando per una gara. Non sarebbe di sicuro passata inosservata.
Dopo questi ragionamenti sono arrivato alla conclusione che ci sono solo due opzioni: la prima è che sia successo nello spacco tra gli allenamenti, quella su cui sono più fermato; la seconda e che qualcuno sia riuscito ad arrivare allo zaino e a passare inosservato. Tutti questi ragionamenti mi hanno fatto venire il mal di testa. Esco dalla mia camera per andare a lavarmi, ma vedo che davanti alla porta di Alison c'è Willy sdraiato che prende quel venticello tipico delle notti estive. È da molto che non entro in quella camera, all'incirca 1 mese. Ci sono ancora tutti i suoi oggetti. Ariele entra una volta ogni due settimane per fare le pulizie ma ogni volta esce da quella stanza piangendo. Mi manca veramente tanto, e anche se lo ripeto sempre, oggi ancora di più. Mi faccio coraggio e entro in camera. Non è cambiato nulla. Tutto è come prima, solo che non c'è lei. Il suo letto azzurro, la scrivania bianca, addirittura ci sono ancora le Polaroid attaccate al muro: alcune sono con Alex, altre con mamma e papà, alcune da sola, alcune le ha scattate per mantenere un bel feedback e alcune sono con me. Le guardo attentamente e mi accorgo solo ora che quella più in alto è una foto con me, con affianco una foto di una Margherita, il mio fiore preferito. Mi ricordo il giorno in cui abbiamo scattato quella foto, era martedì mattina della settimana dell'homecoming del secondo anno. Eravamo a scuola e il tema del giorno era "gli anni novanta". Indossavo un jeans regular color blu e una maglia bianca con i bordi colore bordeaux, lei invece aveva una gonna scozzese colore rosa e una maglietta a giromaniche celeste chiaro con sopra un angeletto. Eravamo nell'aula delle riunioni del consiglio studentesco e stavamo organizzando il programma per l'ultimo giorno. Io e lei stavamo parlando sul da farsi e Felicity, segretaria del consiglio studentesco, prende la sua polaroid per scattarsi una foto. Eravamo così felici, spensierati. Guardo più attentamente e vedo che sul retro della foto c'è qualcosa attaccato che penzola. Faccio per tirarlo via e vedo che è un foglietto di carta a quadretti con sopra scritto qualcosa. "La mia bambola preferita." Non capisco a primo impatto. Non mi ha mai fatto un complimento del genere. Magari era un doppio senso che cerca di dire qualcosa quindi mi giro e vado incontro al letto. Mi inginocchio e prendo lo scatolo delle vecchie bambole di Alison per vedere se riesco a capire meglio. Apro lo scatolo e prendo la sua bambola preferita. Ha i capelli più morbidi della lana e indossa un vestitino azzurro. Inizio a guardarla, a studiarla, ma non capisco nulla. Magari era un semplice complimento o magari veramente significava qualcosa. A un certo punto mi arriva il colpo di genio. La bambola dietro la schiena ha una "botolina", così Alison la chiamava, dove nascondeva le caramelle. La apro e vedo che dentro c'è una chiavetta USB. La prendo, poso la bambola nello scatolone e lo riposo sotto al letto. Vado in camera mia e la collego al mio computer. Apro la cartella ma vedo che c'è solo un file. Un video di quattordici minuti e ventidue secondi. Apro il file e compare la faccia di mia sorella. "Chiunque tu sia, sappi che sono in pericolo."

Spazio autori:
Spariamo che questo capitolo vi sia piaciuto. Scusate se abbiamo fatto aspettare ma siamo stati impegnati con l'inizio della scuola e anche con faccende personali, ma adesso siamo tornati.

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