diciotto

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Quel giorno, io e Andrea avremmo fatto 3 mesi insieme.
Non che per noi i mesiversari contassero più di tanto, erano giorni come gli altri, ma cercavo di farci caso per vedere quanto tempo fosse passato dalla mia "rinascita".
La sera in cui ci siamo messi insieme, l'ho considerata fin da subito come la data in cui mi sono data una possibilità per essere nuovamente felice insieme a qualcuno.
Ma mi sbagliavo di grosso, perché non ero io ad essermi data una possibilità, Occhi Verdi l'aveva fatto.

"E ja,  me pare assùrd pensàr ca' ci conosciàm sul ra cacc mesè, me pare e' conoscèrt ra na' vita".
Vincenzo era venuto a farmi compagnia, in quel periodo erano tutti molto impegnati e passare il tempo da sola non mi piaceva affatto.
Mavi era in periodo di esami, faceva i doppi turni a lavoro, quindi si fermava quasi tutte le sere da Matteo.
Andrea era super impegnato, tra organizzazione di eventi, studio e riunioni con i manager.
Avendo tanto tempo per me, cercavo sempre di vedere i ragazzi della famiglia Glory, così da non stare sempre da sola.
"Si, anche a me sembra di conoscervi da una vita" il Riccio mi attirò in un abbraccio, facendomi spuntare un piccolo sorriso.
"Con Andrea come va?"
"Ci vediamo poco perché sta praticamente sempre in studio, però per il resto va bene"sorrisi pensando ad Occhi Verdi.
"So contento ca' tu sia felice ammò" mi strinse la mano con dolcezza.
"Ti voglio bene Vincè"
"Te voglio bbene pure io".

"Ciao ninni, come va?" la voce profonda del moro risuonò in tutta la stanza, mentre mettevo in viva voce.
"Ammò tutto bene, tu?"
"Non vedo l'ora di uscire da qui, sono in riunione con i manager e i produttori dalle 3", spalancai gli occhi vedendo che erano le cinque passate.
"Mi dispiace bimbo, pensi di averne ancora per molto?"non vedevo l'ora di passare un po' di tempo con lui.
"Ti direi di no ma non ne ho idea. I piani per stasera quali sono?".
"Direi solito, Mc Donald?" lo sentii sorridere dall'altra parte della linea, mentre mi diceva "cazzo si".
Una voce lontana iniziò a chiamarlo, così si scusò e mi salutò, comunicandomi che la pausa era finita.
"Ti chiamo appena esco, va bene?"la stanchezza del suo tono mi fece provare tenerezza per lui.
"Si va benissimo, a dopo ninni".
"Ciao piccola".

Erano le otto e mezza di sera, ma di Andrea non c'era ancora traccia.
Nel frattempo ero andata al ristorante per aiutare a sistemare le cucine e a dare una pulita, anche se teoricamente quel giorno non avrei dovuto lavorare.
Mi piaceva ciò che facevo, lavorare qualche ora in più non mi dispiaceva affatto, anzi.
Appena tornata a casa, avevo finito di studiare e mi ero anche fatta una doccia.
Proprio quando iniziai a sentire che sarebbero saltati i piani per la serata, il telefono cominciò a squillare.
Con mio sollievo, vidi il nome di Occhi Verdi sul display, così mi affrettai a rispondere.
"Pronto?".
"Ciao bimba" il tono della sua voce non prometteva nulla di buono.
"Quindi?".
"G credimi, mi dispiace così tanto, ma non vogliono farmi venir via"sospirò rumorosamente, facendomi percepire il suo nervosismo.
"Non ti preoccupare, vieni quando ti liberi"cercai di usare il mio tono più dolce, quando in realtà la delusione si stava facendo spazio in me.
Non ero delusa da lui, non ci poteva fare niente e i suoi capi facevano sempre il cazzo che gli pareva, ma c'ero rimasta male perché avevo progettato una bella serata.
"Mi dispiace da morire, ti giuro sono mortificato"
"Stai tranquillo Andre, davvero. Scendo un po' in piazza dagli altri. Io comunque ti aspetto a qualsiasi ora, appena puoi mi raggiungi, okay?" tentavo di rassicurarlo, perché percepivo il suo dispiacere.
"Va bene, grazie davvero, ti amo"sussurrò le ultime parole, facendomi spuntare un sorriso da ebete sulle labbra.
"Anche io Ninni, ti amo", chiusi la telefonata per costringermi a smettere di sorridere come una ritardata.
L'effetto che Occhi Verdi aveva su di me sembrava aumentare giorno dopo giorno.

Raggiunsi i ragazzi in piazza.
Appena Marco mi vide, si alzò dal muretto per venirmi incontro a braccia aperte, seguito a ruota da Vincenzo.
"Perché sei qua? Non dovresti essere con Andrea?"
"Ammò!  Ma ca' cazz ci fai quà? nun dovrèst essere a casa cu Andrea?" scoppiai a ridere per la traduzione meno pacata del Riccio.
"È bloccato con i manager in studio, mi sa che stasera non ci vediamo" forzai un sorriso mentre Marco mi guardava preoccupato.
"Cujun, fann sempe o' cazzo ca' pare a loro", vedendo il mio viso triste, si corresse "Dai ammò , mo' te facimme divertire nuje".
Mi caricò sulle sue spalle, cogliendomi totalmente alla sprovvista e facendo scoppiare in una risata tutto il gruppo.
"Eddai Vincè, falla scendere" Fabio si costrinse a smettere di ridere per darmi una mano.
Il Riccio mi lasciò tra le sue braccia.
"Ammò che ci fai qua?" Luigi mi prese sotto braccio, facendomi poi accomodare di fianco a lui sul muretto.
Tutta la compagnia si strinse a noi, facendomi sentire immediatamente coccolata.
Era incredibile vedere come quei ragazzi si preoccupassero per me, dal primo all'ultimo.
Certo, c'erano alcuni con cui avevo legato di piu, ma ci volevamo tutti bene e lo dimostravamo a modo nostro.
Ripensando al discorso di quella mattina, Vincenzo aveva ragione.
Era assurdo pensare che ci conoscessimo da così poco, visto quanto eravamo legati.

Verso l'1, Luigi e Cristian mi accompagnarono a casa e rimasero con me per fumare una sigaretta e fare due chiacchiere.
Passammo mezz'ora a discutere sulla nuova ragazza di quest'ultimo, poco approvata da tutta la famiglia Glory perché ci aveva provato spudoratamente con ognuno di loro.
"Cri, Gigi ha ragione, dovresti lasciarla perdere", mentre entrambi annuivano, sentimmo suonare il campanello.
I ragazzi si alzarono, venendo verso la porta con me.
Appena vidi Occhi Verdi, iniziai a fare salti di gioia, suscitando le risate dei due ragazzi dietro di me.
"Ciao Ammò" il moro mi baciò, per poi salutare i suoi amici, che, con un rapido bacio sulla mia guancia, lasciarono l'appartamento.
Appena si chiuse la porta, gli saltai in braccio, iniziando a tempestare il suo bel viso di baci.
Chiuse gli occhi, strinse la presa su di me e con un sorriso sghembo si lasciò coccolare, iniziando a dirigersi verso il divano.
Mi fece sedere sulle sue gambe, passando le mani dalle spalle, al mio sedere, stringendolo leggermente.
Premette le sue labbra sulle mie, facendo divampare un forte calore nel mio petto e nel basso ventre.
Mi prese nuovamente in braccio, portami poi nella mia camera.
Mi adagiò sul letto e si stese su di me, iniziando una tortura fatta di baci, alternati a morsi, sul collo.
Iniziò a sfilarmi la felpa e poi la maglietta, attaccando le labbra ad ogni centimetro della mia pelle.
Lo guardavo come incantata, mi sentivo in ecstasy.

Quando rimanemmo entrambi in intimo, iniziò a scendere verso la mia intimità, tracciando una scia di baci dal seno, al bordo delle mutande.
"Ne sei sicura?"la sua preoccupazione mi scaldò il cuore.
Ero pronta? Si, decisamente.
Riuscivo finalmente a sentire il calore delle grandi mani di Occhi Verdi, invece di quelle violente del ragazzo che mi aveva rovinato la vita.
Era un traguardo, una vittoria, una rivincita, la mia tanto attesa liberazione dalle ferite e i traumi che mi erano stati inflitti.
Annuii convinta, mutando poi il sorriso che gli si stava creando sulle labbra, con un bacio.
"Ti amo"disse sulle mie labbra, per poi dare libero sfogo alla nostra passione.
Entrò in me, emettendo immediatamente un gemito di piacere.
E per la prima volta, feci l'amore con qualcuno.
Ammiravo il ragazzo che mi aveva rubato il cuore, mentre eccitato, mi riempiva il corpo e l'anima.

Venimmo nello stesso momento, per poi sdraiarci, appagati e felici.
Posai la testa sul suo petto, sentendo la mia guancia entrare a contatto con la sua pelle calda, mandida di sudore.
Non potei fare a meno di alzare la testa, per guardare il mio Occhi Verdi con gli occhi puntati su di me e un sorriso sincero sulle labbra.
Dopo sguardi e attimi di silenzio interminabili, ruppe il silenzio con un sorriso.
"Sai ninni, questa era la mia prima volta", scioccata, lo guardai negli occhi con un'espressione che doveva esprimere tutta la mia confusione.
"E-eri vergine?"lo vidi ridacchiare, mentre nella mia testa cominciavano a farsi spazio mille pensieri.
"Più o meno".
Mi misi a sedere, prendendogli le mani tra le mie e guardandolo in attesa che ricominciasse a parlare.
Il mio cuore esplose  nel petto, quando, facendosi più serio, sussurrò
"ho appena fatto l'amore per la prima volta".

SantanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora