Capitolo ventitre'.

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La mattina seguente mi svegliai di soprassalto, un piccolo gattino era entrato dalla finestra, rovesciando alcune cose.

Mi alzai dal divano-non riuscendo a dormire nel mio lettone-e andai a prepararmi un bel caffe' caldo. Mandai un messaggino a Lou e andai a lavarmi a faccia, ormai mancava pochissimo e mi sarei trasferito a Londra, l'eccitazione era dentro me. Mancava poco piu' di una settimana.

Iniziai anche io ad impacchettare tutte le mie cose, mi tenevo in contatto con mia sorella quasi tutti i giorni, a parte quando stava con un certo Ashton. Ha detto che non me lo fa Conoscere perche' ha paura che gli rubi gli il ragazzo, questa è una cazzata perché io amo Louis e non c'è nulla che mi potrebbe far cambiare idea.

Mentre impacchetto l'album 'dei ricordi'ci sbircio dentro, un filo di nostalgia si impossessa di me e dei miei ricordi. Con Lou non è mai andato del tutto bene, come tutte le coppie-penso-ci sono stati dei problemi, ma ogni volta non li affrontavamo, semplicemente non ci pensavamo e lasciavamo perdere, ma adesso che siamo lontani l'uno dall'altro è molto piu'difficile lasciar perdere.

*

Ero pronto, chiusi la porte della mia casa, danto un ultima volta uno sguardo e uscii-malinconico-da quel palazzo, mi diressi all'ereoporto e salii sull'aereo, finalmente avrei rivisto -dopo mesi-l'amore della mia vita.

Ovviamente Louis era all'oscuro di tutto, era una sorpresa, infatti sarei andato a casa di mamma poi a casa di Gemm -la mia futura casa-poi direzioneverso il college.

Chiusi gli occhi e poggiai la testa contro il sedile, non ho mai amato gli aerei, sono molto fifone. In meno di un'ora ero arrivato ad Holmes Chapel, la mia citta'natale. Ad aprirmi la porta c'era Anne con le lacrime agli occhi.

"Ah Harry, sono cosi' emozionata per te!" disse urlando

"oh, ma' sta tranquilla, io staro' bene prometto che io e Lou verremo a farti visita spessissimo." dissi entrando in casa.

sentii un rumore provenire dal salone. Mio padre.

Lui è all'oscuro di tutto.

"Non ci pensare nemmeno" urlo', non mi spaventai, è stato sempre un uomo burbero.

"Sto gia' cercando di superare il fatto che ho un figlio frocio, non acettero' anche il ragazzo"disse puntandomi il dito contro.

"Des!"lo richiamo'mia madre.

"No, no Anne, non far finta che a te vada bene, ti ho sentito piangere l'altra notte!"urlo'lui avanzando verso la moglie.

Feci un passo indietro, come se mi avessero colpito. Non riuscivo a capire che stava succedendo. Mia madre che soffriva perche'io sono gay? Non mi ha mai detto nulla.

Li guardai senza dire nulla.

"i-io devo, devo andare" dissi uscendo. Sentii mia madre urlare dalla disperazione, mentre mio padre le urlava contro.

Mi misi il giubboto e salii sul primo pullman che Portava a Londra.

Circa quaranta minuti dopo arrivai a Londra e con le giuste indicazioni arrivai a casa di Gemma. Dopo esserci salutati e averle raccontato tutto di mamma e papa', ci dirigemmo verso il college.

Avevo proprio bisogno di un abbraccio del mio ragazzo, era tutto cio' che desideravo, ma tutto quello che volevo davvero quando lo vidi fu morire.

Now kiss me you fool ||Larry Stylinson||Where stories live. Discover now