Capitolo 9: Un Altro

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I giorni successivi, stanca come non mai, Ive poté risparmiarsi di andare a lavoro. Infatti la mattina poteva sostituirla il misterioso Kyle e il pomeriggio c'era sempre Martha. Così quella mattina decise di scendere di sotto prima per fare colazione con gli altri e poi aiutarli a finire le pulizie. Le facce stupite di Sirius, Remus (che aveva passato la notte lì) e dei Weasley quando avevano visto lei e Harry prendersi in giro amichevolmente per l'aspetto («Troppo stanco per raddrizzare gli occhiali, Harry?» aveva detto lei entrando in cucina e lanciandogli uno sguardo d'intesa «Beh, Ive, tu potevi anche pettinarti!» aveva ribattuto lui con un sorriso), quelle facce erano assolutamente indescrivibili. Tutte pressoché identiche: Lo stupore di Ronald era quello più evidente, il rosso aveva la bocca completamente spalancata e gli occhi che a breve sarebbero usciti dalle orbite. I gemelli avevano smesso di chiacchierare (probabilmente del loro negozio di scherzi) e si erano voltati di scatto verso Harry e Ive. Molly invece aveva quasi lasciato cadere una pentola di zuppa e Arthur aveva poggiato all'improvviso il giornale sul tavolo. Granger e Ginny avevano semplicemente aggrottato la fronte in direzione dell'amico. Quanto a Sirius aveva cominciato anche lui con una faccia sbalordita che poi aveva lasciato il posto ad un ampio sorriso e Remus, guardando l'amico, aveva sorriso di conseguenza.

«Ehm...» aveva balbettato la signora Weasley «...voi...?»

«Noi cosa?»

aveva chiesto Harry, come se non fosse mai stato nemico di Ive in vita sua, come se lo scherzare insieme per loro fosse una cosa del tutto normale.

«Oh!» esclamò Ive, facendo finta di aver capito solo in quel momento «Si, ora siamo amici e... Sirius smettila di sorridere come un idiota!»

aggiunse facendo scoppiare a ridere gli altri, Remus prima di tutti. Non toccarono più quell'argomento durante la colazione né durante la giornata e si comportarono come se fosse sempre stato così.

Alla fine delle pulizie, che erano state piuttosto piacevoli ora che Ive andava d'accordo con gli altri, le uniche cose indesiderate che riuscirono a rimanere furono l'arazzo della famiglia Black e uno scrittoio traballante che, secondo la signora Weasley, conteneva un Molliccio ma preferivano aspettare che Moody passasse a controllare e lui non era ancora passato. 

Inoltre in quei giorni Ive si rese conto di quanto fosse stressante vivere chiusi in quella casa: il campanello suonava spesso e il quadro della madre di Sirius i svegliava ogni volta (soprattutto quando c'era Tonks che faceva cadere il portaombrelli) e ogni volta ci volevano almeno tre persone per richiudere le tende. Inoltre il via vai di gente era incredibile e si finiva sempre con il dover aggiungere una decina di posti a tavola, spesso ritrovandosi a cenare con dei completi sconosciuti. Fortunatamente quelli che si fermavano più spesso erano Tonks e Kingsley, con cui si passavano delle memorabili serate. Remus viveva praticamente lì ormai, restava sempre a cena dopo le riunioni tranne quando c'era la luna piena ovviamente (si univa ad altri lupi mannari per cercare informazioni su Voldemort più che per cercare di convincerli a unirsi all'Ordine). Piton invece entrava e usciva frequentemente ma non si tratteneva a lungo, giusto il tempo di sapere che doveva fare o di comunicare qualcosa a qualcuno, poi spariva di soppiatto e Ive era sicura che Harry fosse contento di questo: lui e Piton non si erano mai sopportati. Da Hogwarts oltre a lui si vedeva, ma veramente di rado, la McGranitt.

«Ehm... scusami» era Granger a bussare alla porta della camera di Ive «posso entrare un attimo...»

Ive le lanciò uno sguardo, aveva aperto leggermente la porta e dalla sottile fessura poteva intravedere solo una piccola parte della sua faccia circondata da cespugliosi ricci marroni.

«...Ok...» disse stranita «Entra... ehm... Hermione»

La Grifondoro la guardò con una faccia che diceva tutto, Ive era sicura che se avesse avuto un minimo di senso dell'umorismo le avrebbe chiesto "Sicura di sentirti bene" o un altra battuta del genere. Granger invece aprì la bocca ma ne uscirono solo parole sconnesse.

||Ive Lestrange, The Nightmare's Mystery (l'Ordine della Fenice)||Where stories live. Discover now