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"Coooooosa? Vi siete baciate?" urló Lana che venne il giorno dopo a casa mia.

Dopo tremila domande le raccontai quello che era successo con Nicole.

"Frena l'entusiasmo Lana, lei lo ha fatto solo per farmi calmare"

"In che senso?"

"Nel senso che a detta sua era l'unico modo per far sì che mi passasse l'attacco di panico"

"Impossibile" disse lei con sicurezza.

"Lana per favore non iniziare a proiettare i tuoi film su di me... E poi... " lasciai la frase a metà non sapendo come continuarla.

"Chloe non sto proiettando i miei film su di te e se mi lasciassi parlare"

"Basta Lana, non voglio più parlare di Nicole... Lei ha la sua vita e io la mia punto. Discorso chiuso" dissi alzando la voce in modo che capisse che non doveva più parlare di quell'argomento.

"Ti odio quando sei così testarda" sbuffó lei facendomi ridere.

"Ti amo anch'io tranquilla" le dissi per tutta risposta. Rimase a casa mia per un pó e intorno alle sette andò via.

Quella sera di uscire non ne avevo proprio voglia, il tempo era pessimo e a breve sarebbe venuto giù un diluvio universale. Così ordinai una pizza, indossai una tuta comoda, spensi tutte le luci e mi spaparanzai sul divano mettendo un film.

Verso la metà mi alzai per buttare il cartone della pizza e prendere il gelato che iniziai a mangiarare lungo il corridoio. Quando ad un certo punto il campanello suonó facendomi sobbalzare.

"E mo chi è?" borbottai con il cucchiaio di gelato ancora in bocca andando alla porta a vedere chi fosse.

E credetemi, tutti mi potevo aspettare tranne che lei.

"Nicole?" feci sorpresa vedendola fradicia sotto la pioggia "Entra che fai lì fuori" dissi poco dopo riprendendomi dallo sputore.

Lei mi guardó incerta e alla fine entró.

"Ti do qualcosa per asciugarti" dissi dopo aver richiuso la porta.

"Non serve.... E poi... Sarà meglio che vada" ma appena fece per voltarsi le afferrai una mano.

"Prima lascia che ti dia un cambio" la mia voce era bassa, sembrava più una supplica che un'invito. E con la sua mano nella mia la trascinai al piano di sopra, entrai in camera, le lasciai la mano, posai il gelato e aprì l'armadio tirando fuori dei vestiti.

Presi un'asciugamano e mi avvicinai a lei tamponandole i capelli e senza rendermene conto finimmo faccia a faccia.

"Perché sei qui Nicole?" sussurrai rompendo il silenzio che si era creato. Lei alzó lo sguardo su di me e sospiró.

"Perché.... Io non lo so" la guardai abbozzando un sorriso, le afferrai di nuovo la mano e la portai in bagno.

"Fatti una doccia calda, ti aspetto di sotto" dissi lasciandola lì e scendendo in cucina.

La mia mente se di solito erano sempre pronti a farsi mille film, in quel momento fu vuota. L'unico pensiero era Nicole, al piano di sopra, molto probabilmente sotto la doccia e di me qui, in cucina, seduta su uno sgabello.

Non so per quanto rimasi lì, ma quando sentì dei passi avvicinarsi rialzai lo sguardo.

"Hai dimenticato questo" disse Nicole posando il gelato ormai sciolto sul bancone.

"Oh..." mi alzai per buttare il gelato ormai liquido, quando mi bloccai a vedere Nicole con la mia felpa preferita del liceo. Quella che tante volte indossó lei.

VORREI RIAVERTI QUIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora