Primi segni collaterali

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CAPITOLO 14 ( di LindaComandini )
Dopo la scomparsa del vortice mi sentii diversa, esteriormente e interiormente: non sentivo più di odiare il mondo intero. Osservai il dorso della mano sinistra, da sotto la manica dell'armatura poco prima spuntava una punta, era la punta di uno dei simboli neri che mi erano comparsi sulla pelle, ora invece non c'era nulla. Staccai le cinghie che tenevano unita la copertura in acciaio del braccio con quella per le spalle e la lasciai scivolare pesantemente per terra. Arrotolai fino al gomito la manica della cotta di maglia. I simboli erano scomparsi. Con mano tremante feci passare le dita tra i capelli, poi presi il pezzo di armatura a terra e lo usai per vedere il mio riflesso. Quello che vidi mi fece quasi piangere. I miei capelli erano di nuovo di quel color nocciola che mi piaceva tanto, certo ancora corti, ma si sarebbero allungati di nuovo, e i miei occhi non erano più neri e inquietanti, ma erano tornati azzurri, azzurri come il cielo e brillanti come non mai. Poi vidi qualcosa che mi fece passare il sorriso. I simboli che avevo sul petto e sul collo non erano scomparsi tutti, due linee identiche spesse mezzo centimetro, ma che si andavano assottigliando man mano che si facevano largo sulla mia pelle partivano da dietro le spalle percorrevano un tratto subito sopra le mie clavicole e perfettamente parallelo ad esse, poi qualche centimetro prima di incontrarsi le due estremità di quel filo nero curvavano a gomito e raggiungevano il pomo di Adamo (sempre però senza incontrarsi) come due coltelli affilati puntati alla mia gola.

Alzai lo sguardo verso Luce, la quale aveva allungato il collo verso l'alto. Inizialmente non capii il perché, poi notai due enormi linee d'oro che percorrevano lo stesso percorso che quelle nere facevano sulla mia pelle. Allora forse era vero che io avevo assorbito il portere benefico dell'uovo. Però ancora non riuscivo a capire, perché il saggio mi aveva detto che il drago nero era il mio, perché tutti mi chiamavano cuore d'ombra, perché quel fuoco che era uscito dalle miei mani e aveva bruciato le corde che mi tenevano legata nel bunker oscurato dopo l'esame della scelta, era nero e malvagio? C'erano molte cose che non capivo e ora volevo delle risposte, chiunque sapeva doveva dirmelo non potevo più rimanere con tutte quelle domande che picchiavano contro le miei tempie.

Luce ti prego spiegami qualcosa perché io non riesco a capirci nulla.

Potrei, ma non è il mio compito

E allora a chi devo chiedere?

A Jules

E dove lo trovo?

Ma come? Non vi siete incontrati nel villaggio prima della collina?

No, c'erano dei mercenari, poi il drago nero mi ha attaccata e mi sono ritrovata in una stanza con un armatura parlante che mi ha fatto indossare questa armatura, poi ho visto del fumo, sono venuta qui e ho incontrato voi.

Questo è molto strano Luce si voltó verso Obscuro che stava atterrando sulla strada e, tendendo l'ala, permetteva al ragazzo che lo cavalcava di scivolare fino a terra. Il drago bianco tese il collo in avanti facendolo ondeggiare, simile a un serpente, poi dischiuse le fauci leggermente e ebbi l'opportunità di vedere i suoi denti color avorio perfetti ed enormi, e fece una specie di ruggito.
Obscuro la imitò avanzando di qualche passo verso di lei, ma senza smettere di emettere quei ruggiti. Stavano conversando.
-ehi che cosa ti è saltato in mente? Interromperci durante un allenamento?- mi disse il ragazzo che poco prima stava cavalcando Obscuro.
-eri sul mio drago... Cioè credevo fossi sul mio drago-
-che armatura è quella?- disse guardandomi dalla testa ai piedi -si vede che è fatta per le donne-
-cosa intendi dire?- domandai irritata
-è più un armatura da corte, per un balletto, che per un vero combattimento-
-vuoi testarla?- estrassi la spada dal fodero con un po di fatica a causa del peso.
-non voglio giocare avvantaggiato, rimettiti il cannone inferiore- disse divertito indicando con un gesto del capo la parte della mia armatura ancora a terra.
Lo raccolsi e lo allacciai con un po di fatica alle cinghie che prendevano dalla protezione per la spalla.
Afferrai l'elsa della spada con entrambe le mani e partii all'attacco.
Non avevo mai combattuto impugnando una spada. A dire la verità non avevo mai combattuto punto. Quindi ero svantaggiata. Dovevo affidarmi solo ai miei sensi e alla mia furbizia.
Alzai la spada sopra la testa per poi farla calare e cercare di colpire Nick, ma la punta andó a baciare l'asfalto.
-sei troppo lenta- mi canzonó Nick che un secondo prima era difronte a me e che ora si trovava alla mia destra. Si era spostato, aveva schivato il mio colpo e io nemmeno lo avevo visto muoversi... Era troppo veloce... O ero io ad essere davvero troppo lenta? Lenta o no non gliela avrei mai data vinta.
Cercai di colpirlo con un fendente mirato al suo fianco destro, ma la sua lama intercettó la mia. Il contraccolpo fece vibrare la spada dalla punta all'elsa, alle mie mani, fino dietro la schiena.
Nonostante avessi un braccio indolenzito, per non dire anestetizzato, cercai di colpirlo con la punta in pieno petto, ma si spostó con la stessa velocità di poco prima e mi colpì sulla schiena di piatto. Barcollai e caddi a terra la spada mi sfuggì e fini qualche metro più avanti.
-raccoglila, ti prego, e rialzati- disse il ragazzo che dal tono sembrava scocciato.
Cercai di rialzarmi, ma le ginocchia cedettero e ricaddi a terra.
-é noioso combattere con te... Non ti reggi nemmeno in piedi vado da Obscuro a finire il mio allenamento... Ciao "mollica di pane"-
Ho sempre odiato i soprannomi e quello mi aveva fatta infuriare. Raggiunsi gattonando la spada, appoggiandomi ad essa come se fosse un bastone mi misi in piedi, ero debole e non capivo il perché. Riuscii comunque a raggiungere Nick e gli colpii di taglio il polpaccio.
Dopo successe qualcosa di molto strano e inspiegabile. Nick cadde a terra reggendosi la gamba sanguinante, però tutto d'un tratto anche la mia gamba inizió a bruciare.
Mi voltai per vedere chi mi aveva colpito, ma dietro di me non c'era nessuno.
Osservai il mio polpaccio, nessuna ferita, nessuno squarcio. Eppure non ero pazza... Non ancora... Qualcosa mi aveva colpito, ne ero sicura.
-brutta piccola vigliacca colpirmi alle spalle...- Nick si era alzato e zoppicava nella mia direzione. Ero sicura che mi avrebbe colpita se non si fosse messa in mezzo Luce. Ruggì debolmente e dalle sue narici uscì una riga di fumo grigio.

Tutto bene? Mi chiese dopo aver mandato via Nick

Si grazie...

Sei sicura? Ti sento debole

In effetti... Ti prego Luce smettila di muoverti, mi fai venire i capogiri. Stava girando tutto attorno a me.

ma io non mi sto muovendo

Dopo questo la vista si appannó, tutto divenne nero e negli ultimi secondi di coscienza sentii una voce femminile urlare -toglietele quel armatura-
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SPAZIO AUTRICE:
Il prossimo capitolo sarà scritto da Giulia_fangirl
~Linda

Io, il mio drago e il mio potereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora