Qualcosa di comune

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L' osservatorio era immerso nelle prime, anche se fredde, luci del mattino. Gli attrezzi appoggiati sul tavolo brillavano, sembravano tenuti con molta cura. Eve che era ormai rientrata, notò che Houdin era intento a macchinare qualcosa tra le mani.  Quando egli si accorse della sua presenza lasciò stare l' ingranaggio che aveva tra le mani e strinse a se la ragazza, " Sei andata in giro da sola, di nuovo?" chiese l 'uomo. Eve negò muovendo la testa e andò a cercare Nove sul piano più alto dell' osservatorio. 

Il ragazzo era seduto ad una scrivania ad aggiustare una bussola che avrebbe sicuramente fatto comodo per il viaggio. 

Sul letto vi erano già pronti lo zaino e il cappotto pesante. Nove che era assorto nel suo lavoro non si accorse che la giovane era entrata e che ormai gli era accanto. Lei stava osservando la cura che aveva di quell' oggetto, come se fosse un bene prezioso. 

"Deve esserti molto cara questa bussola"chiese Eve, il ragazzo che non avendola sentita entrare si girò di scatto trovandosela a tre centimetri dal viso. " Questo è l'unico oggetto che ho da sempre, mi ha accompagnato per tutta la vita" rispose il giovane con quasi una nota malinconica. 

Ad Eve le si illuminarono gli occhi, sembravano sprizzare vita, il suo cuore batteva velocemente. Il ragazzo che le era ad un palmo dal naso era talmente di buon cuore che lei al confronto sembrava un pezzo di ghiaccio. In quel momento così intimo, qualcosa in lei si era sciolto, un pezzo di umanità che non credeva di avere. 

 A Nove che si era invaghito di lei a prima vista, quella vicinanza gli provocava una strana sensazione. Non aveva mai provato dolore allo stomaco ma in quel momento sentiva rigirarsi tutto.  

Eve che in vita sua era uscita poche volte dalla sua casa, non aveva mai visto un camera così piena di oggetti dall 'uso a lei ignoto. In fondo alla stanza, qualcosa la colpì, era un vecchio grammofono. " Che cos' è?" chiese indicandolo.  Nove staccò gli occhi da i suoi e li segui fino a trovare il punto di origine della sua domanda. " Quello è un grammofono, serve per ascoltare della musica" rispose.  Prese uno dei dischi di musica classica e fece partire la melodia. 

Eve che non aveva mai ascoltato niente del genere, sentì come dei brividi lungo la schiena. " Che cos'è questa composizione di suoni?"domandò . " Si chiama Fur Elise, è di un compositore della Terra vissuto secoli fa, Beethoven" spiegò il ragazzo con calma. Egli gli porse la mano e la guardò, Eve la strinse e si lasciò trasportare dal dolce suono. 

Volteggiarono in quella camera finché Nove non la strinse a sé. Lei lo guardò, aveva gli occhi pieni di gioia, di emozione. Eve sorrise e diede una carezza al ragazzo. 

"Vorrei poter vivere questo momento per sempre" pensò l' osservatore. La compagnia che quella ragazza sapeva dargli era qualcosa che non aveva mai provato. Il bisogno di avere qualcuno accanto non si era mai fatto sentire. 

Il ragazzo la baciò delicatamente, prendendole il viso tra le mani.Sembrava aver paura di romperla.

Le emozioni provate in quella stanza sembravano univoche.  L' osservatore si staccò e guardò il volto di quella splendida ragazza. 

Piano piano il ragazzo si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò: "Quando oggi mi hai chiesto chi io sia, non avevo una risposta e credo che non l' avrò mai ma tu che hai una bellezza rara, che sembri essere una bambola di porcellana, dimmi, tu chi sei?" . Eve lo guardò in modo malinconico quasi triste e disse: " Il motivo della mia esistenza è un' incognita a cui non so dare risposta ma tu che ora mi hai baciata sai che qualcosa ci lega e anche se non sappiamo cosa, questa è l' unica nostra certezza in una vita di interrogativi". 

Qualcosa aveva cominciato a cambiarla nel momento in cui gli sguardi di lei e di lui si incrociarono per la prima volta.

Il ragazzo si vestì e mise il suo zaino in spalla. Prese la mano di Eve e si avviarono verso il piano di sotto.

Houdin che li vide scendere mano nella mano, non sembrò sorpreso. 

Il Cuore Dell'Osservatore 9Where stories live. Discover now