L' ultimo giorno di libertà

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Nel freddo e nel gelo, i tre protagonisti si stavano avviando verso il luogo descritto da Houdin.

Costeggiando il mare, Nove si fermò e lo osservò. Le onde che infuriavano sugli scogli rendevano quel posto molto meno silenzioso e vivo nonostante la desolazione. Anche Eve si fermò a guardare le onde, come ipotizzata anche ella da quel suono. 

Houdin li chiamò, scuotendoli, tornando così, liberi da quella stregoneria. 

Camminarono per infinite ore alla ricerca della grotta.  La trovarono dopo un enorme sforzo dovuto all' arrampicata. Il buio che incombeva su di loro li costrinse a passare la notte lì.

Per Nove, il quale lasciava raramente il suo osservatorio era una esperienza nuova, mai si era addentrato così all' interno e mai con un motivo così valido. Se davvero quello che cercavano serviva ad Eve avrebbe mosso mari e monti. 

Guardò la ragazza che era addormentata davanti al fuoco e non poté fare a meno di sorridere.
Il ragazzo decise di riposarsi e chiuse gli occhi con sollievo.

La mattina seguente quando il giovane si svegliò, guardò verso il sacco a pelo della ragazza ma Eve non c'era.
Houdin che ancora sonnecchiava non sembrava essersi accorto di nulla.
Nove di alzò e decise di cercarla, era fuori ad osservare l'alba.
Nuovamente in una nuova giornata si ritrovarono ad osservare le luci mattutine, insieme. Il ragazzo le posò una mano sulla spalla.
Eve non fece una piega, "Sembrerebbe essere diventata un'abitudine, questa di incontrarci" disse la ragazza con un lieve sorriso.
Nove la guardò, con quelle luci il viso le si illuminava. "Perché ogni mattina vieni a guardare l'alba?" chiese il ragazzo. "Tu perché continui a cercarmi ogni volta che sono fuori?" chiese a sua volta la giovane per poi ridacchiare in modo un po' sommesso.
"Ti vengo a cercare perché voglio starti accanto" disse Nove.
"Ogni mattina, quando apro gli occhi sento il bisogno di osservare il sole sorgere" disse piano Eve.
Il ragazzo rimase con lei fino alla fine dell'alba, mentre lei cantava quella melodia del giorno prima.
Lui l'ascoltò rapito, non riusciva a smettere di meravigliarsi di fronte a tanta delicatezza.

Quando il sole fu abbastanza alto, si addentrarono nella grotta.

Nove prese la sua lanterna e dopo averla accesa, fece strada illuminando l'oscurità . Dopo diverso tempo, arrivarono in una caverna tappezzata di minerali.
Uno spettacolo magnifico, gli occhi dei due giovani brillavano di meraviglia. Il soffitto sembrava un cielo stellato, dipinto di mille luci blu.

L'aria all'interno era umida, fredda, si aggrappava al fisico trascinandosi con sé.
Il mondo in cui Nove era vissuto per tutto quel tempo era una continua scatola contenente sorprese. Aveva vissuto la propria vita in quattro mura e non aveva mai trovato il coraggio di lasciare l'osservatorio.
Eve che invece viaggiava spesso con Houdin aveva viaggiato in molti posti e aveva visto molti scorci da togliere il fiato ma non ne aveva mai visto uno così.
La lieve luce che i cristalli emanava o rendevano l'atmosfera piacevole e pacata.
"Per di qua!" esclamò il vecchio che li richiamò a sé. La grotta continuava ad estendersi tra vari minerali di vari colori.
Arrivarono talmente tanto in profondità da trovare un'intera camera piena di cristalli rossi come il sangue.  Al centro sospeso nel nulla c'era un cristallo dal colore talmente profondo e stupendo da sembrare un cuore, il cuore di Marte.
Houdin si avvicinò e ne prese un pezzo, si allontanò e inginocchiadosi pregò in una lingua sconosciuta.

Sembrava una preghiera di ringraziamento, come se si stesse scusando.

I cristalli che ricoprivano le pareti della caverna cominciarono a pulsare come un cuore che pompa.
Sembrava tutto così surreale.
Nove guardò Eve, lei era in ginocchio e con le mani intrecciate, ad occhi chiusi iniziò a cantare la melodia che aveva cantato il primo giorno.
Piano piano le pulsazioni si fecerò sempre più lente fino a terminare e si calmarono.
La ragazza si alzò e disse"Scusa, vecchio caro Marte per averti preso un pezzo di cuore".

Uscirono in fretta da quella camera e se tornarono verso l'entrata, dove si erano accampati il giorno prima.

Mentre camminavano tornando all' osservatorio, Nove notò che il viso di Eve aveva un' ombra di tristezza, come se la ragazza avesse la testa piena di pensieri asfissianti.

" Eve, che succede?" chiese il ragazzo. " Ho passato dei bei momenti con te in questi giorni, sai?" disse sorridendo. Il ragazzo annui contento. Quell' ombra però non scomparse del tutto dallo sguardo. La ragazza cercò di nascondere i suoi pensieri. 


Arrivati all' osservatorio, stanchi e affaticati i due uomini entrarono mentre la giovane rimase ancora un po' fuori ad osservare il tramonto. Il sole si scioglieva rendendo lo specchio d' acqua di un colore dorato come una magia, un vero spettacolo che avrebbe scaldato qualsiasi cuore. 

Nonostante il freddo e la desolazione che attanagliava Marte, Eve lo trovava idilliaco e puro.  Lei sapeva che quello sarebbe stato l' ultimo tramonto che avrebbe visto su quel mare. 

Quando la ragazza rientrò guardò Nove con uno sguardo di tremenda disperazione, il ragazzo non sapeva ancora che lei sarebbe partita l' indomani stesso.

Erano soli nella stanza, si trovavano l' uno davanti all' altro. Lei parlò " Domani, non mi vedrai più, devo andare via con Houdin e tornare sulla mia nave".  Il ragazzo cercò di reggere la notizia, non disse nulla. Silenziosamente si guardarono mentre Eve stava uscendo dalla porta. 

L' osservatore passò la nottata a guardare il soffitto in silenzio, cercando invano il sonno. C' era un pensiero che lo assillava e che non gli faceva chiudere occhio. Quel pensiero era proprio Eve. Quella ragazza che come è arrivata dal nulla, se ne sarebbe andata allo stesso modo.

Il mattino seguente arrivò, timido con i suoi primi raggi, l' osservatore si alzò e andò fuori ad osservare l 'alba nella speranza di rivedere la ragazza prima che possa partire. 

Era lì su quello stesso scoglio, lo stava aspettando, cantando la solita canzone. " Sei venuto per darmi l' addio?" disse la ragazza in modo triste. " Sono venuto a rivederti prima che tu parta, a cercare di ricordarmi più particolari del tuo viso, per non scordarlo mai." disse. La ragazza scese dallo scoglio e prese il viso dell' osservatore tra le mani. Lui le strinse e la guardò, con gli occhi pieni di dispiacere. Eve lo baciò. Nove la strinse a sè e le sussurò:" Non dimenticarti di me".

" Mai" disse la ragazza che ormai aveva il viso rigato di lacrime.


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⏰ Last updated: Dec 27, 2020 ⏰

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Il Cuore Dell'Osservatore 9Where stories live. Discover now