Capitolo 13

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Capitolo 13

Marinette aveva scoperto quel posto per caso, qualche mese prima dopo una estenuante lotta contro il cattivo di turno. Non era riuscita a ritrasformarsi nei pressi di casa ed era entrata titubante in questa semplice ma deliziosa caffetteria, certo i dolci di suo padre erano imbattibili ma lei quel giorno necessitava di biscotti al cioccolato per Tikki e una sedia confortevole per sé. E così, Marinette Dupain-Cheng si era ritrovata a sorseggiare un latte macchiato e a mangiucchiare un muffin, in un tavolino appartato che dava su di una grande vetrata. Il via vai della gente era un flusso continuo come i suoi pensieri e strano ma vero quel luogo le emanava calma, tepore, sicurezza. Le piaceva tornare lì, era il suo rifugio, il suo angoletto. Il punto ideale per ritagliarsi un po' di tempo e restare connessa con la città.
Fu facile quindi proporre proprio quel bistrot ad Alya e Kagami per una rigenerante chiacchierata tra amiche.
Sospirò abbassando lo sguardo sulla sua oramai usuale ordinazione. Aveva mentito un po’ alle ragazze, un po’ a se stessa. Di nuovo, di proposito.
Alle ragazze stava nascondendo il vero obbiettivo di quell’invito e lei mentiva a se stessa sul fatto che non poteva concedersi un vero e proprio banale pomeriggio di svago tra amiche. Lei i suoi segreti, i suoi pensieri, le sue paure, le sue emozioni non poteva certo sbandierarle ai quattro venti.
Ancora a testa china prese svogliatamente il cellulare in mano per controllare l’ora, buffo ma vero lei la ritardataria cronica era in perfetto orario, quasi in anticipo.
Un messaggio le lampeggiò sul display, con un semplice tocco lo aprì e ne lesse attentamente il contenuto.
-Sto per entrare sul set fotografico, spengo il telefono. Se non sbaglio oggi hai l’incontro con le ragazze, vedrai che andrà tutto bene. Io ho invitato i ragazzi qui a vedere il servizio, anche io conto di muovermi oggi con l’aiuto del mio gatto! Ti chiamo appena ho finito. Ps. Oggi non sono riuscito a strapparti neanche un bacio di nascosto…non va bene! Dovremo rimediare al più presto, tuo Adrien-
Non si era ancora abituata a tutte quelle attenzioni da parte del biondino. Le guance le si imporporarono per l’ultima frase ed il solo pensiero delle labbra di lui la fecero avvampare. Marinette scosse la testa, lesse nuovamente il messaggio e si decise a scrivere una breve risposta.
Rigirò la tazza tra le mani ed osservò una scura goccia di caffè nero che scendeva lenta verso un soffice cumulo di schiuma bianca. Lentamente ed inconsciamente raccolse la gocciola con un dito e se la portò alle labbra. Un sapore forte le invase la bocca, amaro come le sue ultime giornate.
Aveva trovato il coraggio di esternare i propri sentimenti al suo Adrien, lui la ricambiava, era suo…ma non era libera di essere solo Marinette e godersi la spensieratezza e la bellezza della nascita di un amore. Ancora una volta doveva mettere in pausa la sua vita per un bene maggiore e la salvaguardia di Parigi.
Scosse la testa e chiuse gli occhi, Parigi…la città poverina era solo un’indifesa spettatrice in balia di Papillon.
Tutto si era aspettata tranne chi ci fosse dietro quella maschera e la scoperta del perché volesse il potere assoluto.
Inevitabilmente ripensò alle ultime sere dopo l’ennesima sconfitta e rivelazione di Papillon.

Dopo essere stato akumizzato Adrien aveva fortunatamente seguito il suo consiglio ed aveva passato la sera da lei. Non fu facile avvicinarlo e confortarlo, Adrien soffriva e lei era letteralmente impotente davanti a questo. Poteva solo abbracciarlo e cullarlo mentre lui cercava di trattenere le lacrime.
Voleva essere forte ma era solo un ragazzo come poteva reggere tutta quella pressione? Lei lo coccolava dolcemente stretto al suo petto e lo invitava a sfogarsi, ripetendogli quanto lui fosse importante. Poi lasciò calare il silenzio, Adrien aveva bisogno di riflettere e di sentirsi al sicuro. Fu il biondo a cessare il suo mutismo.
“Forse…Marinette…forse…”
“Forse?”
“Forse dovresti trovare un altro Chat Noir…io non ne sono degno!”
Marinette restò sbigottita ed abbracciò ancora di più il ragazzo.
“Scherzi Adrien?? Assolutamente no! Io credo in te, credo in noi…e…chiamami stupida, illusa ma dopo quello che mi hai raccontato io continuo a vedere un po' di buono anche in Gabriel Agreste. Certo, quello che vuole fare è sbagliato e soprattutto incontrollabile…lo sai vero? Chiedere di esaudire un desiderio comporta un prezzo e in questo caso…potrebbe essere una vita per una vita e…non oso immaginare…non voglio neanche dirlo…Adrien, bisogna lottare e cercare di risolvere tutta questa situazione…insieme…io come Ladybug, tu come Chat Noir!”
Il biondo si divincolò dalla sua stretta per prenderle il viso con le mani e darle un bacio a fior di labbra.
“Tu…nonostante tutto…vedi del buono in mio padre?”
“Certo!”
Adrien chiuse gli occhi ed appoggiò la fronte su quella della ragazza. Prese la mano di lei e se la portò al cuore.
“Da quando ti conosco, questo ha ripreso a battere e non mi riferisco solo alle ultime settimane, tu Marinette mi hai voluto bene fin da subito, sei sempre stata gentile, onesta, sincera. E lo sei con tutti! Ogni volta che passavo del tempo con te era importante e mi faceva sentire ben accetto, accolto, mi sono sentito per la prima volta circondato di attenzioni e di amici. Scusami se mi ci è voluto tanto per capire che dietro questi gesti si celava qualcosa di più e che il sentirmi lusingato e benvoluto altro non era che la sensazione di sentirmi amato...amato da te. Non la provavo più da molto tempo, non me la ricordavo.”
Ed il biondo la stupì ancora di più sovrastandola con la sua muscolosa figura, sussurrandole a fior di labbra cosa lei fosse per lui: aria, vita, amore…speranza! Poi non resistette più e la riempì di teneri baci.
“Marinette io credo…e anzi ne sono sicuro adesso…io so di essermi innamorato di te ancor prima che di Ladybug, solo che ero troppo cieco e troppo stupido per vedere l’evidenza. Puoi perdonare un ragazzo che non sa capire ed esprimere i suoi sentimenti?”
Lei aveva gli occhi lucidi dalla commozione e le venne spontaneo dargli un buffetto sul braccio.
“Ma smettila…io non ho fatto nulla di speciale! E non c’è niente da perdonare!”
“Sono serio, Marinette. Ci vorrà molta pazienza con me…perdonami adesso perché sarà sempre più difficile d’ora in avanti. Io cercherò di esternare ogni cosa per non compromettere noi ed il bene di Parigi ma…è mio padre, e vuole riportare in vita mia madre…io non so se mi comporterò bene e c’è il rischio che ti ferirò. Promettimelo!”
Marinette gli accarezzò dolcemente una guancia e sorrise sommessamente.
“Sempre ti perdonerò, sempre! E non ti abbandonerò…affronterò di tutto con te…per te!”
“Ti amo Marinette!”
Marinette perse un battito…Adrien l’amava! Separò la distanza dal viso del ragazzo e lo baciò.
Un bacio lento e dolce, che pian piano diventò passionale e ardente.
“Anche io…anche io Adrien…anche io ti amo!”
Peccato che quel momento fu rovinato dal Gorilla che si era bevuto la scusa della ricerca impegnativa ed era venuto a riprenderlo. Separarsi fu doloroso, ma la consapevolezza di poter contare l’uno su l’altra aveva dato vita ad una nuova prospettiva.
Una volta sola Marinette fu grata di aver rubato quel prezioso tempo al suo ragazzo, avevano avuto modo di chiarirsi. Certo non poteva negare che fosse strano che neanche Nathalie si era presa la briga di indagare sul pomeriggio del modello e di farlo tornare a casa subito.
Era sicura che Gabriel Agreste fosse troppo scosso e turbato per pensare al figlio ma credeva si facesse viva almeno lei, d’altronde quella volta non si era manifestata come Mayura e sia Marinette che Adrien ebbero il timore che la diligente segretaria del padre stesse già sulle tracce del biondo mentre stavano combattendo, ma non fu così.
E Nathalie non si palesò neanche il giorno dopo nel bel mezzo di una prova d’abiti.
Gabriel annunciò allo staff della sfilata ed ai modelli che la sua impeccabile segretaria aveva avuto alcuni problemi familiari e che si sarebbe allontanata per un po' da Parigi. Ad entrambi i ragazzi la cosa era parsa molto strana ed in un attimo di pausa, sicuri di non essere visti da Gabriel, troppo impegnato nella realizzazione della sfilata, Marinette trascinò Adrien in un angolo.
“Tutto questo è molto strano…che fine ha fatto Nathalie?”
“Non lo so amore mio…ho provato a contattarla ma ha il telefono spento. Da quando è stata assunta è la prima volta che sparisce nel nulla senza neanche avvisare.”
Adrien era serio , preoccupato, sospirò e la guardò dritta negli occhi.
“Marinette tu credi che stiano confabulando qualcosa di pericoloso?”
“Non lo so…ma dobbiamo avere mille occhi…e trovare il modo di impossessarci del Miraculous della Farfalla e del Pavone. Poi ecco…io…io sinceramente sto seriamente pensando di consegnare i Miraculous ai nostri amici.”
“Sei sicura? E’ rischioso…mio padre conosce le loro identità e potrebbero essere in pericolo…”
“Sì…lo so, ma loro sono più vulnerabili senza i poteri che con i Miraculous. Inoltre Papillon e Mayura non aspettano altro che ci manifestiamo e li andiamo a cercare mentre siamo trasformati, come hanno fatto con Chloè…dobbiamo escogitare un modo per consegnare i gioielli in segreto e inoltre…devono essere tutti avvisati di non usare i poteri, finche non sarò io a chiederlo, e lo farò solo se costretta.”
Adrien abbassò lo sguardo ed appoggiò una mano al muro, accorciando la distanza tra i loro corpi.
“Non possono usare i poteri?”
“Esatto. Mi servono più come custodi che come combattenti. Pensaci, se Papillon avesse avuto il dubbio che i nostri amici erano in possesso dei Miraculous li avrebbe già attaccati. Invece niente!”
“Chiaro, non fa una piega. Ho un’idea, facciamoci aiutare da Tikki e Plagg. Come faceva il maestro Fu!”
“Cioè?”
“Gli faremo avere le preziose scatoline tramite i nostri kwami e per non destare sospetti nel mentre li incontreremo nelle nostre forme civili. Io i ragazzi, tu le ragazze. Una volta tornati a casa troveranno la scatolina e la missiva.”
“Ok! Devo coinvolgere tutte…tutte le ragazze?”
“Hai dei dubbi su Chloè, vero?”
“Tu non li avresti? E’ troppo volubile e poco leale e guarda l’ultima volta cosa è successo…”
Marinette fu costretta a bloccarsi di colpo diventando rossa in volto. Adrien le stava praticamente parlando al lobo dell’orecchio ed era completamente appiccicato a lei. Qualcuno in fondo alla sala li stava scrutando con interesse.
“Cosa c’è Marinette?”
“T-t-tuo padre…ci sta fissando…io…tu…sembriamo…ecco…”
Adrien le fece una carezza sulla guancia sorridendole malizioso e le diede un fugace bacio a fior di labbra, la corvina spalancò gli occhi per lo stupore, imperterrito il modello riprese a parlare dolce sfiorandole il lobo.
“Credo sia meglio fargli capire che abbiamo una storia piuttosto che stiamo elaborando un piano per togliergli i poteri e neutralizzarlo, non trovi? E poi, in questo modo, finalmente potremmo uscire allo scoperto!”
Marinette si trovò incapace di ribattere e si girò nuovamente verso lo stilista. L’uomo aveva intenzionalmente distolto lo sguardo, ma si capiva che li stava ancora studiando in sottecchi nonostante fosse concentrato a visionare qualche acconciatura e trucco insieme al make-up artist.
“Oh tu…tu vuoi…vuoi che lo sappia?”
“Quando tutto questo finirà…e credimi finirà…pretendo di farlo sapere a tutti, non solo a lui!”
Marinette deglutì a fatica, ancora una volta l’aveva lasciata senza parole.
“Tornando a noi, va bene fai come ti senti con Chloè. Gli altri portatori sono molto leali e se scriverai loro una lettera con le precise istruzioni sapranno come comportarsi. Possiamo agire già nei prossimi giorni.”

Marinette tornò bruscamente alla realtà, dall’enorme vetrata vide spuntare le figure di Alya e Kagami.
Fece un ampio respiro, si fece coraggio e si toccò inconsciamente i suoi orecchini. Alzò fiera lo sguardo, sfoderò il suo miglior sorriso e sventolò la mano verso di loro.
“Non ci posso credere! Tu…tu sei in orario! Dimmi chi sei e che nei hai fatto della mia preziosa amica Marinette?”
Alya la prese in giro gettandole le braccia al collo, la corvina rise e non mancò di replicare.
“Ti voglio bene anche io Alya! Non ti ci abituare…è successo adesso, non succederà ancora! Ciao Kagami!”
“Ciao Marinette!”
La giapponesina aveva assistito con un lieve sorriso alla scena e prese subito posto a sedere. Piano piano stava iniziando a sciogliere quella maschera di ghiaccio che si era dovuta costruire negli anni. Prese il menù e lo studiò attentamente.
“Cioccolata calda con panna!”
“Cosa?? Kagami sei sicura? E la tua dieta ferrea?”
Marinette era molto sorpresa. La ragazza alzò le spalle in segno di non curanza.
“Mi allenerò un po' di più e troverò un modo di smaltire queste calorie in eccesso.”
Alya si sistemò gli occhiali sul naso e le lanciò uno sguardo d’intesa.
“Proponilo a Luka, sicuro trova un modo efficace! A proposito, Marinette…c’è niente che vuoi condividere con noi? ”
La corvina inclinò la testa di lato e la guardò incuriosita. Di cosa stava parlando Alya?
La mora fece un segno con la mano verso Kagami che appoggiò entrambe i gomiti sul tavolo, e si sporse verso la loro ignara amica.
“A meno che non si aggiri per la scuola una tua sosia, sicuramente eri tu ieri pomeriggio negli spogliatoi avvinghiata ad Adrien.”
Marinette spalancò la bocca, le sue guance presero fuoco e fissò attonita le sue amiche.
Caspita! Eppure erano stati attentissimi! E ora? Alya sorrise lievemente e decise di sciogliere l’imbarazzo che si era creato.
“Non nego che siamo un po' offese dal fatto che tu ce lo abbia nascosto, ma capiamo che iniziare a frequentare…”
L’aspirante giornalista si guardò intorno circospetta ed abbassò di un paio di toni la voce.
“A frequentare…Adrien Agreste…comporti avere gli occhi di tutti puntati addosso, compresi i giornali di gossip!”
Kagami annuì e mise una mano sulla spalla di Marinette.
“Il vostro segreto è al sicuro con noi…ma ora devi raccontarci tutto!!”
Marinette sorrise e si sentì sollevata, infondo quello che avevano pensato le amiche aveva un fondo di verità…come sempre la fortuna aveva girato dalla sua parte, tanto vale approfittare! In un impeto le abbracciò entrambe.
“Ok…mi avete beccata…infondo…volevo comunque parlarvene oggi…ma prima…a voi ragazze, voglio tutti i dettagli dalla notte del pigiama party …abbiamo quasi due settimane di arretrato!”
Tutte e tre si misero a ridere e spensierate iniziarono subito a chiacchierare come non succedeva da tempo.

“Ok Adrien bello, ora girati di lato, così bravo…immagina di vedere una montagna di spaghetti e fammi il tuo miglior sorriso…sorridi che la vita è bella…bravo guaglione guarda in su…vieni più avanti…così…”
Il servizio fotografico era iniziato da circa mezz’ora ed Adrien non vedeva l’ora di finire…Vincent era simpatico e di solito con lui il tempo volava ma quelle settimane erano state davvero stressanti per il giovane rampollo di casa Agreste ed avrebbe solo voluto avere qualche momento di pace da passare con i suoi amici.
Doveva ammettere che l’idea di invitarli gli era venuta dopo aver scoperto l’ambientazione del set: una sala giochi.
Si girò verso di loro, questa volta erano al completo, li aveva chiamati tutti: Nino, Luka, Kim, Max, Ivan, Nathaniel, Marc e Wayhem, il più esaltato.
“Possiamo fare una pausa Vincent?”
Adrien supplicò il fotografo e guardò in direzione degli amici.
“Di già? Eh bello mio, lo sai io sono buono, ma se non consegno entro due giorni questi scatti a tuo padre qui finisce in tragedia…ahhhhh…non guardarmi così! Va bene ti concedo solo 10 minuti, io vado a cambiare obbiettivo.”
Adrien sorrise e raggiante si affrettò a raggiungere gli amici.
“Che bello avervi tutti qui ragazzi!”
“Scherzi? E’ fantastico! Un vero set fotografico, con te…che sei sempre…wao, grazie amico per l’invito!”
Wayhem parlava a ruota libera guardandosi intorno mentre gli altri ridevano divertiti.
“Ma soprattutto grazie per la location! Non ci posso credere, in esclusiva per noi che abbiamo libero accesso a tutti i videogames e giochi!”
Max si intromise nei ringraziamenti, era letteralmente impazzito dalla gioia e passava da un monitor all’altro!
“Ragazzi sfida a biliardino!!!…forza!!”
Kim prese sottobraccio due timidi Nathaniel e Marc mentre Ivan li raggiungeva compiaciuto.
Luka e Nino si fecero spazio nel trambusto generale e si avvicinarono ad Adrien.
Sicuri di essere un po' distanti dagli altri quanto basta iniziarono a fargli il terzo grado.
“Allora Bro, c’è niente che vuoi dirci?”
Nino teneva le mani conserte e lo sguardo serio, invece Luka aveva la sua solita aria rilassata e giocherellava con un plettro tra le dita.
“Dirvi cosa? Non capisco!”
Adrien aveva assunto un’aria innocente da bravo ragazzo.
“Hai sentito Luka? Il nostro caro amico fa il finto tonto…pensa di non essere visto a scuola mentre si scambia occhiate di passione con Marinette. E fratello…per la cronaca ieri l’altro ti ho visto darle una pacca sul sedere mentre stavate salendo insieme le scale.”
Il modello restò un attimo a bocca aperta, poi abbassò lo sguardo con aria colpevole.
“Beccato! Ve lo avrei detto, lo giuro! Ma…”
Il chitarrista alzò la mano e gli sorrise.
“Non ce n’è bisogno, capiamo che sia importante la privacy nel vostro rapporto.”
Nino si tolse gli occhiali e fece finta di asciugarsi una lacrima invisibile, appoggiò l’altra mano sulla spalla del biondo ed inscenò una voce fintamente tremante.
“Il mio bambino…è cresciuto! Ha capito finalmente, sono…commosso! Bravo! Ora fai il bravo e goditela…in tutti i sensi!”
Adrien lo spinse via sorridendo sornione.
“Scemo!”
Luka si mise a ridere per poi tornare serio.
“Basta che siete felici Adrien, Nino infondo ha ragione la cosa più bella della nascita di un rapporto è la scoperta…di tutto…ma…falla soffrire e ti spacco la faccia.”
“Idem anche io! E anche Alya ti ucciderebbe e anche…”
“Uccidere chi??Sono curiosa!”
Il trio si girò simultaneamente verso la ragazza che aveva appena parlato trovandosi di fronte Lila. Nino sorrise bonariamente ed andò subito ad abbracciare l’amica.
“Lila!! Ciao!!
Adrien si irrigidì subito, sapeva che quella ragazza poteva potare solo guai. Luka si accorse dello stato del biondo e gli diede una pacca sulla spalla.
“Cosa c’è?”
Adrien si voltò di poco verso l’amico, aveva visto che nonostante Lila stesse salutando gli altri con Nino non gli aveva staccato gli occhi da dosso. Doveva stare cauto con lei, quella poteva essere capace anche di leggere il labiale. Serio fissò un attimo gli occhi di Luka.
“Lila è’ una ragazza enigmatica, diciamo non completamente cristallina.”
“Mia sorella mi ha accennato ciò che è successo l’ultima volta tra lei e Marinette, soprattutto di quanto Marinette non la possa sopportare. E credimi per me è incomprensibile, perché la tua ragazza vede del buono in tutti.”
Adrien continuò a fissarlo serio, l’istinto gli suggeriva di sbilanciarsi con l’amico.
“Sai che non amo alimentare voci o pettegolezzi. Però è la verità tra loro non corre buon sangue e spesso Lila si è dimostrata molto…ecco fantasiosa…vede una realtà tutta sua.”
“Un modo elegante per definirla una ragazza un po'...bugiarda?”
Adrien si fece scappare un leggero ghigno, Luka aveva colto nel segno.
“Amico, sei una persona sensibile, riflessiva e che osserva molto. Qualcosa mi dice che la sua presenza qui non sia un caso, e immagino voglia in qualche modo partecipare alla sfilata. E’ una modella ed ha già collaborato con mio padre. Ma soprattutto ho paura che non reagirà bene se dovesse scoprire di me e Marinette. Ripeto è una ragazza problematica e rancorosa, se ci pensi è stata l’akumizzata più potente di Papillon.”
“E’ vero, Volpina è stata molto forte. La ragazza ha un debole per te e pensi che voglia mettere zizzania tra di voi? Oppure hai paura che se venisse a sapere della vostra storia Papillon potrebbe akumizzarla di nuovo?”
“Non lo so, però di una cosa sono certo. Sei stato un supereroe e a quanto ho sentito chi viene scelto è perché ha delle spiccate doti anche senza i poteri. Ecco, senza che entriamo nel merito…tienila d’occhio. Non farti abbindolare.”
Luka restò stupito dalle parole di Adrien, era lusingato per il fatto che riconoscesse le sue doti e il suo essere stato scelto come un supereroe. Non capiva fino in fondo dove volesse parare il biondo ed il suo sesto senso gli suggeriva di non chiedere oltre. Non era il momento. 
Annuì all’amico, sfoderò il suo miglior sorriso e fece un cenno di saluto verso la mora che si stava dirigendo verso di loro. Adrien gli lanciò un ultimo sguardo d’intesa e la sua espressione cambiò radicalmente: aveva indossato una maschera più tranquilla e rilassata.
La ragazza si avvicinò, batté gli occhi da cerbiatta e sorrise a trentadue denti.
“E tu Adrien caro, non mi saluti?”
“Lila che bella sorpresa! Sono felice di vederti, conosci Luka? E’ il fratello di Juleka.”
“Molto piacere.”
Luka allungò la mano e sorrise cordialmente.
Lila spostò una ciocca dei suoi capelli ed una scia di profumo li avvolse.
“Il piacere è tutto mio. Ma certo Adrien, la fama di questo ragazzo lo precede! Tua sorella ed io siamo molto, molto, tantissimo, amiche. Mi parla spesso di te! Ero curiosissima di conoscerti”
Luka continuò a sorridere tranquillo. Accidenti, Adrien era stato proprio diplomatico!
Non si era sbilanciato troppo sul conto della ragazza ma gli era bastata sentirla parlare e si percepiva benissimo che Lila emanava negatività e falsità da tutti i pori. Avrebbe sicuramente fatto ciò che l’amico gli aveva suggerito.

Il pomeriggio spensierato di chiacchiere, gossip e confidenze stava volgendo al termine e Kagami alzò elegantemente un braccio in direzione del cameriere chiedendo il conto.
“Ragazze, lasciatemi offrire! Questa è la mia prima uscita tra amiche, se escludo il succo d’arancia che ci siamo prese insieme quella volta del concorso Marinette e…grazie.”
Kagami era leggermente arrossita e si vedeva che per lei una cosa così semplice valeva tanto. Marinette le strinse la mano e le sorrise.
“Ok…ma la prossima volta tocca a me! E…Kagami, ora che siamo diventate amiche dubito che ti libererai difficilmente di noi!”
Kagami annuì consapevole, pagò il conto che era stato appoggiato sul tavolo e si alzò.
“Devo salutarvi ragazze, il mio tempo libero a disposizione è finito.”
Volse lo sguardo all’esterno ed indicò la macchina rossa fiammante della madre.
“Anche io devo scappare, ho promesso ai miei di badare alle gemelle…Kagami posso chiederti un passaggio?”
“Certo Alya volentieri! Vuoi un passaggio anche tu Marinette?”
“Oh no grazie, in realtà qui dietro c’è un grossista di stoffe e devo ritirare un campionario per il Sig. Agreste. Da domani per le prossime due settimane non avremo un attimo di pace fino alla sfilata!”
Le sue amiche annuirono, vero il gran giorno si stava avvicinando e Marinette più di tutti non poteva esimersi nel compiere i compiti del boss.
“Ci vediamo domani a scuola, amica mia!”
“E noi domani pomeriggio alle prove!”
Marinette le abbracciò calorosamente e le loro strade si divisero. Le ragazze salirono in auto e la corvina svoltò l’angolo, tagliando per un vicoletto, in direzione del negozio. Appena fu certa di essere completamente sola aprì la borsetta ed una sorridente Tikki sgusciò fuori continuando a mangiucchiare un biscotto.
“Fatto! Quando torneranno a casa troveranno i loro kwami e la lettera.”
“Grazie piccolina, ottimo lavoro!”
“Marinette guarda…quella in fondo alla strada non è Nathalie?”
La ragazza si voltò di scatto ed osservò il punto che le indicava la sua kwami.
Ci mise un po' a focalizzarla e a collegare Nathalie a quella slanciata figura che camminava frettolosamente con i capelli sciolti al vento, un paio di occhiali scuri ed avvolta in un semplice paio di jeans, felpa e snakers ai piedi.
Cosa ci faceva a Parigi? Gabriel non aveva forse detto che si era allontanata dalla città per problemi familiari?
La corvina scosse inevitabilmente la testa, lei e Adrien lo avevano detto fin da subito che non c’era da fidarsi delle parole dello stilista e questa che le si presentava era un’occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire.
Dove era diretta la donna? Doveva seguirla e capire cosa c’era sotto!
Prese il cellulare e provò a chiamare Adrien, il telefono risultava ancora staccato questo significava che il servizio fotografico non era ancora finito.
Avrebbe agito da sola!
“Tikki dobbiamo scoprire dove sta andando…lo faremo senza trasformarci, non deve assolutamente pensare che Ladybug la stia seguendo.”
“Vuoi pedinarla?”
“Certo! Chissà quale obbrobrioso piano stanno mettendo in atto! E forse…se abbiamo un po' di fortuna potremmo anche recuperare la spilla.”
“Non vuoi aspettare Adri…”
Marinette non la lasciò finire che subito la chiuse nella borsetta e si affrettò a correre in direzione di Nathalie.
Eccola, doveva sbrigarsi perché stava voltando l’angolo e c’era il rischio di perderla.
Con il cuore che le pulsava in gola cercò di affrettare il passo senza dare nell’occhio, fortunatamente la donna non si era accorta della sua presenza.
La seguiva con lo sguardo e non poté fare a meno di notare che Nathalie mutò la sua camminata in fiera e veloce ad una più lenta e mesta. Di colpo la donna si fermò, era arrivata a destinazione ed entrò in un asettico edificio bianco. Marinette si spiaccicò il più possibile al muro per evitare di essere vista ed attese qualche minuto per affacciarsi. Quando la corvina fu sicura si avvicinò quatta quatta all’ingresso per capire che luogo fosse.
Una scritta luminosa colse di sorpresa Marinette. A questo era del tutto impreparata.
“Laboratorio centro analisi DocMedCentre”

It could be the End it could be the BegginingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora