Prologo

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L'uomo steso a terra si alzò di scatto tirandosi in piedi con un'agilità sorprendente, nonostante si fosse appena svegliato da un sonno breve ma profondo.

La mano saettò verso l'elsa della spada che teneva dietro la schiena, si guardò intorno, gli occhi completamente sgranati a cercare qualcosa nella fitta oscurità notturna; il lampione, unica fonte di luce, rischiarava l'ambiente circostante e il suo calore attirava decine di piccoli insetti che vi giravano intorno come impazziti.

Rassicurato dal silenzio, rotto solo dal frinire delle cicale, rilassò i muscoli e si distese: - Quanto ho dormito?- pensava strofinandosi le membra intorpidite.

Si trovava in quello che sembrava un piccolo parco giochi per infanti, la presenza di un'altalena e di uno scivolo scalcagnato confermarono la sua ipotesi.

L'uomo o meglio il ragazzo, vista l'età non ancora matura, s'incamminò velocemente per le strade della piccola cittadina, estrasse dalla tasca un pezzo di carta logoro sul quale era disegnata una cartina della città e cominciò a seguirla attentamente.

-è questa- pensò ricontrollando il foglio consunto.

In meno di un quarto d'ora aveva raggiunto la sua destinazione: era una piccola villetta, niente la contraddistingueva dalle altre se non la presenza di alberi di pesco al posto di quelli di ciliegio che caratterizzavano i giardini dei vicini e cespugli di azalea che crescevano rigogliosi intorno allo stagno delle carpe: era evidente che il proprietario di quel giardino ci teneva e vi prestava più attenzione di quanto non fosse realmente necessario.

-Quasi mi dispiace calpestarne l'erba- pensò l'uomo sorridendo ironicamente.

Scavalcò il cancelletto e si arrampicò con l'ausilio della grondaia fin sul tetto, si portò vicino alle finestre e vi guardò attraverso, cercando di scorgere quello per cui aveva viaggiato fin laggiù: non la vide.

Cambiò punto di osservazione; i suoi movimenti sicuri e svelti gli permisero di spostarsi in breve tempo, cosicchè nessuno, tranne le stelle della notte, potesse venire a conoscenza del suo delitto.

La seconda finestra dava su una camera da letto, attraverso il buio su un comodino antico intravide quello che poteva essere l'oggetto della sua ricerca.

-bingo-

Aprì la finestra e si introdusse in casa, si avvicinò al soprammobile e esaminò attentamente l'oggetto, lo avvicinò al chiarore lunare per controllarlo meglio; era una bambola di ceramica vestita elegantemente .

Dopo un'accurata ricerca trovò una fessura sotto al piedino, prese la chiave che teneva appesa al collo e provò a inserirla: combaciava.

Un fruscio di coperte attirò la sua attenzione: nel letto una ragazza della sua età dormiva beatamente, ignara del destino che era venuto a trovarla fino alle cortine del suo letto.

"E così, sei proprio tu..." disse il ragazzo "chissà se sarai all'altezza del tuo compito"

In quel momento le stelle sussultarono.

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