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Passò una settimana dal mio arrivo a Madrid e mi venne in mente quanto avessi insistito da bambina per far promettere ai miei genitori di portarmici un giorno, mi affascinava da sempre e mi sembrava che pur avendo l'occasione di vivermela appieno non lo stessi facendo e sperai di riuscire a farlo alla fine.

Iniziai il lavoro in biblioteca come previsto, il proprietario, Juan, era molto gentile e disponibile, mi disse in maniera specifica cosa avrei dovuto fare durante i miei turni e mi fece sentire a mio agio, anche gli altri dipendenti erano altrettanto cortesi e molto legati tra di loro, io avevo intenzione di mantenermi distante: l'idea di mettere di nuovo cuore in qualcosa mi faceva così tanta paura, avevo paura che anche l'ultimo frammento di esso mi venisse portato via.

La biblioteca era immensa, ci avrei vissuto volentieri in quel luogo, amavo i libri, il loro profumo, le storie, le emozioni che potevano suscitare, mi avevano salvata spesso.
Mi permettevano di allontanarmi almeno per poco dalla realtà ed era sempre un sollievo.
Dei libri amavo la capacità dei personaggi di lottare per il loro lieto fine...
Spesso noi persone ci chiediamo il perché nei libri o nei film tutti alla fine siano felice e la risposta può essere scontata ciononostante non ce ne rendiamo conto: loro rischiano.
Loro lottano e si giocano tutto, perché sanno che possono uscirne a pezzi ma sanno pure che c'è qualcosa per cui tutta quella fatica vale la pena e fanno di tutto per ottenerlo.
Affrontano tante sfide anche loro, hanno paura, pensano di non farcela più, ma poi, nel momento in cui occorre loro rischiano.

"Rischiare" che bella parola, alcuni pensano derivi dal greco e può significare sorte, scoglio oppure salvezza, perché i rischi, a volte, sono il nostro ultimo appiglio, l'ultimo briciolo di speranza che abbiamo e possono salvarci da un destino infelice.
Ci vuole solo un po' di coraggio.

Quel giorno dovevo occuparmi di spolverare dei libri e rimetterli in ordine alfabetico, molti avrebbero subito perso la pazienza, io no, d'altronde non mi aspettava nulla di meglio in hotel o in quella che successivamente sarebbe stata la mia casa.

Dissi a Juan che sarei potuta stare oltre i miei turni senza problemi, avevo bisogno di una distrazione costante per tenere occupata la mente.
Terminai troppo in fretta ciò che avevo da fare, non sapendo che fare decisi di scegliere un libro e leggerlo, ne trovai uno molto interessante: "Tutta la vita che vuoi" di Enrico Galiano e un pezzo mi colpì particolarmente ed oggi voglio condividerlo con voi:

"«Sei tu che decidi.
Lo so che tutti ti racconteranno che non è così, che nella vita non puoi decidere tutto, che prima o poi ti devi adattare ma ricordati questo: tutte cazzate.
Nelle cose che contano davvero, sei sempre tu che decidi.
È così che si diventa infelici amica mia.
Non tutto in un colpo, ma piano piano.
Un pezzettino alla volta, giorno dopo giorno, fino a che un bel mattino ti svegli e quei mattoncini intorno a te sono diventati una prigione.
La vera tragedia non è essere infelici, ma esserlo raccontandosi la balla che ci va bene così.»

Avrei voluto leggerle prima quelle parole, se mi fossi resa conto della prigione che stavo creando intorno a me magari sarebbe stato più semplice scavalcarla, tuttavia difficile non significa impossibile.
Una parte di me, la vera me, sapeva che ce l'avrei fatta, che avrei oltrepassato i limiti che mi ero posta, anche se questa parte era completamente soffocata dal mio stesso dolore.
I muri che innalzate non sono insormontabili, come si creano si possono anche distruggere, ma non temete le cadute: accadrà di cadere tentando di sorpassare il muro e vi farete male, tanto male e quando vi guarderete attorno vi sembrerà ancora più alto ed imponente, però riprovateci.
Ogni fallimento sarà un'esperienza e sarà proprio grazie ad essi se sarà ancora più semplice risalire.
Cadrete, ma dopo ogni caduta ci si alza, anche se brucia, le ferite guariscono e le cicatrici insegnano per cui andatene fieri.
Mai vergognarsi del proprio passato e ciò che ci rende incredibilmente unici, forti, meravigliosi più di quanto pensiamo.
Non permettete però neanche ad esso, neanche alle ferite più profonde di farvi diventare ciò che non siete.
Siate sempre la versione migliore di voi stessi.

La mia lettura fu interrotta da un'altra dipendente che mi chiese se potessi darle una mano in cassa, c'erano tanti clienti e gli altri erano tutti impegnati.
Io mi occupai di registrare i libri presi, lei aiutò i clienti nella scelta.
Dopo ciò ognuna tornò a ciò che stava facendo precedentemente, io terminai la mia lettura e qualvolta aiutavo dove fosse necessario.
Juan apprezzò il mio darmi da fare e ne ero contenta.

Rivolsi poche parole ai miei colleghi, parlavo solo se interpellata ed evitavo di stare con loro per troppo, non ero pronta.
Erano tutti ragazzi della mia età, tranne un paio di loro che avranno avuto poco più di 20 anni, erano solari e a loro agio, erano fortunati senza saperlo: cosa che accade facilmente, ci dimentichiamo del valore che hanno le piccole cose, di come ciò che abbiamo, anche se poco, altri se lo sognano e accade spesso che il dolore ci faccia dimenticare quanto amore ci circonda.

Il Coraggio Di Avere Cuore. Where stories live. Discover now