Capitolo 21: Arrivederci

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Samantha salutò con la mano i neo sposini mentre salivano sull'Impala. In una giornata e mezza di auto dovevano essere dall'altra parte degli Stati Uniti per prendere la nave per Cuba.
-Se fossimo andati in aereo ci avremmo messo meno.-aveva detto Castiel, ricevendo come risposta da Dean un'occhiataccia piuttosto eloquente.
Gabriel stava preparando l'auto, presto anche lui e Mary sarebbero tornati a Lebanon, e non si sarebbero visti fino a maggio, al compleanno di Samantha.
-Mi raccomando, mamma.-disse la cacciatrice, prendendo le mani della madre. -Se stai male, se succede qualsiasi cosa...
-Ci sarà Gabriel ad aiutarmi.-la precedette l'altra, accarezzandole una guancia. -Tesoro, non mi serve una babysitter.-sorrise appena. -Cerca di...pensare alla tua vita, al tuo nuovo lavoro, a Lucifer...-guardò il Diavolo con la coda dell'occhio. -A proposito...-aggiunse, voltandosi verso di lui. -Posso parlarti in privato?
Lucifer le fece cenno di precederlo, mentre si allontanavano sul marciapiede.
Gabriel si avvicinò a Samantha. -Prometto che da quando metteremo piede a Lebanon inizierò a cercare seriamente una cura per Mary.-disse. -Mi sono...divertito abbastanza, per almeno un secolo sono a posto.-ridacchiò. La cacciatrice gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò stretto. -Prenditi cura di lei, okay?-sussurrò.
-Te lo prometto.-le accarezzò appena la schiena.

-Mary, non puoi dire sul serio!-Lucifer era sconvolto.
-Abbassa la voce, non voglio che Samantha sappia.-sospirò la donna. -Ma...sì, Lucifer. Gabriel mi ha visitata prima della cerimonia, e a quanto pare non ho più di un paio di mesi rimasti.-gli mise una mano sulla spalla, guardandolo negli occhi.
-Devi dirlo a Samantha e a Dean.-mormorò. -Non puoi lasciarli all'oscuro, e nemmeno lasciare che-...
-...che siano felici.-concluse lei. -Luci...non voglio che i miei figli stiano ancora male per me. Mi è bastato vedere Samantha in tutti questi anni, china sui libri alla ricerca di una soluzione.-scrollò la testa. -È ora che anche lei abbia la sua vita, e io confido nel fatto che tu non le dirai nulla.
-Non...non le dirò nulla.-si arrese lui. -Ma...Mary, come faranno i tuoi figli, Cas, Gabe...senza di te?
Mary alzò le spalle, poi gli sorrise appena. -So che tu ci sarai per tutti loro, soprattutto per Samantha.-si sfilò dal dito un anellino d'argento con una pietra verde. -E quando sarà il momento giusto...le darai questo.-glielo porse, e Lucifer lo prese perplesso fra le dita, mettendolo poi nella tasca della giacca.
-Quale...momento giusto? Come farò a capire quando sarà?-aggrottò la fronte.
-Lo capirai.-sorrise appena. -Torniamo da Gabriel e Samantha, prima che io diventi troppo sentimentale e mi metta a piangere, mh?-guardò Lucifer, che aveva gli occhi visibilmente lucidi. Il Diavolo annui un paio di volte, lasciandosi sfuggire una risata.

Samantha si sedette sul divano, sospirando. -Non sono per niente tranquilla.-disse. -Ho...ho una strana sensazione allo stomaco...
-Samantha, è perché non mangi da ieri sera.-mormorò Lucifer, sistemandosi di fianco a lei e passando un braccio attorno alle sue spalle, tirandosela addosso. Lei si rannicchiò contro di lui chiudendo gli occhi per qualche secondo. -Uhm...forse hai ragione.-sussurrò poi. -Potremmo...ordinare una pizza.-lo guardò negli occhi.
-Hai voglia di pizza? D'accordo.-sorrise, alzandosi in piedi e cercando il telefono. Lo trovò, insieme a cinque chiamate perse di Mazikeen. Alla sesta finalmente rispose.
-Lucifer, dov'eri finito?-chiese, piuttosto alterata. -Ti sto cercando da un'ora!
-Scusa Maze, stavamo salutando Mary e Gabriel, sono appena partiti.-mormorò. -Che succede? Cosa c'è di così urgente?
-Oggi è...passato un uomo al locale, mentre eravate al motel per i saluti.-disse. -Ha detto di essere John Winchester. Non sapevo se credergli o meno, dato che pochi di noi sono sopravvissuti per poter dire di averlo visto in faccia.-sospirò. -Però sembrava piuttosto convincente.
Lucifer si voltò di scatto verso Samantha, estremamente preoccupato. -Dov'è, ora?-quasi ringhiò.
-È andato via, ma ha detto che dovevo lasciare un messaggio ai suoi figli.-fece una pausa. -...ha detto che sarebbe tornato per loro, per formare di nuovo la squadra come una volta.
-Dovrà passare sul mio corpo, prima.-sibilò. -Devo dirlo a Samantha, se dovesse ripresentarsi tu mandalo da me.-chiuse la chiamata.
Samantha si era avvicinata a lui durante conversazione, e aveva sentito tutto. -Mio...mio padre è stato qui?-sussurrò con un filo di voce.
-A quanto pare.-le prese le mani. -Non preoccuparti, non gli permetterò di tornare nel mio territorio così facilmente.
-Oh, invece fallo.-alzò lo sguardo verso Lucifer. -...ho un conto in sospeso con lui, e credimi che ho intenzione di saldare.-strinse i pugni.
Il Diavolo le prese il viso fra le mani. -Samantha, non...non cedere alla vendetta.-sussurrò. -Non...non credo che ne valga la pena, per una persona così.
-Ma se da quando ci conosciamo non hai fatto altro che parlare di come tuo padre fosse uno stronzo!-esclamò, allontanandosi appena. -Non sei la persona giusta per dirmi cosa fare con lui.-distolse lo sguardo.
Lucifer sospirò. -E se...partissimo anche noi?-sorrise appena. -Qualche giorno fuori città, solo io e te.
-Vuoi portarmi via da Los Angeles per farmi evitare di commettere un omicidio?-piegò di lato la testa.
-Voglio portarti via da Los Angeles perché il matrimonio è stato sfiancante, come tutto quest'ultimo periodo.-mormorò. -E se poi vorrai ancora uccidere tuo padre, io non ti fermerò.-le porse la mano. -Affare fatto?
Samantha sospirò, poi si sporse in avanti per abbracciarlo. -Affare fatto.-lo baciò sulle labbra delicatamente.

-New Orleans? Sei sicura?-chiese Lucifer, perplesso. Samantha annuì vigorosamente, dopo aver addentato un'altra fetta di pizza.
-Scherzi? È una città fantastica, e poi ci sono le case di almeno un paio di serial killer.-sorrise, a bocca piena.
-Sei estremamente inquietante a volte, lo sai?-mormorò, leccandosi le labbra.
-Credevo ti piacessi anche per questo.-ridacchiò, guardandolo negli occhi.
-È vero.-sorrise, prendendole una mano. -E New Orleans sia, allora. Dovrei avere un tizio lì che mi deve un favore.
-Hai tizi che ti devono dei favori praticamente ovunque.-sospirò, scrollando la testa.
-Non ovunque. Non conosco nessuno che viva in Guatemala... o in Pennsylvania.-alzò le spalle.
-Sono stata in Pennsylvania, una volta. Un caso di bambini scomparsi, alla fine era una strega.-mormorò distrattamente, alzandosi in piedi per buttar via il cartone della pizza.
-E com'è andata?-ridacchiò.
-Uhm...poteva andare meglio.-alzò la manica della camicia per mostrargli una cicatrice sul braccio. -Sono caduta sopra ad un ammasso di ossa minuscole.-storse il naso. -Abbastanza macabro.
-Beh, ho visto segni peggiori.-rise lui, alzandosi in piedi e abbracciandola da dietro. -Che ne dici, andiamo a dormire?
-Ma abbiamo appena cenato!-esclamò. -Non abbiamo ottant'anni.-incrociò le braccia al petto. Lucifer la fece voltare e la baciò con foga, prendendole il viso fra le mani.
-Vero, però sono un Diavolo che si stanca facilmente alla guida, e se vogliamo partire domani devo ricaricare le batterie.-sussurrò sulle sue labbra. Lei lo baciò di nuovo, scrollando poi la testa.
-Solo perché non vedo l'ora di tornare a New Orleans.-lo ammonì, trascinandolo verso la camera da letto.

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