Capitolo 36: Team Jacob

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-Fatemi capire.-disse Dean, guardando prima Lucifer e poi Gabriel. -Tu, Gabe, hai trovato delle cose di Lucifer e l'hai chiamato per venire a riprendersele, e tu, Lucifer, sei arrivato qui in un attimo, senza nemmeno pensarci due volte.-incrociò le braccia al petto. -Voi due non me la state raccontando giusta.-borbottò.
-Dean, andiamo. Quando mai ti abbiamo creato problemi?-mormorò Lucifer, ridacchiando. Il cacciatore gli scoccò un'occhiata assassina.
-E Samantha? Come l'ha presa?-scrollò la testa. -Uno di voi due ha pensato alle conseguenze per mia sorella?
-Tua sorella non mi ha detto di essere incinta.-rispose Lucifer, alzandosi dal tavolo della biblioteca dov'era seduto. -Qui anche io sono parte lesa.
-Oh, sta' zitto, Luci.-Gabriel lo affiancò. -Te ne sei andato di tua spontanea volontà, non meritavi di saperlo.-si voltò verso Dean. -Dean-o, ascoltami...l'errore è stato mio, lo so, però...
-Però cosa, Gabriel?-sbuffò lui. -Non mi interessa sapere quali casini abbiate in ballo voi due, ora devo pensare a mio marito e a mia sorella...e al mio nipotino.
Samantha si sporse dal corridoio. -Ragazzi, la cena è pronta.-annunciò. -Castiel ha insistito per fare la paella, ma...non credo sarà così buona come quella che avete mangiato nel vostro weekend d'amore.-ridacchiò.
-Siete stati in Spagna?-mormorò Lucifer, stupito. -Credevo odiassi volare.-si leccò le labbra.
-Veramente siamo andati a Boston.-rise Castiel, emergendo da dietro Samantha. -Lì c'è un ristorante valenciano meraviglioso.-si avvicinò a Dean e lo baciò sulle labbra. -Ho fatto il possibile, ma so già che non sarà così buona.
-Qualunque cosa preparata da te è buona, Cas.-il marito se lo strinse addosso, baciandolo su una tempia.
-A parte il tuo penoso tentativo di risotto.-osservò Gabriel.
-E il tuo petto di pollo crudo.-aggiunse Lucifer, che spostò lo sguardo su Samantha. -Sicura che tu possa mangiare cibo piccante?
-Ora ti preoccupi anche di quello che mangio?-la donna incrociò le braccia al petto,appoggiandosi al muro.
-Beh, porti in grembo il mio primogenito.-disse lui semplicemente. Gabriel si passò una mano sul viso, esasperato. Quei due non facevano altro che discutere, da quando il Diavolo era tornato.
Samantha alzò gli occhi al cielo, dirigendosi a passo svelto in cucina per non dover più sentire le sciocchezze dell'ex compagno.

-Mmh...Cassie, è divina.-disse Gabriel, prendendo un'altra forchettata di riso. -Non pensavo potessi migliorare così tanto in cucina in un solo weekend.-masticò lentamente un gamberetto.
Lucifer mangiava in silenzio, ogni tanto osservava Samantha di fronte a lui che fissava il piatto con sguardo spento. Dean finì la sua porzione, poi mise una mano sulla spalla della sorella. -Sammy, la mangi, quella?-chiese.
-Sammy-Pooh, devi mangiare.-mormorò Gabriel. -Non ti senti bene? Ti serve un'altra pastiglia anti nausea?
-Sto...bene, solo che...non ho fame.-rispose lei, sospirando. Appoggiò entrambe le mani sul ventre, allungandosi sulla sedia per essere più comoda.
L'arcangelo guardò i due fratelli e Dean. -...cosa vuoi mangiare?-le chiese infine gentilmente, appoggiando una mano sulla sua nuca. -Ti prepariamo qualcosa al volo, non c'è nessun-...
-Non voglio niente, okay?!-sbottò, alzandosi in piedi e rovesciando la sedia a terra. Il tonfo la fece sobbalzare, portandosi una mano alla bocca per soffocare il singhiozzo proveniente dalla sua gola. Uscì dalla cucina a passo svelto, sbattendo la porta della sua stanza dietro di sé.
Dean guardò Lucifer. -Cosa le hai fatto?-sibilò.
-Io?-lui si indicò il viso. -Assolutamente nulla, non ho nemmeno fiatato.-continuò a mangiare.
-Sarà uno sbalzo d'umore, è comune, in gravidanza...-mormorò Castiel, pensieroso. Si ritrovò lo sguardo degli altri addosso. -Che c'è?Ho letto un libro per future mamme, mentre eravamo via.-alzò le mani. -Volevo essere d'aiuto a Samantha.
-E dunque? Che si fa in questi casi?-gli domandò Dean. -Dobbiamo comprarle del cioccolato? Farle un massaggio ai piedi?
-Dean, per fortuna non avrò mai una gravidanza, o saresti un pessimo partner.-l'angelo scrollò la testa. -In questi casi il libro dice che il padre del bambino deve...stare vicino alla futura madre.-spostò lo sguardo su Lucifer, che si era fermato con la forchetta a mezz'aria.
-Scordatevelo.-disse il Diavolo. -Lei mi odia, mi caccerà subito via a calci.-scrollò la testa.
-Arrenditi, Luci.-ridacchiò Gabriel. -Sei il padre del piccolo Jacob Winchester, dopotutto.
-Morningstar.-lo corresse lui. -Si chiamerà Jacob Morningstar.
-Quindi siamo tutti Team Jacob?-rise Castiel. -Samantha ne sarà felice, Dean voleva convincerla a chiamarlo Zeppelin.-scrollò la testa.
-Non è detto che non useremo Zeppelin per il nostro bambino, Cas.-lo ammonì Dean.
-Per l'ultima volta, è una bambina.-bofonchiò l'angelo.
Lucifer aggrottò la fronte. -Voi...volete un figlio?-mormorò.
-In realtà a quanto pare avranno una bambina.-disse Gabriel, mettendo una mano sulla spalla di Lucifer. -È per questo che sono andati a Boston.-prese un sorso di vino dal proprio calice.
-Probabilmente fra un paio di mesi ufficializzeremo le carte, e...il bunker si riempirà di pannolini sporchi.-rise Dean.
Lucifer si alzò in piedi.-Vado...da lei.-mormorò, pulendosi le labbra con il tovagliolo e avviandosi in corridoio.

Samantha era seduta sul letto, teneva gli occhi chiusi e cercava di focalizzarsi sulla respirazione, facendo gli esercizi del libro di meditazione per gestanti che Castiel le aveva regalato tempo prima.
Sentì la porta aprirsi, ma decise di ignorare la cosa.
-Da quando mediti?-mormorò Lucifer, osservando la sua ex con le gambe incrociate e le mani giunte.
-Da quando tuo figlio fa di tutto per attentare alla mia vescica.-borbottò, aprendo gli occhi. -Aprire il plesso solare mi distoglie dall'andare in bagno ogni cinque minuti.-lo guardò fisso, sorridendogli ironicamente.
-Beh, avvertimi, quando hai finito di allineare i chakra.-fece una pausa. -...vorrei parlarti.-si leccò le labbra.
La cacciatrice si sedette meglio sul materasso. -Parliamo, allora.-mormorò, sospirando rassegnata.
-Samantha, che tu riesca ad accettarlo o meno, voglio fare parte della vita di mio figlio.-la guardò negli occhi. -Di nostro figlio.-si corresse.-Ho fatto un errore, un grosso errore, e lo so, ma...-lei lo bloccò con un gesto della mano.
-Anche io...ho sbagliato.-ammise Samantha. -Sei il padre, avresti dovuto saperlo, litigata o non litigata.-si alzò in piedi, barcollante, e gli prese le mani. -Ci ho pensato, in questi due giorni...e ho concluso che ci sono stati degli sbagli da parte di entrambi.-abbassò lo sguardo. Lucifer la fissò per qualche istante, poi la abbracciò di scatto, in silenzio. Lei restò sorpresa, ma ricambiò la stretta, appoggiando la fronte sul suo petto.
-Mi dispiace, Samantha.-disse infine, con un filo di voce. -Mi dispiace...-le accarezzò i capelli sulla nuca, prendendole poi il viso fra le mani e la guardò negli occhi.
-Ora cosa...che facciamo?-sussurrò con un filo di voce.
-Intanto troviamo un accordo per il cognome.-ridacchiò lui. -E magari diciamo a tuo fratello che deve smetterla di odiarmi così tanto...
-Su quello non posso intervenire.-mormorò. -Ha dei motivi validi per farlo.-scrollò la testa. -Per il cognome...ci si può lavorare.-gli prese la mano.
-Quindi è...tutto cancellato?-sorrise apertamente il Diavolo. -Sono di nuovo parte della famiglia?
-Oh, devi guadagnartelo.-ridacchiò, trascinandolo in corridoio.

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