3. Qualcosa che ti appartiene.

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"E io sto ancora
collaudando
un piano per
non starti accanto."

⛅⛅⛅

2015

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2015

Il palazzetto sportivo è gremito di gente. Sono le cinque del pomeriggio, fa caldo e puzza di sudore.

Il ragazzo che piace a Claudia, una delle mie amiche, è seduto tra gli spalti a fare il tifo a chissà chi, dunque, lei obbliga me e Federica a prendere posto vicino a lui e ai suoi amici.

Mi sento a disagio e questi tizi non mi piacciono affatto. Sono troppo espansivi per i miei gusti, quindi mantengo le distanze e mi metto a giocare al cellulare per evitare di intavolare dei discorsi con loro. Claudia propone di prendere una boccata d'aria e gli altri sono d'accordo con lei.
Usciamo da quella pseudo camera a gas e ci dirigiamo verso l'esterno. Alcuni di loro si mettono a fumare e Claudia accetta la sigaretta solo per far colpo su Giacomo.

Alzo gli occhi al cielo infastidita. Odio quando la gente finge di essere chi non è. Assistere a queste scenette mi fa venire il voltastomaco.
Un ragazzo di cui non ricordo il nome mi si avvicina con il pacchetto di sigarette in mano.

«Sigaretta?», domanda ammiccando verso di me.

«No, grazie», rispondo, tentando di mantenere un tono cordiale.

«Dai, prova! Sembri nervosa, ti aiuterà a calmarti…», tenta ancora, porgendomi la sigaretta.

La sua stupida allusione mi fa innervosire maggiormente. Non ho bisogno di calmarmi e anche se ne avessi, troverei un altro modo per farlo.

«Sei sordo? Ti ha detto di no.»

Mi volto non appena riconosco la voce di Chris. Non sapevo neanche fosse qui e io non avevo detto lui che ci sarei venuta.
A dire il vero, non rispondo a un suo messaggio da ore.
Non mi fido particolarmente di lui e credo sia inutile abituarmi alla sua presenza o credere al fatto che io posso piacergli. Quasi certamente, appena troverà qualcuna che riuscirà a soddisfare i suoi bisogni, non mi cercherà più e io tornerò alla mia quotidianità.
Il ragazzo sbianca, rimette la sigaretta nel pacchetto e si allontana da noi.

«È per questo che non rispondi ai miei messaggi? Sei impegnata con questi idioti che ti istigano a fumare?», domanda infastidito.

Non riesco a guardarlo negli occhi, perché mi sento come un bambino che è stato beccato a fare qualcosa che non doveva.

Improvvisamente i bracciali che porto al polso destro diventano molto interessanti. Sfioro i due braccialetti in tessuto ricamati con l'uncinetto e acquistati ad una bancarella a caso sul lungomare.
Il primo è di un azzurro acceso e ha ricamato una chiave; il secondo è rosso e ha ricamato un cuore.

«Magari non volevo risponderti», gli dico la verità.

Chris sbuffa sonoramente, è probabile che io lo stia facendo innervosire. Magari è abituato a quelle ragazze che stanno attaccate al cellulare aspettando che lui risponda o le degni di attenzioni.

«Non mi piace essere ignorato, Giulia. Divento imprevedibile», mette su il broncio come se fosse un bambino.

«A me non piacciono le persone che mi stanno con il fiato sul collo», rispondo alzando gli occhi verso di lui per poi guardarlo in modo torvo.

Chris mi guarda mordendosi il labbro inferiore e cerca di trattenere un sorriso. Come al solito, è in tenuta sportiva e porta il berretto con la visiera al contrario, dal quale si intravedono alcuni ciuffi castani.
Senza avvertire, mi prende per mano e mi trascina fino ad una panchina abbastanza distante dalle mie amiche, ma non così tanto da non poterle tenere d'occhio. Lascio immediatamente la presa e mi siedo distante da lui.

«Mi piaci, Giulia.» Ribadisce.

È passato qualche giorno da quando me l'ha detto per la prima volta, esattamente come qualche giorno fa, sento le guance andare a fuoco. Studio per bene la sua espressione: tutto in lui sembra dire che sta dicendo sul serio, ma il mio sesto senso mi grida di scappare a gambe levate da lui.

«Non ti credo, neanche un po'» rispondo, portandomi i capelli dietro le spalle con una nonchalance che neanche credevo di avere.

Chris scoppia a ridere e in questo preciso istante, scopro che quando sorride gli spuntano delle fossette sulle guance.
È davvero carino quando non fa lo sbruffone, mi ritrovo a pensare.

«Sei proprio una tosta tu, eh?» cerca di accorciare le distanze, ma non appena si avvicina, mi allontano, fino ad arrivare all'estremità della panchina.

«Se per tosta intendi che non cado ai tuoi piedi solo perché dici che ti piaccio…allora sì, sono una tosta, anzi, tostissima.»

I suoi occhi verdi viaggiano lungo il mio corpo minuto e si soffermano sui miei bracciali.

«Ne hai tantissimi, dammene uno!» esclama annullando le distanze.

Prende il mio braccio e studia uno ad uno i bracciali, per poi indicare quello rosso con sopra ricamato il cuore.

«Voglio questo!» afferma emozionato.

«Ehi! Giù le mani dai miei bracciali. Non ho mai accettato di dartene uno.» Mi lamento, schiaffeggiando scherzosamente la sua mano.

«Dai, dammene uno!» insiste.

«Perché dovrei?», sono quasi sicura di aver alzato il sopracciglio in segno di sfida.

«Voglio indossare qualcosa che mi ricordi te.»

Sospiro, solo perché ho capito che non demorderà facilmente e anche perché alla fine si tratta solo di un braccialetto di poco valore.

Che sarà mai?

«D'accordo, ma quello rosso te lo puoi scordare!» Lo avverto.

«Perché?», si finge offeso.

«Perché il rosso è il mio colore preferito. Quindi, se ne vuoi uno, scegli tra gli altri.» Gli impongo.

Chris porta nuovamente il mio braccio davanti ai suoi occhi e mi prendo qualche secondo per osservarlo. Sfiora la mia pelle e sento lo stomaco contorcersi. Sembra così innocuo in questo momento che potrei quasi prendere in considerazione l'idea di rispondere con più rapidità ai suoi messaggi, senza sparire per ore intere.

«Allora voglio quello azzurro con la chiave» dice con sicurezza.

Lo sfilo dal polso sospirando e glielo porgo. Mi guarda con aria divertita per poi tendere la sua mano enorme verso di me.

«Voglio che lo metta tu al mio polso.»

Alzo gli occhi al cielo, infastidita.
«Sei sicuro di avere diciannove anni? Perché a me sembra che tu ne abbia nove.» Mi lamento mentre lego il bracciale al suo polso.

Chris si guarda la mano con aria soddisfatta e poi riporta la sua attenzione su di me.

«Adesso tu hai il bracciale con il cuore e io quello con la chiave per riuscirea entrarci.» Afferma pieno di sé, facendomi l'occhiolino.

Per poco non cado dalla panchina per l'idiozia che ha appena detto. Queste frasi non le inseriscono neanche nei bigliettini dei Baci Perugina.

«Hai appena dato un significato tutto tuo a un regalo che in pratica ti sei fatto da solo.» Gli faccio notare. «Più che la chiave per arrivare al mio cuore, spero sia quella per far ripartire gli ingranaggi che ti ritrovi qui dentro!» scherzo, battendo le nocche sopra il suo cappellino.

«Giulia, sei davvero crudele.» Si finge arrabbiato, ma noto che sta cercando di trattenere un sorriso.

«Neanche immagini quanto.»

Autrice:
Buongiorno!
Eccomi con un nuovo capitolo.
Pian piano ci addentriamo di più nella storia in modo da scoprire come Chris sia riuscito in passato a far sciogliere Giulia.
Credete ci riuscirà anche questa volta?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, seppur corto. Ditemi cosa ne pensate magari lasciando un commento oppure una stellina.
Un bacio!
Alexandria Lewis

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