Capitolo 17

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Prima che io possa rispondere, si sente bussare, è Sally. Entra nella stanza con dei pancake. E fino a qui tutto normale direte voi, ma aspettate la parte strana deve arrivare : sono blu. Blu, avete capito bene. Percy davanti alla vista di questi sembra diventare un bambino di tre anni che li vuole tutti per sé.

"Annabeth spero che ti piacciano. Lo so sembrano insoliti ma sono dei normalissimi pancakes. Percy li mangia da quando era bambino; dal momento in cui li ha assaggiati la prima volta non se ne è più separato".
Decido di prenderne uno per assaggiarlo, sono abbastanza titubante, ma non lo do a vedere. Ne addento uno, accidenti sono davvero buoni.
"Sally sono buonissimi, mi potresti dare la ricetta?"
"Certo, vieni con me in cucina"
La seguo in cucina, prende un foglio da un'agenda e ci scrive sopra le varie dosi. Quando finisce me la porge. Prima di lasciarmi ritornare da Percy però mi dice:"Abbi cura di mio figlio". Questa affermazione mi lascia molto perplessa. Non sapendo che cosa dire mi limito ad annuire solamente.

Tornata in camera di Percy vedo che ha finito quasi tutti i pancakes, ma me ne ha lasciati un paio. Afferro uno dei pancake rimasti, e lo divido in due e porgo un pezzo a Percy.

"Non voglio finirli tutti quanti io, mi sentirei in colpa"
Avete presente la faccia di una cane con gli occhi illuminati davanti alla vista del cibo? Quella era la faccia di Percy. Ora sfido chiunque a non ridere davanti a tale vista. Vedendomi ridere di gusto Percy mi chiede perché stia ridendo e gli rispondo che era per la faccia che aveva appena fatto.

Dopo aver finito gli ultimi pancake, prendo il telefono dalla tasca anteriore dei jeans per vedere che ore sono. Cavolo sono le 18.30, è tardi, devo studiare e raccontare anche tutto a Piper. Prima di potergli chiedere di riaccompagnarmi a casa, sento che si alza dal leggero rumore delle molle del letto, mi si avvicina e mi cinge la vita con le braccia, abbracciandomi così da dietro. Mi stringo a lui a sua volta e restiamo così per qualche minuto finchè non mi giro per guardarlo in viso. Si abbassa leggermente per baciarmi, delicatamente. Poi mi sussurra all'orecchio un "sei bellissima". Arrossisco e mettendomi sulla punta dei piedi, gli do un piccolo bacio. Mi guarda e sorride, sorrido anche io.

"Percy non vorrei rovinare il momento ma si sta facendo tardi ed io dovrei tornare a casa per studiare. Mi accompagni? Se non vuoi fa nulla chiamo un taxi"
"Ma che scherzi. Certo che ti accompagno, non ti lascio andare a casa da sola"
"Grazie"
"Ma di che"
Risponde infilandosi la giacca e prendendo le chiavi dalla sua scrivania. Poi si gira e vedendomi pronta, mi afferra la mano e ci incamminiamo.

Prima di uscire dalla casa saluto la madre di Percy. "Ciao Annabeth, è stato un piacere conoscerti. Torna quando vuoi e senza farti problemi" mi dice sorridendomi. Rispondo:"Il piacere è stato tutto mio. Tornerò molto spesso credo" dico sorridendo. "Ciao mamma, ci vediamo tra un po'"dice Percy a Sally, e usciamo per dirigerci verso la sua moto.
Mettiamo i caschi, salto sulla moto, mi aggrappo a lui e ci dirigiamo verso casa mia. Nel giro di 5/10 minuti ci troviamo al portone di ingresso del mio palazzo. Faccio per salutarlo ed andarmene, ma lui mi prende la mano e mi dice: "Da ora in poi i passaggi sono a pagamento". Lo guardo storcendo il naso non avendo capito il senso delle sue parole. Pagamento, si riferisce a soldi. Prendo il portafoglio ed estraggo una banconota. "Ma non a soldi" ridacchia, "Così" dice, mi prende, mi sfila il casco e mi bacia.
Ahhhhh ma quanto posso essere scema.
"Se ti va dopo scrivimi"
"Quando finisco di studiare senz'altro"
"A dopo e ci vediamo domani Ann"

Detto questo mi sorride, rimette il casco e resta a guardarmi finché non entro nel portone di ingresso. Avrei voluto restare ancora con Percy. Dopo aver superato il portone e averlo chiuso, sento il motore della moto azionarsi.

È andato via.

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