L'inferno della mia vita

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Se io fossi una ragazza con una vita normale, sarei qui ora?
Questo mi chiedevo mentre camminavo a testa bassa sul ciglio della strada, le gocce di una insistente pioggia, che battevano forti su tutta la mia figura.
Camminavo senza neanche dare importanza alla destinazione, volevo soltanto mettere più distanza possibile tra me e l'inferno.
Si l'inferno, come lo chiamo io, è un pub malfamato frequentato da gente poco raccomandabile.
Ecco, io lavoro lì, o meglio, lavoravo lì fino a quando non sono scappata.

Non riuscivo più a stare lì dentro, ma comunque resistevo, sapendo che fosse l'unico modo per guadagnarmi da vivere.
Nella mia vita non ho saputo trovare di meglio, non potevo avere di meglio...
Ogni giorno mi facevano sperimentare nuove esperienze fino a che un giorno non arrivarono all'abuso sessuale.
Ogni santissimo giorno venivo maltrattata dal mio capo, che non era altro che un uomo sulla cinquantina, grasso e con dei lunghi baffi.
Era il classico uomo alcolizzato, di quelli che sembrano non lavarsi mai, tanto che sembrano immersi nell'olio.

Camminavo e ripensavo a tutto quello che mi aveva fatto passare quell'uomo ed i suoi clienti.
Il suo pub si trovava nella periferia della città.
Io lì dentro avrei dovuto fare da cameriera a quei maiali chiamati uomini, ma evidentemente il loro obbiettivo non era divertirsi tra loro, ma divertirsi con me.

Se solo avessi avuto la possibilità di scegliere!
Non ne avevo avuto la possibilità.
Nella mia vita non sono io che prendo decisioni, sono gli altri che decidono per me.
Forse, ho pensato, che fuggendo avrei la possibilità di essere una ragazza normale, di fare le mie scelte per la mia vita, di innamorarmi di un uomo buono , che mi sappia amare per quello che sono, che non mi chieda mai di fare cose che non voglio fare.
La mia vita è stata un continuo susseguirsi di sfortuna e miracoli.
Inizialmente andava bene, fino a che ero piccola e gli adulti avevano l'obbligo di starmi dietro.

Era un bellissimo orfanotrofio quello in cui vivevo: da fuori sembrava un castello di una fiaba, come all'interno, dove era tutto colorato e addobbato con i disegni dei bambini.
Aveva un cortile magnifico, con l'erba più verde e curata che avessi mai visto e con bassi alberi da frutto.
Noi bambini ci divertivamo lì.
Mi ricordo ancora quei tre ragazzini inseparabili, che mi facevano tanto ridere.

Uno di loro era biondo, Naruto mi sembra che si chiami, ed era un pazzo scatenato!
La persona più vivace ed allegra che io abbia mai conosciuto, sprizzava allegria da tutti i pori.
Poi aveva quegli occhi così azzurri...
Lo invidiavo un po', ma era troppo simpatico.

L'altro era un ragazzo corvino e dalla pelle lattea e delicata.
I suoi occhi erano neri ed inespressivi, come il suo carattere.
Sembrava apatico, solo Naruto era in grado di cambiare il suo stato d'animo, ma comunque gli stavo simpatica, visto che ero l'unica bambina che non gli stava appiccicata.
Era "il figo dell'orfanotrofio" Sasuke.

Poi c'era Sakura, una bambina dai capelli rosa confetto.
Mi sono sempre chiesta se se li fosse tinti di nascosto.
Aveva degli occhi verdi come l'erba del cortile.
Ma era cooooosì appiccicosa!
Mi ricordo le risate che ci facevamo io e Naruto quando lei si attaccava al braccio di Sasuke e lui si disperava!

Sorrido leggermente a quel pensiero.
Rimuginare sui giorni felici era l'unica cosa che mi mandava avanti.
Il mio passo era costante ed oramai dovevo essermi inoltrata più all'interno della città.
Non sapevo nemmeno che città era, mi ci avevano portata senza che io sapessi niente.

Le giovani coppie continuavano a fare visita all'orfanotrofio senza mai considerarmi.
Ci fu un periodo in cui pensavo di essere invisibile.
Insomma, possibile che nessuno mi volesse?
Possibile che non mi vedessero?
Ero piccola e poi crebbi.
Crebbi senza l'amore di un genitori e senza i miei amici.
Loro erano stati adottati e quindi di conseguenza non avevano motivo di restare qui con me.
Sentivo un senso di abbandono che presto si trasformò in realtà.
Dopo che ebbi compiuto 17 anni mi mandarono ad un centro accoglienza per giovani senzatetto.
Li mi avrebbero dovuto aiutare a trovare un lavoro, così iniziai a fare domande di lavoro.
Non venni accettata da nessuna parte.
Infatti preferivano dare posti di lavoro a giovani istruiti come si deve ed io non facevo parte di questa categoria.

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