|| falling ||

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writer pov

Sera inoltrata. Tutti in quella casa dormivano, tranne uno. Il vento soffiava forte sui tetti delle case, ma per lui sembrava non esserci. Saliva, calpestando i mattoni levigati a piedi nudi che gridavano di smetterla. Sul suo viso vi era un grande sorriso. Il corpo sorrideva, ma l'anima soffriva. Il suo cuore si accartocciava come una pallina di carta, per essere poi gettato via. La forte brezza si insinuava fra i suoi capelli, e gli era difficile avanzare, ma continuava il tragitto parandosi il viso umido con le braccia.


 Arrivò all'orlo di quell'ampio tetto, contemplando il panorama dall'alto. Vi erano ancora gli alti lampioni ad illuminare le strade, e le lanterne poste davanti i negozi baciavano le vetrine di una nitida luce dorata. Si sedette come su un precipizio, piegando una gamba sola e appoggiandola sulla sporgenza.


La città era piena di luminarie in ogni due, ma lui vedeva solo ombra. Ormai era rimasto da solo, anche se apparentemente non sembrava. Forse si sarebbe aggiustato tutto domani, tra una settimana, tra tre mesi, tra due anni, ma non gli importava: lui voleva essere felice in quel momento. Nella sua mente stava già cadendo, facendosi inghiottire dall'oscurità e calando in un lunghissimo sonno. Le mani tremavano e stringevano l'orlo di quel tetto, diventando rosse e i palmi screpolati. Le punte delle dita divennero di un bianco sporco, e un piede penzolava nel vuoto.


Ad un tratto, il vento smise di soffiare in quella notte.


Si sporse in avanti con il busto. Sarebbe stata la sua ultima decisione.


Nel mentre che compiva l'azione, un urlo affannoso e soffocato comparve alle sue spalle.

Come se avesse potuto fermarlo.

Avrebbe anche voluto assorbire le parole della voce, ma non sentiva già più niente. Il suo corpo si irrigidì, e cadde come una statua priva di vita.


La caduta non fu veloce, tutto andava a rallentatore.

Girava lo sguardo, e ammirava i volti terrorizzati dei passanti.

Se ne preoccupavano quando non c'era più nulla da fare?

Mentre cadeva, si poneva una domanda:

Aveva scelto davvero la cosa migliore per lui?

Aveva paura di restare col rimorso e il pentimento in quegli ultimi attimi.


Non doveva meditarci a lungo, oramai l'ultima carta era già stata giocata.


Chiuse gli occhi, mentre ascoltava quella voce. Si faceva sempre più alta, urlava, piangeva, imprecava. Quella voce non gli appariva familiare, poteva essere una qualsiasi voce di una persona a lui sconosciuta.


La distanza fra lui e il solido suolo era sempre più vicina, e con essa anche le grida dei pochi che videro ciò quella notte. I ciuffi dei suoi capelli si spargevano in aria, dando vita ad una dolce danza. La sua anima era pronta ad innalzarsi verso il cielo, dopo che il corpo sarebbe rimasto per sempre a terra.


Ad un tratto, un tonfo fece vibrare il sottosuolo.


Buio.


Era morto?

Eppure udiva le voci sconosciute precipitarsi verso di lui. Non distingueva chiaramente le parole enunciate dai presenti, era tutto sfocato.

Non poteva fare nulla. Doveva subire quell'orribile attimo e starsene lì, come se il suo corpo fosse stato afflitto da un tremendo shock, paralizzato.


sentiva un brivido freddo lungo la schiena, e pian piano esso si disperdeva a terra. Il corpo divenne pian piano umido, di un liquido che non sapeva ben definire. L'impatto con il suolo, aveva provocato un crepitio da parte di tutte le sue ossa, come la rottura di un pezzo di ghiaccio.


Continuava a tormentarsi con quella domanda: aveva davvero scelto la cosa giusta?

⋰⋰illusion⋱⋱ ⇨karmagisa⇦Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ