1

269 27 243
                                    

A Laura

~ Da Chi Ho Ripreso?  ~

«Come fa a essere così...?» mormorò Lea, avvicinando il volto oltre il banco, per poterlo osservare meglio.

Lui era in piedi, alla sinistra della cattedra, con un'espressione di indifferenza dipinta sul volto, non lasciava trapelare nessuna emozione mentre aspettava.

La ragazza strinse le labbra carnose l'una contro l'altra, gesto tipico di quando qualcosa non le tornava, corrugò la fronte e si fece ancora più vicina, strusciando la sedia di legno sul pavimento.

Questo movimento ruppe il silenzio regnante all'interno della classe e per qualche secondo i compagni si girarono, attratti dal suono, ma nel constatare che non proveniva da un ipotetico evento catastrofico che avrebbe posto fine alle loro lezioni, tornarono a concentrarsi sul professore.

Questo stava facendo una lunga pausa d'effetto, con lo scopo di tenere i suoi alunni col fiato sospeso, prima di rivelare chi dei due compagni ai lati della cattedra, avesse preso il voto più alto all'esame di matematica.

Un esame che riassumeva il programma di tutti e cinque gli anni di liceo. Considerato uno dei più difficili della scuola, secondo solo a quello di storia.

Lea si era impegnata, ce l'aveva messa tutta per raggiungere il suo obiettivo: il sei. E chiudendo un occhio, meglio se tutti e due, si poteva anche dire che c'era arrivata. «Insomma, un cinque e mezzo è quasi sei, giusto?» aveva detto alla sua compagna di banco non appena aveva visto il voto.

Mentre lei si accontentava della sopravvivenza, i due ragazzi più bravi della classe si trovavano ora faccia a faccia, in quella che era la loro sfida finale. Erica, a differenza di Park Jin Oh, era visibilmente in preda all'ansia. Batteva freneticamente il piede a terra, mentre si torturava le pellicine tra i denti, con gli occhi azzurri puntati sugli ultimi due fogli rimasti in mano al professore.

Gli occhi a mandorla di Jin Oh invece osservavano Erica, ma non esprimevano alcuna emozione, erano impassibili, come se stesse aspettando il resto alla cassa. Il suo corpo era immobile, come quello di una statua, e a guardarlo meglio a Lea sembrava proprio simile al fisico marmoreo di qualche dio o eroe greco.

«Secondo te, respira?» chiese Lea a bassa voce alla sua compagna di banco. Salì poi sulla sedia con le ginocchia e si sporse ancora un po' col busto. Da sotto la giacca nera dell'uniforme scolastica non riusciva a capire se il diaframma si muoveva oppure no.

La finestra alle spalle del ragazzo era aperta e permetteva al vento primaverile di entrare.

Etciù.

Jin Oh spostò leggermente la testa in avanti, nascondendola nell'incavo del gomito, per sopprimere lo starnuto causato dalla sua allergia al polline.

«Oh...» mormorò Lea, sempre più attratta da quella vista: i capelli fini e neri che ricadevano a frangia sulla fronte del ragazzo si erano leggermente spostati di lato, ma lui sembrava non curarsene.

«Va bene ragazzi, fatemi un bel rullo di tamburi» disse improvvisamente il professore con un tono di voce più alto del solito. Così facendo, risvegliò Lea dal suo stato di trance, che perse l'equilibrio precario che aveva assunto sulla sedia, e cadde.

I compagni scoppiarono a ridere, come se non avessero mai visto niente di più comico prima. Lea si alzò dal pavimento e, cercando di non incrociare lo sguardo di Jin Oh, tornò a sedersi, mentre il professore nascondeva un sorriso sotto i suoi folti baffi.

«Lea, ti sei fatta male? Stai bene?» chiese alzando una mano così da fare tornare il silenzio.

La ragazza rispose solo con una risata isterica, mentre con una mano si aggiustava i lunghi ricci. Nel vedere però che il professore continuava ad aspettare una risposta, si fece seria «Sì, sono caduta.» Disse facendo tornare a far ridere i suoi compagni.

Aggrottò le sopracciglia e maledisse la sua sbadataggine, poi sospirò affranta e tornò a guardare verso la cattedra dove il professore scuoteva la testa divertito, ma le guance le si tinsero di rosso nel momento in cui notò gli occhi a mandorla di Jin, puntati su di lei, con un sopracciglio alzato.

«Forza, rullo di tamburi!» Tornò a esclamare il professore, per poi iniziare a sbattere le mani sulla cattedra, seguito dal resto della classe.

Lea sospirò nuovamente e si prese il volto tra le mani. «Posso contribuire sbattendo la testa?» domandò alla sua compagna di banco, che le sorrise diverta e le posò una mano sulla schiena, in segno di conforto.

Tutto tornò in silenzio quando il professore alzo le mani in alto e i compagni si bloccarono in attesa del verdetto.

«Park Jin Oh, mi dispiace, ma...» iniziò il professore a bassa voce «anche questa volta ti confermi il migliore!» urlò e tutti applaudirono, inclusa Erica, grata che la tortura fosse finita.

Jin invece continuava a essere indifferente. Probabilmente ormai abituato al sapore della vittoria.

A differenza sua, Lea non era ancora riuscita a trovare qualcosa in cui poteva definirsi "brava".
Aveva provato con la fotografia. All'inizio pensava ci fosse un guasto alla macchinetta, le foto a volte venivano sfocate, altre volte venivano tutte nere, altre volte ancora era a fuoco il soggetto sbagliato e tutte le foto che faceva non erano come voleva che fossero.

Allora provò con la chitarra, ma anche lì niente da fare, sua madre aveva iniziato a pagare anche il doppio il suo insegnante, affinché la smettesse di romperle i timpani, ma questo finì per licenziarsi da solo.

Aveva anche provato a darsi all'arte, iniziando a disegnare, ma suo padre, per sbaglio, buttò i suoi disegni, confondendoli per i soliti scarabocchi di Teo, il figlio dei vicini di casa, che spesso sua moglie teneva.

Questa maledizione se la portava dietro da quando era piccola. Già alle elementari, durante le recite scolastiche musicali, la maestra la metteva dietro tutti i suoi compagni dicendole di non soffiare dentro il flauto e di far finta di muovere le dita, cosicché non ci sarebbe stato alcun pericolo che stonasse e non avrebbe rovinato lo spettacolo.

Nelle recite invece non aveva mai ricevuto un ruolo, solitamente la mettevano nello sfondo, addetta a cambiare la scena o a chiudere e aprire il sipario. Solo all'ultimo anno di elementari ottenne il suo primo ruolo: l'albero. Probabilmente grazie ai suoi capelli ricci che le facevano una testa enorme e appariscente. Quel giorno era talmente felice che incorniciò e appese la fotografia nella sua cameretta.

Ma nonostante tutto non si perse mai d'animo. Doveva trovare qualcosa in cui fosse brava, era sicura che esistesse! Forse poteva essere l'uncinetto, oppure aveva una dote sovrumana per appendere i volantini sui muri.

Questa ricerca veniva portata avanti insieme a un'altra, a cui aveva dato nome:

Da Chi Ho Ripreso?

✨🐤✨

Ecco qua finalmente il capitolo introduttivo/prologo!

Non viene svelato ancora molto, ma abbiamo conosciuto la nostra protagonista e cosa ne pensate di lei? È ancora presto per dirlo, lo so, ma ditemi se vi siete fatti un'idea.

Lea inoltre ci ha svelato chi è il suo "più grande amore" e, devo ammettere, pensavo che lo avreste indovinato subito, invece la maggior parte di voi è stata attratta da Marco! Ma non preoccupatevi, la sua presenza si farà sentire.

Ma attenzione! Non dimentichiamoci la cosa più importante!
La nostra agenzia forse è conosciuta per non rispettare sempre le scadenze, ma nessuno può dirci niente sul rispettare le promesse... e infatti, come accennato nello scorso capitolo, la gloria eterna all'interno della nostra organizzazione è tutta e solo di...

Fatemi un rullo di tamburi per favore.

...  kia_nihal !!!

Bravissima! L'unica ad aver proposto Park Jin Oh.
Provvederemo ad appendere una tua foto nella camera dei vip (con accanto una di Ares, ovviamente).

Per voi altri invece, avrete delle caramelle a forma di paperelle, come premio di consolazione.

Tanti bacini e al prossimo capitolo!
(Che forse sarà prima di quanto pensiate 😇)

Pesca La PaperaWhere stories live. Discover now