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Ti Arrendi?

Marco provò a sorridere notando che Lea portava in testa il cappello del suo migliore amico, ma ciò che uscì fu più una smorfia. Jin non si staccava mai dai suoi berretti. Il fatto che lo avesse dato a Lea significava che la situazione era più seria di quella che volesse dare a vedere.

Sentì il cuore stringersi ma fece un respiro profondo e lo ignorò, si schiarì la voce e: «Lea ma il tuo obiettivo è vincere?» Le chiese seduto sulla sabbia, mentre teneva il conto della partita a racchettoni che lei e Jin stavano avendo sul bagnasciuga.

«Secondo te?!» Quasi urlò dalla frustrazione.

Jin rise e si girò la racchetta tra le mani, mentre la ragazza andava a recuperare la sua, caduta, o meglio volata, in acqua.

«Lo scopo è lanciare la pallina, no la racchetta!» Continuò Marco sapendo di farla agitare.

La ragazza si voltò di scatto e con aria minacciosa lo indico col racchettone appena raccolto e gocciolante di acqua salata. «A quanto stiamo?» Gli chiese.

«Hai perso.» Rispose semplicemente lui.

La ragazza soffocò un urlo e infilò la racchetta sulla sabbia accanto a Marco. Jin osservò la scena nascondendo un sorriso. La gara non aveva fatto in tempo a iniziare che era già finita, ma lui non voleva. Si stava divertendo. «Rivincita?» Chiese allora e Lea annuì con forza.

Marco si alzò e si passò una mano sulla fronte sudata. «Sì, ma se devo essere il vostro giudice giocherete in acqua. Mi sto sciogliendo qua.»

«Chi arriva primo alla boa?» Propose Lea.

E così fecero. Aspettarono il "via" di Marco e corsero entrambi verso l'acqua, si tuffarono e iniziarono a nuotare a stile, diretti verso le boe in lontananza.

Con poco sforzo Jin la superò, le sue bracciate erano larghe, eleganti. Lea invece sbatteva troppo i piedi creando tanta schiuma e poco movimento.

La osservava, abbracciato alla boa arancione per riprendere fiato. Era la scena meno elegante che avesse mai visto in vita sua. Sorrideva divertito e poggiò il mento alla plastica arancione mentre si godeva la scena.

Lo raggiunse dopo ancora qualche bracciata, aveva il fiato corto e i capelli davanti a viso.

«Per poco.» Le disse sorridendo.

La ragazza piegò la testa all'indietro per riprendere fiato. «Sta' zitto.» Disse poi.

Jin rise e si allontanò dalla boa lasciandola a lei che subito ci si lanciò sopra. «Perché ho accettato?» Mormorò affranta. 

Il ragazzo si avvicinò a lei muovendo le gambe per rimanere a galla. «Perché volevi obbligarmi a fare qualcosa...»

«Già» La guancia della ragazza era ormai spalmata sulla boa.

«E cosa volevi che facessi?» Le chiese piano avvicinandosi a lei.

Lea alzò la testa e lo guardò per qualche secondo. «Rivincita? Non è ancora detta l'ultima.»

Così, dopo la gara di nuoto fu il turno di una sfida a biglie dove si unirono anche Jasmine e Valerio per preparare la pista. I due ci spesero molto tempo e attenzione creando un percorso lungo e difficile, pieno di ostacoli e sorprese.

Lea urlò dalla frustrazione quando la sua biglia rimase incastrata tra dei rametti ricoperti di alghe facendola perdere nuovamente.

Mentre gli altri si allontanavano rimase pensierosa a osservare la piccola pallina. Ci doveva essere un modo per liberarla da lì. Era accucciata sulle ginocchia, quando Jin le si avvicinò da dietro, sentì il suo respiro sul collo e provò dei piccoli brividi. «Ti arrendi?»

Pesca La PaperaWhere stories live. Discover now