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3 OTTOBRE

Axel apre gli occhi. Se li stropiccia con le mani prima di mettere a fuoco. Seduta davanti a lui c’è sua zia Ilde. Non è cambiata molto dall’ultima volta che l’ha incontrata, tranne che per i capelli bianchi alla radice.

Quanti anni ha ora? Si chiede Axel. Forse una cinquantina, ma non sa dirlo con certezza, è talmente tanto tempo che non va a un suo compleanno che può essere invecchiata anche di dieci anni e lui può non saperlo.

Non ricorda neanche di averla vista nella chiesa riempita di fiori inutili, in cui è stata celebrata la messa per i genitori defunti. Si mette comodo sul sedile dell’aereo, è ancora addormentato e non sa cosa ci fa lì. Si sforza di ricordare e con la mente torna a qualche sera prima, quando lei si era presentata davanti alla sua porta e lui – che si era completamente dimenticato della sua esistenza – l’aveva accolta in casa.

<<Il tuo talento nel disegno può finalmente essere riconosciuto, sono riuscita a ottenere un posto per te in una delle più grandi scuole di Spagna>> le aveva detto la zia. Lo aveva colto di sorpresa, cercava da anni ormai di entrare in qualche scuola d’arte. Aveva passato l’estate a ignorare Nicole nella speranza che fosse lei a cercare lui, invece lo chiamava raramente. Si era stancato di essere sempre lui  a chiamare lei e nella sua testa iniziava a prendere forma l’idea che forse non gliene importava neanche più di tanto di lui. Questa cosa l’addolorava. All’inizio pensò di rifiutare l’offerta per l’amore della sua vita. Ovviamente per andare a scuola in Spagna si sarebbe dovuto trasferire a vivere lì e così non avrebbe avuto possibilità di intraprendere una relazione con Nicole <<l'aereo parte fra un'oretta>> gli aveva detto mettendogli fretta. Axel si era precipitato al piano di sopra per mettere in valigia le cose essenziali che gli sarebbero potute servire solo per quel breve tempo che sarebbe rimasto lontano da casa. La sua intenzione era quella di partire per poco tempo, magari solo per visitare la scuola, poi ci avrebbe ragionato seriamente. La valigia era già piena e le cose da mettere erano ancora molte. Le comprerò una volta arrivato, aveva pensato.

E ora è arrivato. Non voleva abbandonare in quel modo Nicole, non era sua intenzione. È riuscito ad avvertire solo suo fratello con il quale si è raccomandato di non dire nulla a Nicole, la chiamerà lui il prima possibile.

Continua a pigiare sul tasto dell'accensione del telefono nonostante sappia che ha la batteria scarica, spera che si accenda almeno per qualche secondo per dargli il tempo di inviare un messaggio. Nulla. Lo schermo è insistentemente nero. Lo rimette nella tasca interna della giacca e prendendo la sua valigia per il manico prosegue. Sono scesi dall’aereo e dopo aver camminato a lungo e aver preso diversi taxi sono quasi arrivati.

La zia gli va dietro. Si fermano davanti il portone della scuola. Axel dubita per qualche istante. È davvero pronto a far intraprendere alla sua vita quell'avventura? Anche se per poco? Si. Ne è sicuro.

È il suo sogno da anni diventare un grande artista e potersi rapportare con qualcuno che ama la pittura quanto lui, certo Nicole prova a capirlo ma non riesfe a cogliere l'intimità della pittura. Nicole. Quel nome gli torna in mente anche se in fondo sa di non averlo mai scordato. Neanche per un'instante. Vorrebbe rimanere lì e intraprendere una buona carriera ma dall'altra parte della sua vita, quella che ha appena lasciato a New York c'è Nicole.

La ragazza che ama e anche se lei non prova lo stesso per lui, Axel si sente lo stesso bene vicino a lei, lo fa stare bene. Spera che le cose, un giorno, possano cambiare.
<<Andiamo>> dice la zia mettendogli una mano sulla spalla e sorridendogli. All'entrata il preside lo accoglie.

<<Axel. È un piacere conoscerti. Io sono il preside di questa prestigiosa scuola, il signor Jones>> dice l'uomo porgendogli una mano. La sua voce suona sicura e da quanto ha capito è anche abbastanza presuntuoso. È un uomo bassetto e un po cicciottello, vestito in modo elegante e con una cravatta nera. Nonostante la sua voce superbia il suo sguardo trasmette sicurezza e da l'impressione di potersi fidare di lui.

Ogni sguardo [In revisione]Where stories live. Discover now