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𝑨𝒏𝒏𝒐 ➠ 2018

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𝑨𝒏𝒏𝒐 ➠ 2018

Soffiava un leggero venticello quella sera, su quel terrazzo dove si trovava Jungkook. Il cielo, libero da ogni ostruzione, permetteva alle stelle ed alla luna di brillare, accompagnato da un solitario cinguettio e dal vociare delle persone in sottofondo. Il fucile era puntato nella direzione del grande finestrone che offriva una perfetta visuale della stanza e di tutti i suoi ospiti che si dilettavano nel parlare e bere cocktail alcolici nel mentre.

Sospirò mettendosi comodo e prendendo la mira, aspettando che il suo target entrasse perfettamente nella visuale. L'indice andò a premere leggermente sul grilletto e l'occhio attento scrutò ogni singolo movimento. Cercò di mettersi più comodo, rilassando la muscolatura. Non sapeva quanto ci sarebbe voluto prima di concludere il tutto.

L'attesa era la cosa più straziante che potesse esistere perché comporta: sonno, noia, stanchezza e perdita di tempo e pazienza.

Incominciò a canticchiare, sottovoce, per spezzare quella noiosa attesa. "Heather" di Conan Gray, risuonò piano in quello spazio che lo circondava. La sua voce sottile, si infrangeva contro il metallo del fucile.

 "I still remember, third of december

Aveva aspettato per giorni, contando le ore ed i secondi, una chiamata da parte di quell'uomo che tanto lo aveva affascinato quanto rapito con il suo essere pregiato, elegante, fine. Aveva controllato spesso il telefono, le chiamate perse. Si domandò addirittura se avesse sbagliato a scrivere quei maledetti numeri, ma più ci pensava più ricordava di averli segnati giusti.

"Me in your sweater, you said it look better" 

Era tornato per più sere in quel bar, senza trovar traccia di lui. Faceva male la consapevolezza di essere stato un semplice bacio, dato ad uno sconosciuto che ha incontrato il suo cammino per qualche ora, portando poi a rovesciare quelle emozioni in un dimenticatoio abissale.

"Why would you ever kiss me? "

Era sparito e sembrava averlo fatto di proposito. Era riuscito ad accendere una fiamma in Jungkook con quel sorriso, prima che se ne andasse, ma l'aveva spenta sparendo dalla sua vita. Allora perché sembrava aver nascosto un fondo di amarezza quando gli disse di doversene andare a causa di un impegno urgente? Più ci rimuginava sopra e più i fili mentali si attorcigliavano, rendendolo solo più confuso.

"Wish I were heather" 

Gli aveva sparato dritto nel cuore e poi non si era preso nessuna responsabilità per quel gesto. Sbloccò la sicura, quando il mirino divenne rosso. Parlava del suo cuore, non che la sua testa fosse messa meglio col ricordo di lui che la permeava. Rilasciò il proiettile, che andò a segno come sempre.

«Decantare una canzone d'amore nel mentre che si compie un omicidio, è poco professionale, non pensi Jungkook?» scattò con la testa all'indietro il nominato, ritrovandosi a pochi centimetri da lui, con il suo solito completo elegante, quella volta nero. Piegato, ma senza toccare per terra le mattonelle, che lo guardava mentre sorseggiava da un calice, del vino rosso.

Gli avrebbe voluto dire di dargli un minuto per mettere insieme ciò che era successo in quei pochi secondi ma quello che ne uscì fu solo un debole richiamo «T-taehyung?» la confusione era padrona della sua mente in quel momento e riuscì solo a tirarsi a sedere nel mentre che lo fissava «Cosa ci fai qui?»

Il biondo cenere, poggiò il bicchiere ormai vuoto a terra e si passò la lingua tra le labbra per pulirle prima di parlare «è capitato che mi fossi stancato di presiedere a tutti quei convenevoli, ho voluto far una passeggiata ed eccomi qui» spiegò con l'aria più tranquilla del mondo, lanciò un'occhiata al fucile e poi a Jungkook «Non sono molto ferrato in campo» fece una pausa «Ma questo non dovrebbe essere il momento in cui recuperi tutta l'attrezzatura e scappi via, per non essere scoperto?»

Il corvino si ridestò velocemente, rendendosi conto che sì, doveva fare in fretta, così senza aggiungere altro, smontò velocemente tutto e lo infilò nella solita sacca, sentendo così anche le urla di tutte le persone spaventate che finalmente gli arrivarono alle orecchie, allarmandolo maggiormente «andiamo» senza pensarci afferrò Taehyung per il polso, che si fece trascinare senza dire una parola, anzi, ridette, una risata silenziosa, per non farsi scoprire. Ed uscirono da quella villa in men che non si dica, ritrovandosi vicino la moto di Jungkook, parcheggiata tra gli arbusti per renderla meno visibile.

«Mi hai appena reso tuo complice portandomi via, lo sai?» Chiese Taehyung con una punta di ironia nella voce e guardandolo aprire la sella della moto «lo sei diventato nel momento in cui mi hai visto e non mi hai fermato, quindi se proprio vogliamo essere sinceri, ti sei reso da solo mio complice» tirò fuori un secondo casco, lo fissò per un attimo girandoselo tra le mani «Sei venuto in macchina?» Domandò, vedendo subito l'altro scuotere la testa «Taxi» sottolineò, così che Jungkook potesse avanzare la sua proposta «Ti va di farti un giro?»

«Non vedo il motivo di declinare» così il casco gli fu lanciato e lo afferrò perfettamente, indossandolo subito dopo. Avanzò Taehyung sistemandosi dietro Jungkook e poggiando le mani sui suoi fianchi, portando l'altro istintivamente a sorridere.

Le vie di Busan, durante la notte tarda erano poco popolate, si poteva contare giusto qualche veicolo solitario, vagare come un fantasma. I lampioni proiettavano la loro luce sull'asfalto alternandosi a pezzi bui, spezzati dal loro passaggio.

In riva al mare, il corvino decise di parcheggiare e l'infrangersi delle onde nella spiaggia aveva un effetto calmante, rasserenandoli dall'adrenalina del momento.

«E così sei un killer» fu Taehyung il primo a parlare mentre si risistemava i capelli, schiacciati dalla compressione del casco. Jungkook storse il naso quando si sentì affibbiare quel nome «Sono un sicario, che è diverso, vengo pagato per farlo» si sistemò il cappello nero in testa, in un certo senso lo faceva sentire più al sicuro ad averlo.

«Bene» fu la sola risposta che ricevette Jungkook, allarmandolo inizialmente, pensando ad una reazione negativa da parte di Taehyung, che però fissava l'acqua tranquillamente «Non capisco se hai paura di me oppure-» non finì di parlare che l'altro si sbrigò a spiegare «È il tuo lavoro, ti pagano» fece una pausa «Sarebbe preoccupante se questo fosse il tuo hobby» il corvino emise una leggera risata abbassando al contempo la testa verso il basso.

«Invece tu» spostò il fulcro del loro discorso su un altro argomento «tu che lavoro fai?» chiese sempre con maggiore curiosità e vide Taehyung spostare il peso da un piede all'altro, affondando maggiormente le mani nelle tasche della giacca «Meno illegale del tuo, ma anche meno onesto» sospirò girandosi verso Jungkook e guardandolo «Sai già che gioco d'azzardo, e se te lo stai domandando, sì, la mia rendita proviene principalmente da questo» fece una pausa, leccandosi le labbra, avrebbe tanto voluto del buon vino rosso in quel momento «ma raggiro le persone, non vinco per bravura o fortuna, ma grazie a tanti piccoli e grandi trucchi, in fondo fanno parte del mestiere»

Il quadro generale nella testa di Jungkook si delineò in maniera più chiara, stava incominciando a rimettere insieme i pezzi «E non ti ha mai scoperto nessuno?»

Taehyung rise, volendo quasi ironizzare la situazione. Gli poggiò una mano sulla spalla e giocò per un attimo con l'orecchino a cerchietto di Jungkook, poi si decise a rispondergli «Sai» finalmente i loro occhi si incontrarono «In molti ti pagherebbero per mandarmi all'altro mondo»

𝑴𝒀 𝑻𝑨𝑹𝑮𝑬𝑻 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now