Trasferimento?

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"Andrai da tuo padre, starai un po' lì mentre io e Gregg prepariamo le cose per il trasloco" disse mia madre.
"Trasloco?" chiesi guardando entrambi.
"Lili, in questa città ho rischiato parecchie volte di non vederti più, ho paura che da un giorno all'altro ti possa succedere qualcosa e andar via è la migliore decisione" rispose.
"Sul serio? Non ci credo" dissi dando loro le spalle.
"Non lascerai nessuno, potrai venire qui tutte le volte che vorrai. Potrai vedere i tuoi amici, i nonni, nessuno ti vieta nulla" disse mio padre cercando di calmarmi.
"Mi state vietando di vivere qui però, perché a quanto pare avete preso già una decisione tra l'altro senza consultarmi" risposi andando avanti e indietro per la stanza "ma quanto potete essere egoisti?" chiesi senza guardarli.
"Non siamo egoisti Lili, stiamo pensando a voi, a te, John e George" rispose mia madre.
"No, state pensando a voi. Vi siete per caso chiesto se io volessi andar via? Avete pensato a George? Ha dei nuovi amici e si trova bene qui. Avete pensato a John? Ci è cresciuto qui ha un gruppo di amici che darebbe la vita per lui. Avete pensato a me? Alle amiche che ho, all'azienda dove lavora anche John. È una scelta egoista, cosa vi fa pensare che sia la scelta giusta? Potevate pensarlo prima quando ero sola e mi sentivo persa qui ma ad oggi non è così" dissi guardandoli.
"Lili, tesoro, facciamo così...prenditi il tuo tempo e considera questa cosa" disse mia madre alzandosi.
"Perché non facciamo colazione tutti insieme? Così parliamo anche con i ragazzi" propose mio padre.
"George è da Alex, John a lavoro e io lo raggiungo" risposi per poi prendere la borsa al volo e uscire.
Sentii i miei chiamarmi ma continuai a camminare senza voltarmi.
Entrai in macchina e prima di arrivare in azienda mi fermai sulla collinetta, non avevo intenzione di farmi vedere triste perché non volevo dare spiegazioni a nessuno, ero delusa e cercai di riprendermi prima di incontrare gli altri.
Chiamò Barbara chiedendomi dove fossi, stavano aspettando me per andare a fare l'intervista, suonai il clacson e con la scusa del traffico riagganciai dicendo che ero quasi arrivata.

Parcheggiai e scesi di corsa dalla macchina, gli altri erano tutto fuori e appena mi videro si divisero ed entrarono nelle due macchine monovolume nere.
C'era molta tensione poiché eravamo tutti un po' agitati per l'intervista.
Quando arrivammo a destinazione ci portarono nei camerini per darci una sistemata dopodiché passarono a chiamarci e ci fecero attendere dietro le quinte mentre Alvaro entrò per primo per parlare anche della storia dell'azienda.
Era un'intervista registrata e anche se alcune cose potevano tagliarle sapevamo benissimo di dover pesare bene le nostre parole, decidemmo di non parlare delle coppie all'interno del gruppo per il semplice fatto di non attirare troppo l'attenzione delle persone che ci ascoltavano.

Ci chiamarono uno ad uno ed entrammo salutando verso la videocamera, una si muoveva con noi mentre l'altra restava ferma per riprendere l'entrata.
Prendemmo posto su un divano molto comodo, oltre al conduttore c'erano dei giornalisti con una penna e un'agenda pronti ad annotare tutto.
"Saluto tutti voi e vi ringrazio per essere tutti presenti qui, allora, come va? Io sono un tipo molto chiacchierone ma non vorrei rubare il posto ad altre persone che sono qui per farvi delle domande che sicuramente saranno come le mie perciò, arriviamo al succo, chi vuole iniziare?" chiese il conduttore.
"Mi piace molto la vostra idea, ciò che avete pensato è davvero una bella dimostrazione di umanità ma ditemi, come vi è venuto in mentre questa cosa?" chiese un giornalista dopo aver alzato la mano.
"Abbiamo pensato, in realtà le ragazze hanno pensato, che sarebbe stata una buona idea coinvolgere persone che non hanno una fissa dimora, che non possono permettersi nulla. Abbiamo visto la confusione e la gioia nei loro occhi" rispose Bryce.
"Siamo arrivati dove la politica non è arrivata, ed è assurdo no? Perché noi in confronto non siamo nessuno. Dei semplici ragazzi che tolgono dalla strada altre persone offrendo un lavoro, un piatto caldo e un tetto dove se fuori piove a loro la pioggia non li sfiorerà nemmeno! Vogliamo essere il cambiamento e sperare che molti altri facciano lo stesso, vogliamo essere l'esempio positivo per una società che vuole e deve migliorare" disse Max.
"Bisogna aprire la mente. Ascoltare gli altri.
Dove c'è scritto che una persona non è in grado di lavorare perché ha una vita diversa? Perché se arriva una richiesta di lavoro da un senzatetto c'è la probabilità che venga scartato mentre un signore vestito per bene viene accettato? Dobbiamo smetterla di giudicare, siamo tutti sotto lo stesso cielo e se c'è la possibilità di dare una mano al prossimo bisogna farlo. Senza esitazione perché la vita è imprevedibile, oggi può capitare a me, domani a qualcun altro" aggiunse Charles.
"Considerate tutti, anche se ci vuole molto tempo, fatelo. Se avete una montagna di gente da analizzare per le assunzioni guardate quei profili uno ad uno. Leggete bene, non siate egoisti e non abbiate la prepotenza di sentirvi superiore agli altri" disse Cole.
"Noi ci abbiamo messo del nostro ma anche voi dovete aiutarci, uniti possiamo farcela. Aiutiamo chi non ha un lavoro e non ci riferiamo solo a chi non ha una dimora ma è un discorso in generale, ci sono tante persone disoccupate" disse Noah.
La stanza si riempì di applausi.
"Mi piace il vostro modo di pensare, le vostre idee e anche il vostro stile" disse il conduttore per poi sorridere "Hai puntato bene l'arco e l'hai colto al centro" aggiunse guardando Alvaro.
"Sono dei bravi ragazzi, delle persone stupende e io confido in loro, so per certo che non mi deluderanno" rispose con un'espressione soddisfatta.
"Altre domande?" chiese il conduttore.
Una donna alzò la mano sorridendo.
"Fossi in voi scapperei" sussurrò il conduttore per poi fare una piccola risata "dunque ragazzi, abbiamo qui la direttrice di una rivista gossip, vi avviso, le sue domande spesso entrano nel personale e le vostre risposte verranno riportate sulla rivista quindi se non volete rispondere siete liberissimi di non farlo" disse guardando un po' tutti "detto ciò, a lei la parola" aggiunse indicando.
"Innanzitutto sono molto felice di conoscervi e di essere venuta personalmente senza aver mandato qualcun altro al mio posto come di solito faccio. Volevo sapere qualcosa in più, siete un gruppo che va d'accordo quando si tratta di lavoro oppure quando vale sempre? Com'è il vostro rapporto?" chiese sorridendo.
"Siamo un gruppo unito indipendentemente dalle questioni lavorative, lo eravamo anche prima di intraprendere questo percorso tutti insieme" risposi tranquillamente.
"Com'è essere in tanti? Ci sono delle gelosie? E com'è per voi ragazzi avete nel vostro gruppo delle ragazze e viceversa? Insomma, ci saranno dei punti dove spesso non riuscite a trovare un accordo" disse annotando qualcosa sul suo taccuino.
"A noi non crea nessun problema avere le ragazze nel gruppo. Siamo molto protettivi nei loro confronti, abbiamo un buon rapporto basato principalmente sul rispetto e sulla fiducia" rispose John.
"E se non si trova un accordo si fa il possibile per trovare una soluzione" aggiunse Cas.
"Vi capita spesso di sentirvi in imbarazzo in loro presenza? Quando magari dovete affrontare delle problematiche femminili ad esempio" chiese.
"No. Ci hanno sempre lasciato i nostri spazi e se c'è qualcosa da rimproverare a loro ne parliamo tranquillamente" rispose Mila.
"Suppongo che in questo gruppo ci sono delle coppie, sbaglio?" chiese.
"Prossima domanda?" chiese Barbara.
"Sono curiosa" disse guardandoci attentamente.
"Preferiamo non parlare di questo. Siamo qui per parlare del nostro progetto, la vita privata è un altro argomento che appunto deve rimanere privato" rispose Dylan.
"Se le cose andranno per il verso giusto, ciò che mi auguro per voi, la gente inizierà a seguirvi e vorranno sapere qualche pettegolezzo su di voi insomma...sarete comuni dei personaggi pubblici" disse la donna sorridendo.
"Vogliamo che le persone si basino sull'impegno che c'è dietro al nostro lavoro, a chi interessa sapere chi sta con chi? Voglio dire, non è che cambi la situazione. Credo che sarà indifferente, dopo averlo saputo la sua vita sarà sempre la stessa no?" rispose Char.
"Beh, per quanto riguarda la domanda che ho fatto, mi basterebbe anche una risposta secca" disse la donna insistendo.
"Che non avrà" rispose Mad sorridendo.
"Sono stati molto chiari, qualcuno vuole fare altre domande?" chiese il conduttore.
L'intervista durò tanto, il tempo sembrava non passare mai nonostante ci sentissimo a nostro agio. Ci fecero tante domande su dove ci sarebbe piaciuto aprire altri locali, la motivazione dei posti scelti, cosa vorremmo aggiungete all'intento del locale e molte altre questioni relative al lavoro.

Mangiammo qualcosa al volo poiché ormai si era fatto pomeriggio dopodiché tornammo in agenzia.
"Ehi! Stasera che ne dite di fare un falò?" chiese Max prima che noi ci dividessimo nei rispettivi uffici, approfittò dell'assenza di Char per dirci di voler farle una sorpresa "non posso più aspettare" aggiunse sorridendo.
"L'ho trovato" disse Char mostrando il telefono che aveva dimenticato in macchina "di che parlavate?" chiese.
"Stavamo pensando di fare un falò e mangiare una pizza in spiaggia" disse Max.
"Che bello" rispose sorridendo.
"Allora a stasera, io torno a casa" disse Cas.
"Ti accompagno" aggiunse Noah seguendolo.
Ci ritirammo tutti in realtà, in azienda non c'era nulla da fare e volevamo riposare un po' prima della serata sulla spiaggia.

Appena arrivai a casa andai dritta verso la mia camera, iniziai a prepararmi a cosa stava per succedere.
Mia madre aprì la porta senza nemmeno bussare.
"Lili, per favore. Stai lì per un po', non lo dico per allontanarti ma per far sì che tu riesca ad avere un luogo sereno dove stare" disse con gli occhi ludici.
"Non voglio trasferirmi mamma. Ancora un altro strascico? Ancora una volta sarò quella nuova?" chiesi.
"Quale trasloco?" chiese George dietro la porta semichiusa.

Scrivimi quando arrivi a casa!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora