Capitolo 10

3.4K 106 4
                                    

Jack

La mattina, la prima cosa che faccio aprendo gli occhi è controllare di non avere nessuno nel letto, e con un sospiro di sollievo contemplo il mio letto vuoto.
Posso dire di essere solo, sollevato, mi lascio andare nuovamente sul cuscino.

La mente vaga fino alla mattina di ieri, sento il dolce peso del suo corpo sul mio e il suo profumo catturare i miei sensi... cazzo, mi nascondo sotto le coperte, sto diventando un caso umano.

"Jack!"

Sento chiamare dal piano di sotto, è mia madre. Esco dal letto e aprendo la porta urlo.

"Arrivo!"

Scendo svogliatamente in cucina per raggiungerla, ho indosso solo i pantaloni del pigiama e quando entro in cucina vorrei correre a vestirmi.

Bea è comodamente seduta a tavola a fare colazione, con un pantaloncino bianco e una canotta rossa che le fascia il generoso seno, catturando la mia attenzione.

"Buongiorno!" Mi dice allegra.

"Buongiorno!"

Le rispondo burbero, mentre mi verso il latte e il caffè nella tazza.

Ho ancora in testa le fantasie su di lei e mi sento molto a disagio in questo momento.

"Ciao, amore!" Mi dice mia madre, posandomi un bacio in testa.

"Abbiamo pensato di partire tra un'ora, per te va bene?"

Rifletto un attimo prima di risponderle.

"In realtà, devo passare a prendere alcune cose in confraternita prima."

"Perfetto!" Esclama mia madre, battendo le mani.

"Allora Bea viene con te, visto che anche lei deve prendere alcune cose a casa sua. Almeno non farai il viaggio solo e poi ci raggiungerete a mare."

E ci risiamo, noi insieme. Mentre mia madre sorride soddisfatta del suo piano, il mio cornetto ai cereali mi si blocca a mezz'aria, sento una stretta al collo, non riesco proprio a starle lontano.

"Certo." Spero non noti il mio sorrido forzato, sento uno sguardo scrutarmi, mi giro e noto un sorrisino curvare le sue labbra carnose.

"Vedo che non ti sei ripreso." Ovviamente è ironica.

"Piantala!"

Borbotto finendo di mangiare la mia colazione, fulminandola, ma il suo sguardo non cambia, anzi, il suo sorriso si allarga.

Con tempismo perfetto dalla porta entra Jason, bello tranquillo e sorridente.

"Ma stamattina vi hanno cacciati di casa?"

Mi lamento. Facendo scoppiare a ridere Bea.

"Che ho fatto?"

"Non preoccuparti, Jason, anche oggi c'è la versione strana di Jack in giro."

Mi prende anche in giro, li guardo entrambi male, prima di alzarmi.

"Vado a vestirmi, prima che arrivi qualcun'altro. Tra quindici minuti partiamo."

Mi rivolgo a Bea e vado via.

"Dove andate?"

Sento chiedere a Jason preoccupato. Allora non sono l'unico nervoso, mi conforto.

"Dobbiamo passare all'università a prendere alcune cose."

"Perfetto vengo con voi, così recupero la mia auto. Non mi va di rimanere bloccato là."

Al suono di quelle parole il peso che avevo in gola scompare, penso di amare Jason in questo momento, almeno non saremo soli. Fischiettando torno in camera a vestirmi. Mi lavo velocemente, torno in stanza e prendo i jeans della sera prima, una t-shirt azzurra e sono pronto.

Infilo il telefono nei pantaloni e mi avvio al piano di sotto.

Ho fatto tutto di fretta, perché vorrei evitare l'orario di punta all'università, visto che c'è ancora quel problema della nostra foto in giro.

Decido di mandare un messaggio a Jason per ricordargli della foto e chiedergli di aiutarmi, sarà meglio non lasciare salire sola Bea in stanza.

"Okay, staremo attenti!" mi risponde subito.

Più tranquillo arrivo in cucina e vedo mia madre sistemare le stoviglie.

"Bea?"

Mi fa cenno con la testa che è fuori.

"Allora noi andiamo, ci vediamo al mare." Le do un bacio sulla guancia.

"Si, non vedo l'ora. Ti vedo così poco figlio mio." Mi risponde accarezzandomi una guancia.

"Hai ragione mamma, mi dispiace."

Sono sempre stato molto legato ai miei,
"gli impegni non ci permettono di trascorrere molto tempo insieme ma vi voglio sempre bene."

Mi lascio stringere in un abbraccio rigenerante. Dopo quel momento familiare la saluto ed esco di casa.

Chiudo la porta e sento Bea parlare al telefono.

"Ti ho detto che sto bene Lisa, ma che ti prende? Tu e Sara non fate altro che chiedermi questo da ieri, si può sapere che avete? No, non mi dite nulla perché non siete credibili".

Rimango defilato ad ascoltare, purtroppo non sento la risposta di Lisa e dal suo

"okay, va bene", rassegnato non capisco molto.

"Vi chiamo non appena arrivo al mare".
Conclude salutando l'amica.

Faccio finta di essere appena uscito.

"Bea, sei pronta?"

Lei è ancora pensierosa e quindi mantengo un tono neutro.

"Si, possiamo andare. Jason ci aspetta davanti l'auto".

Insieme ci incamminiamo lungo il vialetto in silenzio, siamo vicini ma credo di non essere mai stato così distante da lei.

Arrendersi all'inevitabileWhere stories live. Discover now