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KUROO'S POV
Luglio era alle porte e il caldo era ormai insopportabile. Specialmente quando dovevo allenarmi con la squadra, mi sembrava di sciogliermi sul pavimento. E l'aria condizionata in palestra avremmo potuto solo sognarcela.
Io insieme a tutta la squadra Nekoma che stava morendo in quella afosa mattina.

Era un normale allenamento, uno dei tanti. Ma percepivo qualcosa di strano, come se tutti gli occhi fossero puntati su di me. E questa sensazione non mi piaceva per niente. Sono il capitano in fin dei conti, devo pur farmi rispettare.

E mentre chiamammo una piccola pausa per bere, mentre tutti parlottavano tra loro lanciandomi qualche occhiata e il coach Nekomata si dirigeva verso il bagno, parlai

< Allora? Che avete tutti da guardare?> Chiesi a voce alta.

Ok ora i giochi sono finiti, stronzi.

I miei compagni smisero all'istante di proferire parola e mi guardarono due secondi, per poi spostare lo sguardo verso il basso. E adesso non avete neanche le palle eh. È ovvio, siamo sempre parlando di me, il grande e forte Kuroo Tetsurō...
Fermai la mia coscienza, che aveva un ego ancora più smisurato del mio.

Incrociai le braccia al petto, aspettando una risposta mentre i miei occhi felini e severi osservavano le persone nella palestra.
< Sto aspettando...> Continuai, battendo il piede per terra dal nervosismo.

Quanto mi manca Yaku in queste situazioni

A parlare fu il primino Inuoka, che molto allegramente mi mise una mano sulla spalla.
< Oh dai capitano, non te la prendere! Non stavamo mica sparlando di te, tranquillo!> Mi disse rivolgendomi un grande sorriso. Mi da sui nervi.

< Spero per voi, perché non fareste una bella fine. > Dissi con tono serio. Io adoravo i miei compagni e la sintonia che aveva la nostra squadra, ma i comportamenti da ragazzine delle medie mi davano davvero fastidio. Vidi Inuoka mandare giù un cumulo di saliva e il suo sorriso tirarsi. Chiamai, per mettere un punto a quella bizzarra situazione, il vice-capitano.
< Forza Kei sputa il rospo. >

Appena si sentì chiamare in causa sobbalzò.
< Va bene va bene. Praticamente l'altro giorno alcuni di noi sono andati a visitare Yaku, dato che era da tanto che non lo vedevamo e...>
< E? > Lo incitai a continuare.
< Abbiamo scoperto che sei gay, amico > Concluse.

Io girai la testa verso di lui e lo guardai con un sopracciglio alzato e lo sguardo confuso.
< Che cosa stai dicendo? Io non s->
< Non c'è bisogno che ti nascondi, amico, nessuno ti è contro. Siamo solo un po' delusi sai, ci aspettavamo che ce lo dicessi. Dopotutto siamo una famiglia, no? > Disse strofinando una mano sui miei capelli neri.

< No, non capisco cosa stiate dicendo. >
< Non mentire capitano, ti abbiamo visto > Affermò il nostro chiassoso asso, Yamamoto.
< Avete visto cosa, scusa? > Iniziai a irritarmi, mi sentivo come con le spalle all'angolo.

< Quando siamo entrata dentro l'ospedale non sapevamo dove fosse la stanza di Yaku, quindi ci siamo fatti un giro...> Iniziò a raccontare
< Chiedere indicazioni era troppo scomodo? > Lo interruppi.
< Beh volevo chiedere indicazioni a una ragazza carina per approcciare, ma all'entrata non ce n'erano. Così ho sperato di trovarne qualcuna lì intorno. > Ammise grattandosi la nuca.

Ahh Yamamoto...come devo fare con te?

< Alla fine l'hai trovata? > Mi permisi di chiedere. Lui fece finta di asciugarsi una lacrima. Idiota
< No, ma in compenso abbiamo trovato qualcosa molto più interessante. > Mi sorrise, guardandomi con una faccia stupida.

The ethereal tree // KurokenWhere stories live. Discover now