•9•✳️CENA A LUME DI CANDELA ✳️

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Pov's Ginevra:

Immaginate la mia sorpresa quando Cinque mi disse che voleva un vero appuntamento con me.
Non sapevo davvero cosa aspettarmi, fuori aveva iniziato a nevicare, cavolo non credevo che in Texas potesse nevicare con questa intensità.
Al diavolo la neve, avremmo fatto qualcosa di normale per una volta: un appuntamento vero e proprio.
Come se avessimo potuto permetterci questo lusso con l'apocalisse in arrivo e la commissione alle calcagna.
Non potei fare a meno di ripensare a quello che mi aveva detto quando ero nel suo letto, sotto le lenzuola, pronta a dargli il via libera.
Voleva fare le cose per bene per una volta, e lo capisco, l'unica cosa che volevo anch'io era stare con lui e rimediare a ciò che ho causato.
Ripescai dall'armadio un paio di jeans scuri stretti e un dolcevita bianco con il collo alto.
Grazie Allison.
Mi truccai con più cura del solito e scesi di sotto.
Salutai Elliot dandogli un bacino sulla guancia.
Mi stava molto simpatico e poi dovevo ringraziarlo per essersi presa cura di me.
Una volta salita sul SUV guardai Cinque con aria sorpresa: <<E questo dove l'hai preso?>>

<<È importante?!>> Chiese sorridendo maliziosamente.
In questo preciso istante mi chiesi come si fa a dire di 'No' a quel dolce faccino che si ritrova. Non potei fare altro che scuotere la testa ridendo allacciandomi la cintura di sicurezza.
Cinque accese il riscaldamento e mi sorrise a sua volta. <<Ok Ginny, ho qualche regola per questa sera.>> Disse facendo manovra e uscendo dal piccolo vialetto facendo attenzione alla neve.
Lo guardai con fare interrogativo. <<E cioè?>>

<<Regola numero: non si parla della apocalisse.>>

<<Okay.>> Abbassai lo sguardo.

Lui mi guardò di sbieco, come se sapesse che stavo cercando di reprimere uno dei miei soliti sorrisi da malata d'amore.
<<Regola numero due: non si parla della commissione e tantomeno della mia famiglia.>> Non riuscì a trattenermi e sfoderai un sorriso raggiante.
<<Credo di potercela fare Cinque.>>
<<Ti conviene piccola, perché per chi sbaglia, c'è una penitenza.>> Sghignazzò
<<Di che genere?>> Arrossì involontariamente.
<<Del tipo che dovrebbe piacerti.>>
Mi sentì pervadere da un calore che non sentivo da un bel po'. Decisi di non rispondergli.
Allungai la mano verso la radio per spezzare quel silenzio imbarazzante con un po' di musica, e incontrai la sua mano.
Le nostra dita si sfiorano e sentì una scossa elettrica per tutto il corpo. Ritrassi la mano e lui rise di nuovo, ma in un modo che mi fece perdere la testa di nuovo per lui. All'improvviso quella macchina era diventata troppo piccola per i miei gusti.
Cinque selezionò una stazione che trasmetteva musica rock. La canzone dei KISS- 'I was made for lovin' you', rimbombò in tutta la macchina. Stavo morendo dalla voglia di ballare e da come se la rideva Cinque lo aveva capito.

Il tragitto fu tranquillo, ma molto divertente...
Cinque scelse un ristorante italiano e ci accomodammo al tavolino. Mi guardai intorno e notai che solo il nostro tavolino aveva la candela. Gli altri tavoli erano ricoperti da una tovaglia a scacchi bianchi e rossi, mentre sul nostro c'erano due brocche d'acqua e tovaglioli di vero cotone con un fantastico ricamo di fiorellini.
Non sapevo davvero cosa dire, nessuno mi aveva mai fatto una sorpresa simile.
<<Sei, stato tu...?>>
Appoggiò i gomiti sul tavolino e si sporse verso di me, con quella luce fioca molto rilassante, il suo viso sembrava ancora più bello e sexy.
<<A fare cosa Ginny?>>
<<A organizzare tutto questo.>> Feci un cenno verso la candela e alla tavola.
<<Forse...>> Rispose vago.
<<Ti ringrazio Cinque, questo significa molto per me.>> Sorrise sincero e mi guardò.
<<È molto... romantico. Hai fatto un ottimo lavoro.>>
<<Allora ne è valsa la pena, e ricordati che io faccio sempre un ottimo lavoro.>> Mi fece l'occhiolino.
Arrivò in quel momento il cameriere. <<Cosa vi porto ragazzi?>> Cinque la squadrò per il modo in cui l'aveva appena chiamato, mi preparai al peggio ma vidi che scrollò le spalle e prese un bel respiro per poi rispondergli:<<Spaghetti e polpette.>>
Però...diceva sul serio quando ha detto che voleva cambiare per me.
Il cameriere sembrò annotare quello che aveva appena risposto Cinque e si girò verso di me.
<<E per lei dolcezza?>>
<<Lo stesso, grazie>> intervenni prima che potesse farlo a pezzettini.
<<Va bene,vi porto il pane.>>
Quando restammo da soli, gli sorrisi.<<Non dire nulla.>>
<<Oh ma non lo farò, ti ho promesso una serata tranquilla. Mi vendicherò dopo di lui.>>
<<Cinque...!?>>
<<Sto scherzando... tranquilla, allora doppia porzione di spaghetti stasera eh.>> Si mise a ridere <<Almeno in qualcosa sono bravo.>>
Giocai con la forchetta e alla fine dissi:" oh tu sei bravo in un sacco di cose.>> Quando mi accorsi di ciò che avevo appena detto, arrossì violentemente.
Infiniti doppi sensi cominciarono a vagare per la mia mente. Cinque sembrò non farci troppo caso ma quando alzai lo sguardo i suoi verdi come smeraldi brillavano di una luce così intensa.
Stavo per fargli una domanda ma lui mi precedette.
<<Cosa vuoi fare appena torniamo a casa?>> Rimasi interdetta, quella domanda era l'ultima che mi sarei aspettata. Lasciai scivolare lo sguardo sua candella che bruciava lentamente e rimasi a fissarla per un breve periodo.
Sinceramente non lo sapevo nemmeno io, da quando eravamo arrivati a Dallas l'unica cosa che era fissa nella mia testa era: salvare la mia famiglia e riportarli nel 2019 sperando che tutto quell'incubo terminasse al più presto.
Volevo tornare nella mia stanza e ricordare di quanto fosse morbido il mio letto, di quanto profumasse il mio cuscino.
Tutto ciò che volevo fare era rivedere Ally e abbracciarla talmente forte da dimenticarmi il resto.
Volevo avere l'opportunità di chiederle scusa, in verità volevo, 'dovevo' chiedere scusa a tutti quanti.
Cercai di rilassare la schiena sulla sedia di legno. <<Non lo so, ad essere sincera non ci ho ancora pensato. Di certo non è un progetto realizzabile immediatamente, finché non scopriamo chi o cosa causerà quella guerra nucleare non riesco a pensarci Cinque...>> Risposi sinceramente.
<<Hai appena infranto una regola.>> mi ricordò sorridendomi soddisfatto.
Sul serio?
Lo guardai storto. I nostri piatti arrivarono e ci zittimmo iniziando a mangiare, dopo che ingoiai una forchettata proseguì:<<sul serio Cinque, cosa vuoi fare a riguardo?>>
Di nuovo una scrollatina di spalle.<<Non lo so Gin, ma quello che so è che dobbiamo impedirla a tutti i costi. Una volta arrivati all'accademia penserò a cosa fare della mia esistenza.>>
All'improvviso la mia Forchetta sembrò più gelata del solito, dove voleva andare a parare? Perché quella frase poteva avere molti significati.
E se Cinque se ne fosse andato? E se sarei rimasta di nuovo da sola come un tempo?
Non credo che potrei affrontarlo di nuovo, senza di lui non vivo.
Mi cadde lo sguardo sul piatto.
Non ti dice mai 'Ti amo', sussurrò una vocina inconscia nella mia testolina.
Non è vero l'ha fatto una volta. Pensai.
Si, ma solo quella sera sotto le lenzuola, può averlo fatto con tutte.
La stupida vocina non aveva tutti i torti.
Un pezzetto di pane mi colpì sulla punta del mio naso, alzai lo sguardo e lo vidi con aria preoccupata.

 𝐋𝐚 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐨̀ 𝐥'𝐚𝐩𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢𝐬𝐬𝐞🌷|TUA 2 BOOK l🌷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora