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Un grido infantile le viene strappato dalla gola quasi contro la sua volontà. Afferra stupidamente l'impugnatura argentata del pugnale.
L'occhio di Aemond fissa le pieghe del suo vestito.

"Prova, cugina. Vediamo se riesci a ferirmi"

Alyssa non è una sciocca. Sa che talentuoso spadaccino è diventato. Sa che la probabilità di fargli del male è poca,non erano più bambini dopotutto.

Ma vuole provarci.

Quando si alza dal pavimento afferra veloce un pugno di sabbia.

Aemond la guarda divertito "Stai pianificando la tua strategia?Che accattivante. Mi sembra di ricordare che tua sorella disse che Vhagar era suo da rivendicare. Ti ricordi vero?"

Lei se lo ricorda fin troppo bene. Ricorda che Rhaena piangeva sulla sua spalla, piangeva perché non aveva ancora un drago, piangeva perché Vhagar era stato pensato per lei.
Alyssa mette da parte i ricordi. "Lo sto rivendicando per lei".

"Per favore. Vuoi Vhagar per te, anche se hai già un drago. Quella cosa bianca e piccola"
"Valyria ", dice Alyssa.
Aemond ride. "Che bel nome. L'hai scelto tu stessa?"

In un impeto di rabbia prende il pugnale e cerca di colpirlo, mentre con l'altra gli lancia la sabbia.

Aemond riesce a schivare entrambi i colpi.

Non estrae la spada, non dovrebbe averne bisogno. Blocca pazientemente i suoi colpi arrabbiati.

Combatte come una drago selvatico,graffia e morde, anche se è vestita con raffinatezza,non sembra preoccuparsi che si stia strappando il pizzo del suo vestito.

C'è una stravaganza selvaggia nei suoi movimenti, un disperato bisogno di vincere, di ferire, di vendicarsi, non importa quanto piccola sia.

Ne sa qualcosa della rabbia repressa delle donne.

Quando l'ha attaccata al muro, sono entrambi ansimanti.
"Avremmo dovuto prendere anche l'altro tuo occhio", sibila, lottando contro la sua presa.

Aemond sorride divertito. "Pensi che mi avrebbe fermato? Avrei trovato la mia strada anche al buio."

Lei alza il mento. "Sfidami e lo scopriremo".
Dietro di loro, Vhagar grugnisce rumorosamente. È stata risvegliata dai loro combattimento.

Aemond guarda di lato il suo drago.

"Sai come andrà, vero? Un cavaliere non può avere due draghi. "C'è solo un legame"", le dice con calma.

"Sarò la prima allora", replica. "Sarò la prima ad averne due".

Cerca di svincolarsi ma Aemond la intrappola contro la pietra fredda, piantando la sua gamba tra la sue.

Il suo corpo è premuto contro di lei.

"Almeno ora lo ammetti" dice in alto Valryano. "Vuoi più di quanto dovresti."
"Come te", replica nella stessa lingua. "Hai sempre voluto ciò che non è tuo".

Lei aspetta ancora ansimando per la lotta. Non sa cosa sta aspettando. Stringe i denti fino a quando non ha un sapore mettallico in bocca.

Aemond serra la mascella.

Guarda ogni centimetro del suo viso come se la stesse valutando, decidendo il suo valore.

Si allontana così velocemente che deve aggrapparsi alla roccia per mantenersi in posizione eretta.

Si allontana, portando con sé il suo pugnale. Prendere di nuovo ciò che non è suo.
Lo lancia tra la mano sinistra e destra. Poi la guarda per la spalla, sorridendo.

"Stupida"

Alyssa per pochi istanti sente la voce di suo padre. A volte giocava a questi giochi con lei. La sua bambina avrebbe sempre avuto uomini che l'avrebbero protetta, ma lui stesso le aveva insegnato ad usare il pugnale d'argento, lo faceva sentire più sicuro anche quando Alyssa, la maggior parte delle volte preferiva starsene per conto suo.

Deamon vedeva pericoli ovunque per lei.

Alyssa non si spaventa.Alza la mano in tempo.
La lama le taglia il palmo aperto. Ma ha preso il pugnale, stringe la lama con le dita tremanti.

Aemond canticchia felice . Il suo sorriso è
giocoso, non più pieno di disprezzo come le altre volte.
Inchina la testa e se ne va. La sua figura scura si fonde rapidamente nell'ombra. Quasi come se non ci fosse mai stato.

Le ginocchia di Alyssa cedono. Si sgretola a terra, aggrappata alla mano sanguinante, cercando di non piangere. Porta il palmo alla bocca, cercando di fermare la ferita.

Gli occhi di Vaghar brillano. La bocca si apre leggermete rivelando denti affilati. L'odore di sangue fresco è quasi un invito.

E Alyssa pensa follemente, "forse mi accetterà se le do questo."

Si avvicina alla bocca del drago, pronta a fare questo sacrificio.

"Lascia che sanguini, Vhagar"dice piangendo .

"Non darle quello che vuole" sente ancora la sua voce.

Il drago si ritira obbediente.

Alyssa stringe la mano ferita al petto. Abbassa la testa arrabbiata.
Non ha mai odiato così tanto nessuno in vita sua.

Fire and blood #AemondTargaryenfanfictionWhere stories live. Discover now