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Non voleva venire di nuovo qui. Si era promessa che non l'avrebbe fatto.
Ma la morte di suo zio l'aveva scossa.Vaemond era stato sconsiderato è inopportuno, ma a suo discapito era stato sempre gentile con lei.

Suo padre gli aveva semplicemente tagliato la testa a metà, non lo aveva sconfitto in una battaglia onorevole. Si era alzato semplicemente dietro di lui e lo aveva ucciso.

Se chiude gli occhi, può ancora vedere la sua lingua, ancora calda nella mascella spaccata.

Alyssa guarda la cicatrice fresca nel palmo della mano. Anche se è stato Aemond a farle quella cicatrice, pensa a Daemon. Pensa a suo padre e a quanto poco si preoccupi veramente di lei.

Non ha perso tempo dopo la morte di sua madre.

Alla morte di sua madre non ha finto nemmeno di piangere. Si è sposato semplicemente di nuovo, con sua nipote, con l'unica donna che aveva sempre desiderato.

Ma non ha chiesto ad Alyssa se voleva sposare il maggiore di Rhaenyra. Non ha rancore contro Jace. Lei sa che è un ragazzo gentile è onorevole.

Per quanto riguarda il suo fidanzamento,lei lo vede come un torto di cui dovrebbe esserne grata. Dopo tutto, un giorno sarà regina.

Ma a suo padre non importa di questo. L'unica regina che conta è Rhaenyra. Quando sua nonna la portò a Driftmark, Deamon non pronunciò nessuna protesta.

L'ha semplicemente lasciata andare.

Per tutta la vita, si era sempre sentita dire che doveva assomigliare a sua madre. Quando di lei non aveva nulla.
Si sentiva una copia sbiadita del padre, non abbastanza forte, non abbastanza coraggiosa quanto lui.

Però qualcosa in lei, una voce le sussurrava di tentare, di provare ad essere coraggiosa, di mettersi in gioco.

Dopotutto non aveva nulla da perdere.

Ecco perché è di nuovo in piedi a Fossa del Deago. Sa che è senza speranza, ma Vhagar le ricorda ancora sua madre. Se Laena fosse ancora qui, le cose sarebbero state diverse...

"Tu di nuovo."
Alyssa si irrigidisce.
Questa volta, Aemond non emerge dalle ombre. Era già lì.
È appoggiato ad una colonna di pietra, con le braccia incrociate al petto. "Voi Velaryon non sembrate mai stancarvi delle umiliazioni".

Alyssa si asciuga rapidamente le lacrime.
"Se vuoi che me ne vada, dovrai trascinarmi fuori".
"Non tentarmi."
Il suo tono è leggero e negligente.

Ma Alyssa ha visto il modo in cui ha guardato Deamon, dopo che ha pulito,via dalla spada il sangue di suo Zio.

"Puoi piangere qui finché non marcisci, non mi interessa, cara cugina", dice, "ma dovrai farti da parte a meno che tu non intenda essere schiacciata".

Alla fine si accorge che Aemond sta preparando Vhagar per il volo.
Il cuore di Alyssa si stringe. Anche sua madre usciva a volare di notte. Vhagar amava quelle escursioni notturne,lei lo sa meglio di chiunque altro.

Aemond passa d'avanti a lei diretto verso il suo drago.

Ma non vuole essere lasciata da sola. Vuole stare con sua madre e Vhagar.

Vuole dimenticare chi è per un po'.
Ci vuole molto più della semplice forza per aprire la bocca e pronunciare queste parole.

"Per favore, potresti..." mormora. "Per favore, portami con te. Solo questa volta."
Aemond si ferma per un momento. La sua testa si volta leggermente nella sua direzione.

"Per favore", ripete.
"Sei tu che stai implorando, cugina?" chiede.
Alyssa abbassa la testa. "Sì."
Sarebbe stato così facile in questo momento rifiutarla. Per godere ulteriormente del suo malessere, ma qualcosa gli impedisce di farlo in questa precisa circostanza.

"Dai, allora. Non ho tutta la notte."

Alyssa è incredula, non se lo lascia ripetere due volte, accelera il passo cercando di affiancarlo.
Aemond mette una mano sul lato del drago per calmarlo, permettendo ad Alyssa di salire sulla sella.

La sella di Vhagar è diversa da quella di sua madre. Non ci sono ornamenti o sigilli su di essa.Tutto è spoglio. L'imbracatura è composta da pochissime cinghie e non ci sono staffe.

Alyssa trascina le dita sul legno usurato e sul metallo caldo. Non avvolge le redini intorno alle dita, ma si limita ad afferrare la lunga criniera di peli di Vaghar.

Anche questa semplicità è una sorta di stravaganza. Mostra al mondo che non ha bisogno, dei comodi aggeggi, che hanno reso più facile la guida dei draghi nel corso dei secoli.

Aemond si trascina con facilità e grazia, ma quando si siede dietro di lei, prende le redini con forza imponendo il suo comando.

Le loro mani si sfiorano più volte.

Non indossa i guanti.

Un'altra stravaganza.

Le sue braccia la circondano. Deve stare molto dritta per non appoggiarsi al suo petto.
Alyssa non è stata preparata per la sua vicinanza.
Aemond parla è il suo respiro cade su i suoi capelli liberamente intrecciati.

"Speriamo che Valyria ti abbia preparato per questo".

Fire and blood #AemondTargaryenfanfictionWhere stories live. Discover now