Capitolo settantanove

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Hitoshi's pov

Mi tolsi le cuffie e restituii il telefono al ragazzo che avevo di fronte.
Mentre ascoltavo l'audio di Shigaraki si era occupato del mio caffè, e si era dato il permesso di riempirsi una tazzina e se la stava bevendo tranquillamente.
–Okay...– mormorai, stupito e intenerito dalla preoccupazione che Shigaraki riservasse per Denki. –Wow.
–Ti serve una guardia del corpo per quando ritorna?– mi chiese, versando del caffè in un'altra tazzina e porgendomela. –Ti ha minacciato di morte? Vuole ammazzarti? Devo farti da guardia del corpo?
Scossi la testa, ed afferrai la mia bevanda calda. –No, direi di no.
–Assurdo– commentò l'altro ragazzo, le sopracciglia aggrottate. –A me augurava di morire almeno una o due volte al giorno. Anche tre, se stava avendo una giornata no.
–Beh... in realtà con me ha cercato di trattenersi– risposi, cercando di trovare le parole giuste per descrivere quanto appena ascoltato. In quel momento ero molto più concentrato sul mio caffè che, onestamente, non era nemmeno lontanamente abbastanza.

–È stato molto... gentile? Quasi cordiale? Forse?– tentai, un po' incerto, facendogli cenno di passarmi la caffettiera. –Non lo so. Si è sforzato di essere normale, ecco.
Geten sbatté le palpebre. –Davvero?
–Già.
–Niente insulti?
–No.
–Commenti antipatici?
–Nemmeno.
–Niente di niente?
–Niente di niente.
–Complimenti– concluse lui, ammirato, e mi porse l'altro caffè. –Hai fatto un miracolo, amico.
–Lo terrò a mente– dissi, e finalmente vidi la mia tazza riempirsi a sufficienza e la caffettiera svuotarsi del tutto.
Geten guardò l'orologio e si congedò, dicendo che era giunto il momento di togliersi la maschera o gli si sarebbe seccata la faccia. Lo salutai, poi lo guardai uscire sorseggiando piano piano il mio caffè.

Nemmeno qualche minuto dopo suonò la sveglia di Neito, un motivetto stupidissimo ispirato alla sigla di Attack on Titan. Lui borbottò qualcosa in francese, allungò un braccio, spense la sveglia e si rigirò pigramente tra i cuscini del divano.
–Dormito bene?– gli chiesi, infrangendo ogni sua speranza di poter continuare a dormire.
–Non ho dormito, grazie– sbadigliò, poi aggiunse: –Fate meno casino stanotte, okay?
–...scusa– mormorai, un po' imbarazzato. –Caffè?
–Sì, grazie– esclamò dopo uno sbadiglio. –Alle nove devo essere bello sveglio!
Mi alzai e misi di nuovo su la caffettiera, dato che io Geten l'avevamo sostanzialmente prosciugata.
–Che devi fare?– gli chiesi, non ricordando che appuntamenti avessimo per quella giornata.
–Ho la partita con Dabi– rispose. –E Toga ci fa da arbitro.
–...tu sei pazzo– commentai.
–Forse mi sono lasciato trascinare– ammise lui, sporgendosi allegro dallo schienale del divano.
–Vedi di perdere, se non vuoi morire– gli consigliai, già immaginandomelo nella bara o, più probabilmente, cremato in un vaso.
–Dabi mi ha chiesto di non risparmiarmi, ieri– disse. –Vuole una partita seria!
–E tu vuoi un funerale, mi sa– dichiarai, ma subito dopo venni interrotto dall'arrivo di Denki nella stanza.
–Ehilà, pirla elettrico!– lo salutai, e lui, sorpreso e forse sconvolto dall'uso del nomignolo, inciampò sul divano e quasi cadde a terra.

*****

–Quindici a trenta!– esclamò Toga, seduta in alto al posto dell'arbitro.
Per l'occasione si era procurata una visiera ed un gonnellino da tennis che, seppur non le servissero assolutamente a niente, la rendevano perfetta per tutta l'ambientazione intorno.
Dato che ormai gli era saltata la copertura e gli stavamo simpatici, Dabi si era trascinato dietro anche Hawks che, svolazzando sopra il campo, avvisava i giocatori quando le palline andavano o meno fuori dalle linee per terra e le recuperava in caso finissero troppo lontane. Grazie alle sue piume aveva anche salvato diversi vasi dalla distruzione dato che qualche impiegato idiota aveva pensato che mettere dei vasi di fiori appoggiati sul muretto a bordo campo fosse proprio un'ottima idea. E no, non lo era affatto.
I due, probabilmente sempre per colpa di Toga, sfiggiavano due completi da tennis identici: pantaloncino bianco e maglietta verde acqua. Monoma stava bene, Dabi era ridicolo.

The Void Behind Your Eyes 2‐ShinkamiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora