Un piccolo cedimento

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Nick

Dire che fosse confuso non rappresentava neanche un minimo il groviglio di emozioni che lo attanagliava in quel momento. Insomma, aveva appena saputo che sua madre era morta, suo padre lo aveva abbandonato per evitare che anche lui facesse quella fine e che, da quel giorno in poi, non ha avuto altro pensiero che prendere il responsabile della distruzione del suo mondo che, come se tutto questo non fosse sufficiente, si era rivelato essere proprio l'uomo che lo aveva preso con sé e che ora si era trasformato nella sua nemesi peggiore. Non basterebbero dieci anni di seduta di terapia per smaltire tutte queste "novità"!

Proprio quando stava per alzarsi, si sentì afferrare per il braccio dalla sua bella collaboratrice, seriamente preoccupata che lui potesse commettere qualche follia. Non che potesse darle torto, il suo vecchio sé non ci avrebbe pensato neanche mezzo secondo a rintracciare quel dannato bastardo e ucciderlo nel modo più cruento possibile, tanto che nemmeno il medico legale più bravo al mondo sarebbe stato capace di rimettere insieme tutti i pezzi! Ma ora, tutto era cambiato e, per quanto sentisse il sangue ribollire nelle sue vene, al solo pensiero di portare a termine una così lussuriosa vendetta, abbandonò ogni pensiero omicida quando il suo sguardo incontrò quello innocente della ragazza. La vedeva come un faro nella notte, una luce nella più buia oscurità. No, non poteva risolvere la cosa con la violenza, altrimenti non sarebbe stato certo diverso dall'uomo che aveva sempre cercato di non imitare.

«Tranquilla, non ho intenzione di compiere una strage, perlomeno, non oggi.»

«Nick, con me puoi parlare, non c'è bisogno di servirsi del sarcasmo. Getta pure questa maschera d'indifferenza che ti ostini ad indossare e lasciati andare.» Gli consigliò la ragazza, mentre continuava a stringerli la mano. Il giovane aveva l'impressione che non l'avrebbe riavuta indietro tanto presto, ma, sinceramente, la cosa non gli dispiaceva affatto.

«Anna...» Provò a risponderle, salvo venire prontamente interrotto dalla sua interlocutrice: «Non devi dire niente che tu non voglia, però sappi che io ci sono e che non vado da nessuna parte. E, soprattutto, costi quel che costi, ti impedirò di sporcarti la coscienza con la morte di un tale verme. Non è giusto. Ti assicuro che lo faremo sbattere nella cella più buia e profonda, dalla quale non potrà più nemmeno vedere la luce del giorno, ma ti scongiuro, non cedere alla vendetta, perché non ti restituirà tua madre, la vita che non hai potuto avere e il rapporto con la tua famiglia. Se lo facessi, staresti solo peggio, perché, malgrado ti ostini a nasconderlo, hai un cuore buono e, per questo, non devi portarti una tale croce.» Gli disse Anna, col cuore in mano.

Al sentire queste parole, rimase a dir poco scioccato. Lei credeva che fosse buono, nonostante tutte le pessime scelte che aveva fatto e non tenendo conto dell'infinità di volte in cui le aveva fatto rischiare la vita e la carriera! Per la prima volta, dopo Dio solo sa quanto tempo, si concesse il privilegio di piangere. Ormai il sigillo era spezzato e tutto quello che fino ad allora era riuscito a sopprimere, rivenne a galla con la forza dirompente di un fiume in piena. Tutto quello che voleva fare ora era piangere e buttare fuori tutto il dolore per tutto ciò che la vita lo aveva costretto ad affrontare, cullato dalle braccia di una donna che lo amava. Per la prima volta, aveva qualcuno, eccetto Doc, che tenesse davvero a lui e con cui potesse ritenersi al sicuro. Accortasi dell'evidente crollo del giovane, la ragazza lo strinse ulteriormente in un abbraccio e lo lasciò sfogare fin tanto ne avesse avuto bisogno. Dopo qualche minuto, che, però, sembrarono un'eternità i due si separarono, anche se non del tutto. Infondo, avevano pur sempre bisogno di respirare!

«Scusami, di solito, non mi lascio mai andare in questo modo...» Cercò di giustificarsi il ragazzo, ancora abbastanza provato. Per un uomo del genere, lasciarsi andare completamente con qualcuno, mettendosi a nudo, doveva essere un'enorme dimostrazione di fiducia. E Anna, lo capì pienamente.

«Ehi testone, ma in che in lingua te lo devo dire? Non è necessario che tu sia sempre stoico e inavvicinabile, anzi, almeno ho capito che sei un essere umano come tutti noi comuni mortali.» Lo tirò su, dandogli una patta d'incoraggiamento sulle spalle.

Quella ragazza era come una ventata di primavera. Non importa l'entità del problema, un suo sorriso gli faceva dimenticare tutti i casini che contornavano la sua vita!

Doc, non sapendo bene cosa dire o fare, optò per la migliore opzione, ovvero andare ad ammirare il mare, anche perché oggi "qualcuno" aveva deciso di andare a fare i due piccioncini proprio nel suo covo, ma, non poteva certo dire di esserne dispiaciuto. Se Nick aveva trovato una ragazza che lo amava incondizionatamente, allora lui avrebbe tutto ciò in suo potere per dar loro la possibilità di vivere liberamente quest'amore, anche se avesse dovuto uccidere lui stesso quel fottuto bastardo di Friederich e lo sarebbe stato un enorme piacere!

«Non vorrei rovinare il momento e lo dico contro i miei stessi interessi, ma tu non dovevi tornare in redazione per andare a prendere il regalo per il tuo amico, insieme alla tua nuova "miglior amica"?» Domandò il ragazzo, preparandosi all'inevitabile reazione della ragazza quando si fosse ricordata dell'impegno. Già dal loro primo (e fortuito) incontro aveva capito che era meglio correre ai ripari, se non si volesse essere travolti dall'uragano Anna, quando ricordava di avere qualcos'altro da fare. E come sempre, l'esperienza gli diede ragione!

La ragazza iniziò a schizzare da un lato all'altro della stanza, neanche ci fossero un branco di rinoceronti inferociti, inveendo sul passaggio del tempo. Certe volte gli sembrava il "Bianconiglio" di "Alice nel paese delle meraviglie". Avrebbe dovuto regalarle un orologio da taschino!

«Allora, io adesso devo proprio correre in redazione, altrimenti Donna mi appenderà al pennone di una nave e mi lascerà penzolare da ora al prossimo Natale. Tu, però, farai il bravo, non ti ficcherai nei guai e andrai diretto a casa, dove mi aspetterai buono, buono. E mi raccomando, fa' attenzione a Trudy, quando vuole ha una vista addirittura migliore di quella di un falco!» Cercò di sdrammatizzare.

«Vedrai, presto troveremo una soluzione e tu non sarai più costretto a servirti di sotterfugi per entrare in casa.»

«Ma certo. Ora però, vai e non ti preoccupare, farò il "bravo bambino". Parola di scout.» Disse facendo il segno degli scout.

«Tu non sei uno scout.» Rispose la giovane, ridendo mentre si avvicinava sempre più all'uscita.

«Vero, ma mi sarebbe piaciuto.» E detto ciò, la baciò passionalmente ancora una volta. Era davvero peggio di una droga, non riusciva proprio a farne a meno!

«Ci vediamo a casa.» E dopo un ultimo sguardo, la ragazza superò l'uscita, lasciando il ragazzo, in balia di mille pensieri.



Persino ai ladri si può rubare il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora