CONVERSAZIONE

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È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama.

Fëdor Dostoevskij


Arrivati a casa Harry mi porta in salotto e mi appoggia delicatamente sul divano. Il mio corpo affonda nei cuscini. Mi tratta come una fragile tazzina da tè.

-Sei ferita?- mi chiede. La sua voce è dolce, il suo viso preoccupato. Mi ritrovo a pensare che mi piace il fatto che sia così premuroso.

-Non credo- sto tremando.

Harry si siede sul bracciolo del divano e mi accarezza i capelli. –Va tutto bene... mi dispiace di averti mandata via prima- sospira –sono stato un vero incosciente-

-Hai perfettamente ragione- mormoro, poi mi sfugge un sorriso. Scoppio a ridere isterica.

-Cosa c'è?- mi chiede Harry , sorpreso e confuso dalla mia reazione.

-Niente... solo che è una situazione ridicola, sono qua, in casa di un ragazzo che a malapena conosco e vengo anche aggredita... se lo sapessero i miei genitori... credo che mi farebbero fare la fine di Raperonzolo, chiusa in una torre fino al compimento dei diciotto anni, forse anche di più-

Harry scoppia a ridere. Fisso il suo viso. È così bello, così perfetto. No, non è perfetto. Ha una piccola cicatrice sul mento, ma credo che in pochi la notino. Ci vuole un difetto per poter parlare di vera bellezza. Non ricordo chi lo ha detto, ma è sicuramente uno scrittore abbastanza famoso.

-Dovesse servirti un principe che ti salvi, potrei venire io- dice Harry, quando le risate cessano. Il suo tono è ironico, il suo sguardo brillante.

-Lo terrò presente-

Mi sorride. –Credo che sia ora di andare a dormire, che ne pensi?-

-Sì- rispondo, rendendomi conto che mi sento molto stanca.

-Vuoi che ti accompagni?- mi chiede.

-Credo di farcela da sola-

Lui annuisce. Restiamo a fissarci per un lunghissimo istante. Vorrei abbracciarlo, vorrei stringerlo a me. Non lo faccio, non ho il coraggio di farlo. Poi lui si avvicina. Si ferma a un centimetro dal mio viso, dalle mie labbra. La notte è silenziosa e io vedo solo i suoi occhi. Profondi occhi verdi. In quello sguardo c'è il mondo intero. Mi rendo improvvisamente conto di voler far parte di quel mondo. Sembra indeciso, lui che indeciso non lo è mai, non apparentemente perlomeno. Ho la gola secca e il respiro affannoso. Voglio sentire il sapore delle sue labbra. Voglio capire quanto sono morbidi i suoi capelli. Voglio che mi prenda tra le sue braccia. Voglio che questo momento duri per sempre. Un attimo che diventi un'eternità. Lui si ritrae leggermente. Mi sfugge un gemito di delusione. Harry sorride. Un secondo e le sue labbra sono premute contro le mie. Mi afferra per la vita, mi trae a sé. È un bacio passionale, irruento, aggressivo. La sua lingua si fa strada nella mia bocca, accarezza, colpisce, picchietta. Le sue dita s'infilano nella mia carne. Gli passo le mani tra i capelli. Chiudo gli occhi. Mi sento quasi bruciare.

Lo squillo del mio cellulare ci riporta alla realtà. Harry si ritrae. Io tremo ancora. Con la mano cerco il cellulare. Ho la vista offuscata, devo sbattere le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco la scritta sul display. È mia madre.

-Scusa, devo rispondere- mormoro, rendendomi conto, con orrore, che la mia voce è roca.

Harry non parla, il suo volto è inespressivo. Si tira indietro e se ne va. Mi sento sola. Accetto la chiamata.

-Marybel- esclama mia madre –come va? Ti diverti con Katy?-

Temo quasi che abbia scoperto l'inganno. –Tutto bene, stiamo facendo una partita a carte- è la prima cosa che mi viene in mente. Non è certo il momento giusto per subire un interrogatorio.

-Che bello!- poi la sento mormorare qualcosa –Scusa, tesoro, tuo padre mi dice di salutarti-

-Salutamelo-

-Sono felice che vi stiate divertendo... i genitori di Katy sono in casa?-

Prevedo guai. –No- improvviso, temendo che mi chieda di passarglieli –ma torneranno presto-

-Bene, bene... non disturbo oltre... buonanotte, tesoro-

-Buonanotte, mamma- riattacco e resto alcuni secondi immobile. Mi gira la testa. Non ho mai mentito prima ai miei genitori. Attendo, sperando quasi che Harry torni. Lui però non torna. Aspetto fino a quando l'orologio non batte l'ora. Nulla. Non verrà questa sera. Sospiro, delusa, mi alzo e mi dirigo verso la mia stanza. Noto che la porta per l'ala est è sempre socchiusa. Questa volta proseguo dritta. Non so cosa ci sia là dietro e per stasera non voglio neppure pensarci.

Quando la Bella s'innamorò del LupoWhere stories live. Discover now