13

414 23 4
                                    

~DIEGO~

Quei due avranno di nuovo litigato.
Alla fine faccio come mi ha detto Tanch, vano in cucina, dove vedo Lele ancora fuori al balcone.
Lo raggiungo e gli poso una ma sulla spalla, lui si gira e si appoggia con la schiena alla ringhiera.

Diego: Lele, penso sia arrivato il momento.

Lele: lo penso anch'io.
Dice abbassando la testa.

Diego: Bro non ti abbattere, comprendo quello che provi, però se continuerai così finirà male. Lo so che lo vuoi proteggere, così facendo soffrirà soltanto è meglio che sa la verità... Adesso entra dentro, che fa freddo e casomai parlaci ora.

Lele annuisce soltanto e triste entra dentro.

Diego: Non sarà mai colpa tua.
Gli dico prima che entrasse nella camera di Tanch.

~LELE~

Busso alla porta della nostra camera, sperando che mi apra.

Tancredi: vattene.
Sospiro.
Lele: Tanch ti devo parlare, apri.
Sento dei passi avvicinarsi e la serratura della porta scattare.
La paro ed entrò nella stanza, dove vedo Tancredi a gambe incrociate sul letto.

Mi avvicino e mi siedo vicino a lui.

Lele: innanzitutto scusa, ho sbagliato. Ma se sono qui è perché voglio raccontarti tutto. Ti prego, solo non odiarmi.- mi fa cenno di continuare- allora...sai non parlo mai tanto di mio padre e se lo faccio c'è un motivo.
Quando ero piccolo, mio padre a casa non lo vedevo quasi mai. Passava la maggior parte del suo tempo nei locali a bere e a spendere tutti i soldi. quindi la situazione economica non era delle migliori. Così mia madre all'insaputa di mio padre andava a lavorare la mattina, mentre io andavo a scuola.
Mia madre e sempre stata succube di quell'uomo e io non potevo fare altro di provare odio nei suoi confronti. Ci lascia sempre nei guai, sempre con dei debiti da pagare.- mentre raccontavo sentivo gli occhi inumidirsi- . Gli anni passavano e i debiti si accumulavano, io non ero ancora abbastanza grande per trovare un lavoro che mi permettesse di guadagnare abbastanza da ricoprire le spese accumulate e lì feci la scelta peggiore della mia vita. I giri di droga ci sono sempre stati e in quel periodo mancava qualcuno che facesse da palo si guadagna tanto. Così io accettai e comincia a spacciare.
Non lo dissi a Diego, ma alla fine lo venne a sapere, lui sapeva la mia situazione famigliare e faceva di tutto per aiutarmi.
Diceva che era pericoloso e che prima o pio sarebbe finita male.
Mia madre quell'anno stava pensando
di chiedere il divorzio, io e mia sorella cercavamo di convincerla.
Una notte nostro padre tornò a casa ubriaco, mia madre e lui iniziarono a litigare ed ad un tratto sentimmo dei piatti rompersi, mia sorella corse di sotto e si intromise cercando di separare nostro padre da mamma.
Corsi anch'io e cercai di difendere entrambe. Quella notte non fu delle migliori, però quella fu la goccia che fece traboccare il vaso e mamma divorziò.
Sembrava andare tutto per il meglio, finché un giorno mio padre mi inviò..una..u-na.- senti le braccia di Tancredi cingermi la vita io lo guardai e lui senza dire niente mi asciugò una lacrima sfuggita al mio controllo- mi inviò una foto di me mentre spacciavo. E da quel giorno sono costretto a dover dare dei soldi a lui ogni mese. Ma la somma richiesta stava aumentando e io avevo bisogno di guadagnare di più, per questo scomparivo.
Scusami di tutto, scusami se ti ho ferito, se ti ho mentito, se ti ho lasciato solo. Io non volevo coinvolgere anche te. Ti volevo solo protegge ma non ne sono stato in grado. Eh...

Senti le labbra di Tancredi sulle mie.
Io rimasi per un attimo sorpreso.
Ma questo gesto improvviso fece cessare la discesa delle mie lacrime, non del tutto, ma un po' si.
Si alzò e si mise avanti a me. Stringendo le braccia intorno le mie spalle, facendo poggiare la testa poco al disotto del suo mento, lasciandomi di tanto in tanto, dei baci tra i capelli.
Mi mise le mani sul viso, constringedomi a guardarlo.

Tancredi: io vorrei saperti supportare, ma anche consolare. E mi dispiace di tutto, non ti ho capito, non mi sono fidato di te e questo mi fa sentire una merda. Siamo stati capaci di ferirci a vicenda. Sapendo tutto questo, le tue motivazioni, ho capito che ti ho fatto soffrire per nulla. E questo lo odio.
Io non volevo tutto questo. Ed è colpa mia. Mi dispiace non volevo farti soffrire.

Dice cominciando a piangere.
Faccio la sua stessa cosa abbraccio lui come lui ha fatto con me, solo che siamo stesi nel letto.

Lele: non piangere, tu non potevi saperlo. Non sono stato in grado di fare la scelta giusta, è colpa mia io ti ho messo in una situazione tale da dubitare di me, per questo non sentirti in colpa.

Lo sento stringersi più forte a me.
Lo vedo è stanco, probabilmente con tutto questo lo avrò solo turbato,  non ne faccio una buona. Proprio in questo periodo dove dovevi solo rilassarti. Sono solo capace di procurarti ferite.
Mi dispiace tanto amore mio.
Perdonai.

ANGOLO BHO.

Ragazzi finalmente sappiamo la verità. Ditemi cosa ne pensate, se volete. Potete anche dirmi che non vi piace accetto qualsiasi tipo di critica.
Scusatemi ancora una volta per il ritardo, come al solito spero vi sia piaciuto
Un saluto da...

Non So Che PensareWhere stories live. Discover now